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The Morning View. Da Telefonica alla olandese ARM: al via una nuova partita tra governi europei e fondi sovrani

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A conti fatti, nei 10 giorni appena trascorsi, l’investimento di STC (controllata dal fondo sovrano Saudita PIF) in Telefonica ha registrato un apprezzamento di 115 milioni di euro: se si considera la quota di dividendi che STC incassera’ a dicembre di quest’anno e a giugno dell’anno prossimo, tenendo costante l’ammontare complessivo dei dividendi pagati lo scorso anno da Telefonica, ovvero 1,725 miliardi di euro, i Sauditi dovrebbero incassare ulteriori 170 miliioni di euro, con un rendimento complessivo dell’8,13%. Not bad: “follow the money” si direbbe una massima valida anche in questo caso.

L’irruzione della geo-politica sullo scenario dei mercati finanziari inizia da lontano ed è destinata ad essere una delle caratteristiche dominanti nei prossimi anni: uno scenario nuovo, che richiede una risposta coordinata a livello europeo, per evitare che si creino asimmetrie che rischiano di portare alla creazione di un’Europa a due velocità, come il gap che si sta formando fra diverse piazze finanziarie. La quotazione della società olandese di microprocessori ARM, che ha Softbank (Masayoshi Son) come azionista di controllo al 60% del capitale ne è una prova: è il più importante IPO dell’anno e colloca la capitalizzazione di mercato di ARM di poco sotto la soglia dei 55 miliardi di dollari.

L’IPO di ARM ha registrato una richiesta (oversubcription) di 10 volte superiore e non è un caso che nel capitale affiorino il fondo sovrano saudita (PIF), insieme con Intel, Apple Nividia, Samsung e Taiwan Semiconducor Manufacturing Co. (TSMC), a cui sono stati riservati in pre-IPO 700 milioni di dollari in azioni. Per farsi un’idea, l’80% delle 419 società quotate alla Borsa Italiana capitalizzano in media meno di 1 miliardo di euro. Ma non e’ tutto. Le società quotate in Italia con una capitalizzazione di borsa superiore ai 50 miliardi di euro sono solo quattro: nell’ordine (1) Enel (62 miliardi €), 2.Ferrari (57.7 miliardi €), 3.Stellantis (53.7 miliardi €) ed ENI (50 miliardi €). Troppo poco e troppo tardi per reggere alla rotazione dei mercati finanziari che sta scavando un solco con il passato.

La notizia dell’ingresso dei Sauditi nel capitale di Telefonica ha certamente avuto il merito di dare una scossa ai mercati finanziari dell’Eurozona ed alle cancellerie europee: una mossa che ha squarciato il velo sulle ambizioni di PIF di essere uno dei protagonisti del cambiamento in atto nei settori tecnologici di punta. “Size matters”: i Sauditi lo sanno molto bene e con risorse pressoche’ illimitate hanno inteso dare un segnale forte.

Alla data di oggi hanno una partecipazione del controvalore di 45 miliardi di euro in Global Vision Fund, guidato da Masayoshi Son (Softbank), ed hanno investimenti diretti in societa’ tecnologiche per un valore complessivo di 35 miliardi di euro, che spaziano dal LUCID (9 miliardi di euro) nel settore delle auto elettriche a UBER (3,5 miliardi di euro), ad Activision Blizzards ed Electronic Arts nel settore dei videogiochi per complessivi 7 miliardi di euro. Si e’ entrati in una nuova era: la partita fra Governi e fondi sovrani e’ appena iniziata.

L’Europa può rientrare al centro dei giochi e puntare ai settori che sono già oggi al cuore del cambiamento, dalla logistica alla MaaS (Mobility as Service), dall’intelligenza artificiale all’ “accelerated computing”. “Decisions don’t wait” (Andy Grove): il tempo è scaduto ed investire sul passato non è il modo migliore per farsi trovare pronti ad affrontare il futuro.

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