La nuova tendenza virale su TikTok del “barbone in casa” sta generando forti preoccupazioni tra genitori e forze dell’ordine americane.
Adolescenti negli Stati Uniti utilizzano strumenti di generazione AI – come quelli integrati in TikTok e Snapchat – per creare immagini fotorealistiche di un uomo trasandato, apparentemente senzatetto, all’interno della propria abitazione.
Come funziona lo scherzo del “barbone in casa”
Il copione è sempre lo stesso: i ragazzi inviano l’immagine ai genitori fingendo di aver accolto lo sconosciuto in casa “per offrirgli un bicchiere d’acqua o un posto dove riposarsi”, sostenendo che l’uomo dica di conoscerli “dal lavoro o dall’università”.
Le reazioni, spesso di panico o rabbia, vengono registrate di nascosto e poi pubblicate sui social, dove alcune clip hanno raggiunto milioni di visualizzazioni.
Come riportato da The Verge, lo scherzo è presto sfuggito di mano. Diversi genitori, ignari della burla, hanno allertato immediatamente la polizia, convinti di trovarsi di fronte a una reale intrusione domestica. In alcuni casi, le chiamate hanno mobilitato forze speciali: secondo Andy McKinney del dipartimento di polizia di Round Rock, in Texas, “una risposta SWAT non è da escludere” in situazioni percepite come potenzialmente pericolose.
Anche la polizia di Salem, nel Massachusetts, ha condannato la “challenge” definendola disumanizzante nei confronti delle persone senza fissa dimora e una fonte di stress ingiustificato per le famiglie, oltre che uno spreco di risorse pubbliche.
Serve una maggiore responsabilità delle piattaforme nel monitorare le tendenze
Il fenomeno solleva interrogativi più profondi sull’uso irresponsabile dell’AI da parte dei più giovani e sulla leggerezza con cui vengono trattati temi come l’emarginazione sociale. In un contesto in cui le tecnologie generative sono sempre più integrate nella cultura pop e nei social network, episodi come questo mostrano quanto sia urgente investire in educazione digitale, sensibilizzazione e regole più chiare sull’uso dell’intelligenza artificiale.
In Europa, dove è in vigore l’AI Act e dove piattaforme come TikTok sono già soggette al Digital Services Act, episodi del genere rappresentano un campanello d’allarme.
Non solo per la gestione dei contenuti generati dagli utenti, ma anche per la necessità di introdurre strumenti di verifica dell’età, trasparenza sugli algoritmi e una maggiore responsabilità delle piattaforme nel monitorare le tendenze che coinvolgono i minori.