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The Morning View. I trend tecnologici del 2024

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Il 2023 si è appena concluso, e si ha come la sensazione che sia già passato un secolo: un segno dei tempi e della velocità del cambiamento. L’unica certezza su cui si può contare è che nel 2024 non mancheranno le sorprese.

Come da tradizione ad ogni inizio anno si cerca di tracciare un quadro di quelle che sono le tendenze che con ogni probabilità si affermeranno come fattori chiave di cui sarà difficile non tenere conto. Con la dovuta cautela con cui ci si deve misurare con la possibilità di fare previsioni, è consigliabile non trascurare una massima di Warren Buffett: “forecasts may tell you a great deal about the forecaster, they tell you nothing about the future”.

Partendo da questa considerazione di fondo, abbiamo deciso di prenderci il rischio di concentrare l’attenzione sui trend che riteniamo non siano destinati ad esaurire il loro impatto nel corso del 2024, ma che promettono di essere determinati nell’arco di prossimi cinque anni, in una prospettiva “long-only”.

Nella nostra “Top List” rientrano le direttrici chiave del cambiamento che sta prendendo forma su larga scala, e che riteniamo rientrino nella sfera di più immediato interesse degli investitori, imponendo una contestuale rotazione del portafoglio di asset sotto il loro controllo.

In termini di priorità, sono questi gli elementi a livello di contesto macro che con ogni probabilità risulteranno determinanti nell’innescare un cambiamento strutturale nella dinamica dei mercati e degli assetti competitivi su larga scala, con effetti visibili già a partire dai prossimi mesi:

  1. L’affermazione dell’intelligenza artificiale generativa come fattore chiave nelle decisioni degli investitori
  2. Una progressiva polarizzazione dei mercati finanziari fra asset class innovative e settori maturi, che rischia di relegare le borse europee ad un ruolo di secondo piano
  3. Una crescita significativa nelle operazioni di M&A in particolare nei settori telco, energy ed automotive
  4. Una riaffermazione su larga scala del ruolo dell’integrazione verticale come “trigger” di innovazione e fattore chiave per la creazione di valore per gli azionisti, in contesti di rapido cambiamento
  5. Il ritorno ad un ruolo centrale delle infrastrutture e degli asset di rete per abilitare su larga scala l’intelligenza artificiale generativa, che rimette in gioco il ruolo delle telco
  6. A seguito degli annunci di Xiaomi, Foxconn e Huawei relativamente al lancio di nuovi modelli di auto elettrica, ci attendiamo fra fine 2025 ed inizi 2026 un annuncio importante da parte di Apple in merito al progetto TITAN (ndr. nome in codice del progetto automotive di Apple), che determinerà un cambio di prospettiva a largo spettro sugli assetti futuri del settore automotive
  7. Si dovranno rivedere al rialzo le stime di crescita dell’economia su scala globale per l’impatto diffuso dell’intelligenza artificiale generativa
  8. Il tasso di inflazione nell’economie dell’eurozona e negli Stati Uniti è destinato a scendere stabilmente sotto la soglia del 3%
  9. E questo significa che nella seconda parte dell’anno ci attendiamo una revisione al ribasso dei tassi di interesse da parte delle banche centrali a partire dalla BCE dopo il passaggio delle elezioni europee di giugno e a seguire da parte della FED, in prossimità delle elezioni presidenziali americane nel prossimo mese di novembre
  10. Ci attendiamo una correzione importante al ribasso, superiore al 40%, del settore del commercial real estate, che premierà le aziende del settore tecnologico dedicate alla trasformazione digitale di asset immobiliari ed infrastrutturali, con l’obiettivo di renderli più efficienti, più sicuri e di minor impatto sotto il profilo ambientale. Quindi meno real estate e più tecnologia anche in settori fino ad oggi considerati maturi
  11. Il Bitcoin, con gli ETF (ndr. Exchange Traded Fund) correlati si affermerà a tutti gli effetti come una nuova asset class destinata ad entrare stabilmente nel portafoglio degli investitori
  12. Più che in passato il ruolo dei governi e delle politiche industriali tornerà ad essere centrale, come risulterà determinante il ruolo delle istituzioni multilaterali internazionali che dovranno accompagnare l’armonizzazione delle aree di applicazione degli algoritmi di intelligenza artificiale, come è avvenuto già in passato per il commercio estero con la creazione del WTO (World Trade Organization) 30 anni fa nel 1995.

Il ruolo fondante dell’’intelligenza artificiale generativa, l’evoluzione della mobilità futura in ottica MaaS (Mobility as a Service), il ruolo nuovamente baricentrico delle infrastrutture e degli asset di rete insieme con la contestuale riaffermazione del ruolo centrale dell’integrazione verticale come “trigger” di innovazione richiedono una rivisitazione strutturale delle politiche in materia di antitrust. L’unico passo falso che l’Europa non si può permettere è quello di farsi trovare impreparata ad affrontare un cambio di paradigma che rischia di compromettere le opportunità di sviluppo delle società tecnologiche europee, a favore delle big tech americane e cinesi: senza un cambio di passo a livello di politiche antitrust si corre il rischio di avere già perso in partenza, e di trovarsi in una posizione negoziale marginale nel decidere gli assetti futuri dei settori trainanti della nuova economia. Se non sarà così, mercati ed investitori non tarderanno a fare sentire la loro voce.

Il 2023 si è appena concluso, e si ha come la sensazione che sia già passato un secolo: un segno dei tempi e della velocità del cambiamento. L’unica certezza su cui si può contare è che nel 2024 non mancheranno le sorprese. Anche questa volta, come sempre, governi, istituzioni, ed investitori si troveranno a dovere rispondere ad una sola domanda: “da che parte del cambiamento vogliamo stare?”.