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The Great Omi

di James Hansen |

Omi fece del suo corpo un grande tatuaggio, noto anche come ‘L’uomo zebra’, e in breve tempo divenne la più importante attrazione circense del suo genere, molto ricercato e ben pagato.

The Great Omi fu uno dei più famosi ‘fenomeni da baraccone’ ad esibirsi negli spettacoli una volta chiamati ‘freak show’ – una forma di intrattenimento ormai estinta. Questi tipi di spettacolo, che spesso accompagnavano i circhi itineranti, erano specializzati nel mettere in mostra gli scherzi della natura (e non): nani, giganti, bestie con due teste, donne barbute o straordinariamente grasse e così via. Furono in voga principalmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito a partire dal XIX secolo fino alla prima metà del XX secolo, un’epoca che non si vergognava di niente.

James Hansen

Omi – un nome d’arte – era noto anche come ‘L’uomo zebra’. Nella vita di ogni giorno si chiamava Horace Ridler. Era inglese e nacque nei pressi di Londra in una famiglia benestante. Frequentò ottime scuole, ma l’idea dell’onesto lavoro lo alienava. Alla morte del padre, ereditò una somma considerevole che però sperperò in pochi anni: “principalmente con il gioco e le feste” spiegò in seguito.

Non avendo altro modo di campare, allo scoppio della Prima guerra mondiale, si arruolò nell’esercito britannico. Essendo comunque in qualche modo un ‘signore’, lo fecero subito ufficiale, un tenente. Ridler finì la Guerra col grado di maggiore, varie decorazioni e una misera pensione che, a suo modo di vedere, non gli permise di vivere come avrebbe voluto.

Non era comunque attratto dalla ‘fatica’. Piuttosto, si fece i primi tatuaggi, niente di che ma, esibendosi in alcuni freak show marginali, riuscì a tirare avanti senza lavorare. Decise allora di fare sul serio e si rivolse a un tatuatore all’epoca molto quotato, George “Professor” Burchett, il “tatuatore dei re” che tra i suoi clienti poteva vantare Alfonso XIII di Spagna e Frederik IX di Danimarca. Burchett probabilmente non aveva bisogno di un cliente squattrinato, ma forse rimase attratto dalla sfida postagli da Ridler, quella di essere tatuato “dappertutto”.

Il processo comunque richiese circa 150 ore. Ridler, ormai ‘Omi’, asserì poi di aver speso per i suoi tatuaggi all’incirca “10mila dollari”, un’immensità per l’epoca. Burchett fece sapere che il prezzo doveva essere $3mila: ma di non essere mai stato pagato… Indipendentemente da tutto ciò, la folle idea funzionò. Praticamente all’instante, Omi divenne la più importante attrazione circense del suo genere, molto ricercato e, a differenza del buon Burchett, molto pagato. Ciò nonostante, poco prima della sua morte nel 1965, dichiarò che “Sotto tutto questo sono solo un uomo normale”.