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Tik Tok, di nuovo la punta dell’iceberg. Il vero significato della parola “digitale”

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Abbiamo scritto, riflettuto, segnalato i pericoli della rete. Abbiamo ricordato linee guida nazionali ed internazionali che ci aiutano ad improntare una sensibile educazione digitale [Volpi, 2017] e che agiscono da supporto e base sicura per le famiglie che devono strutturare un percorso di crescita sana dei loro figli nella duttilità del mondo ibrido dell’e-life. Siamo sostanziati da evidenze scientifiche, programmi di intervento, azioni preventive nelle scuole e nella comunità a sostegno del corretto uso della tecnologia. Usiamo ogni giorno i device, osserviamo le condotte digitali dei nostri figli, la loro testa china sullo schermo e nonostante tutto, ancora oggi, assistiamo inermi. a tragedie e fili di vita spezzati la cui connessione tra mondo virtuale e mondo reale si infrange drammaticamente in un gioco degli specchi nefasto che riporta a galla quanto ancora dobbiamo fare per aiutare la società a rimodellarsi in chiave digitale in modo eticamente e valorialmente valido. 

Ma non basta, occorre fare di più.

Dietro ad una vita spezzata che emerge drammaticamente a causa di una condotta estrema agita tramite la mediazione dello strumento e delle applicazioni ad esso connesse, ci sono tanti gridi di allarme di giovani in difficoltà che apparentemente sereni e distratti dal gioco degli schermi [Volpi 2014], vivono una sofferenza interna che riversano in condotte estreme per sentirsi “vivi”, per ottenere consensi, plausi esterni, e rivitalizzare un interno psichico che ha bisogno di essere emotivamente accolto dalla famiglia, dalla società, dallo stesso gruppo di compagni che sgomita per cercare di tradurre emotivamente la sfida evolutiva di crescere oggi nello spazio ibrido dell’onlife. 

Tik Tok

Il tempo scorre veloce come nell’uso della piattaforma Tik Tok che ci riporta drammaticamente alla luce quanto il bypassare le regole del buon senso digitale che la Comunità scientifica si è impegnata a strutturare, validare e condividere anche in rete, può essere dannoso per il singolo, le famiglie, l’intera società che deve ancora impegnarsi MOLTO per attivare livelli preventivi orientati ad un’etica sana della digitalità. Un prendersi cura della gioventù e delle nuove generazioni per dirla con il filosofo Bernard Stiegler che ha oggi come asse dominante la considerazione, ristrutturata a monito educativo, che le tecnologie NON sono solo semplici strumenti ma modellano, soprattutto nelle menti giovani in via di definizione, la nostra soggettività, i nostri pensieri, le nostre azioni dentro e fuori lo schermo e possono agire come scudo identitario che dietro ad avatar, emoji e video molte volte compulsivi cela difficoltà emotive che si fa fatica a riconoscere, spesso anche a sentire internamente in una sorta di anedonia emotiva che viene bypassata dalla frenesia di condividere immagini di sè alla ricerca del proprio 

Scudo identitario fragile che si infrange facilmente nell’impatto della forza del villaggio globale e che per questo deve essere accolto dalla società dei grandi che hanno il compito primario di sostenere e tutelare il benessere mentale delle nuove generazioni andando dentro lo schermo in modo virtuoso e captando, così come ci aveva insegnato Sigmud Freud, che dietro al contenuto manifesto di un sogno si cela sempre il contenuto latente che fa leva sulle dinamiche inconsapevoli di un inconscio che si fa fatica a conoscere e che agisce da spinta deterministica negli agiti quotidiani. Il sogno di diventare grandi, gloriosi, Capitani Coraggiosi, nel web è abilmente colto dalle piattaforme dei social che sanno captare in modo efficiente i bisogni collettivi di masse psicologiche che agiscono all’unisono oggi come ieri nella conformità di usi e costumi che l’agire insieme determina. 

Forse oggi dobbiamo calare il silenzio, e ribadire ancora una volta, che prima dietro ad ogni attivazione in rete, dovrebbe esserci la famiglia che guida, che sostiene, che indirizza, che condivide comunicazione e non segretezza, che segue le regole non inganna le piattaforme e non si fa ingannare dalle stesse, strutturando un processo di attenzione, supervisione e monitoraggio che parte dal basso verso l’alto, dalla base dell’icerberg e non dall’impatto di una massa che non si è voluta vedere. Laddove la famiglia in questo è carente la società agisce da supporto, da indicatore, da garante per prendersi cura delle azioni in rete orientandole su un buon uso della tecnologia che oggi altro non è che la tutela del rispetto e del valore della propria e dell’altrui vita. 

Non abbiamo bisogno di molte parole e nel silenzio per il dolore di una farfalla caduta nei suoi primi volteggi, dobbiamo ancora una volta dare senso ad una parola chiave che ci sensibilizza TUTTI almeno sullo sforzo educativo che la famiglia, la scuola, la società deve attuare per far volteggiare in modo armonioso le giovani farfalle nel mondo. 

DIGITALE sta per:

Disciplina= il Digitale non è un gioco ma è un percorso di educazione e formazione che la famiglia e la scuola devono sostenere e supportare

Interazione= gli schermi sono interattivi e guidano le nostre condotte in modo algoritmico e sul plauso del consenso narcisistico della comunità online soprattutto per i giovani

Grammatica= occorre strutturare una grammatica del digitale che sostenga la scrittura e la lettura in termini di appropriazione della relazionalità in rete [Volpi, 2021]

Intenzioni= dietro ad ogni azione in rete dobbiamo cogliere l’intenzionalità e attivare un livello comunicativo sulle stesse in famiglia e a scuola

Traccia= ogni azione in rete lascia una traccia. Se da una parte dobbiamo sensibilizzare alla protezione della privacy, dall’altra dobbiamo osservare quanto scritto dai giovani nei diversi format multimediali nel web

Attenzione= occorre sensibilizzare a mantenere vivo il livello di attenzione nelle condotte digitali sia nell’azione propria, sia nel monitoraggio di quelle altrui 

Libertà= dietro ogni azione libera ci sono delle regole che debbono essere comprese e che se vengono infrante mettono a rischio la libertà stessa

Esplorazione= il web come ogni ambiente è uno spazio da esplorare e vanno indicate le vie e le modalità del viaggio.

Silenzio dunque, riflessione e azione costruttiva. 

Leggi anche:

Adolescenti nell’era digitale, attenzione alle sfide estreme

Riferimenti bibliografici

Volpi B. [2014], Gli adolescenti e la rete, Roma, Carocci. 

Volpi B. [2017], Genitori Digitali. Crescere i propri figli nell’era di Internet, Bologna, Il Mulino. 

Volpi B. [2021], Docenti Digitali. Insegnare e sviluppare nuove competenze nell’era di Internet, Bologna, Il Mulino.

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