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Tetto al contante, il Governo propone di alzarlo a 5mila euro

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Oggi la soglia è di 2mila euro, dal primo gennaio 2023 era previsto scendesse a mille euro come preventivato a febbraio dal decreto Milleproroghe ma il Governo procede in tutta fretta per modificare la soglia entro il 30 novembre 2022.

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La Lega chiede di alzare il tetto a 10mila euro, nel 2019 l’evasione fiscale giù del 15%

L’ipotesi di compromesso raggiunta dal Governo sul tetto al contante ha individuato come quota 5mila euro, è la decima volta, come mostra il grafico in apertura, che in Italia cambia il tetto massimo dei pagamenti “pronto cash”. Oggi la soglia è di 2mila euro, dal primo gennaio 2023 era previsto scendesse a mille euro come preventivato a febbraio dal decreto Milleproroghe ma il Governo procede in tutta fretta per modificare la soglia entro il 30 novembre 2022 in tempo per presentare a Bruxelles la Legge di Bilancio.

Evasione fiscale, nel 2019 il sommerso era di 99,2 miliardi

Slitta ancora invece il Rapporto sull’evasione, assente dalla Nadef approvata il 29 settembre 2022 a causa del cambio di Governo. La nota indicherà la parte programmatica del Governo Meloni sulle misure future di contrasto all’evasione. Gli ultimi dati disponibili al 2019, quando la soglia del contante era di 2mila euro, indicano una diminuzione dell’evasione fiscale del 15% per un totale di 99,2 miliardi evasi al fisco.

Tetto al contante, 3mila euro la prima proposta del presidente Meloni

La maggioranza tuttavia non procede compatta. La prima idea di FdI era portare il tetto per i pagamenti “brevi manu” a 3mila euro, mentre la Lega spinge per alzare il tetto del contante a 10mila euro. In prima linea per ritoccare al rialzo l’asticella del tetto del contante il presidente del Carroccio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il senatore Claudio Borghi responsabile economico della Lega (e autore del manuale “Basta Euro”).

Contante a 10mila euro, Giorgetti media tra Salvini e Meloni

Cerca il compromesso invece il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti, il vice segretario federale della Lega, noto per le posizioni più moderate e europeiste e più volte indicato dai rumor come possibile fautore di una scissione interna al partito leghista, si allinea alla posizione del presidente Meloni per fissare il tetto a 5mila euro. La ragione? Non tirarsi addosso le critiche di chi afferma che alzare il tetto del contante rappresenta un assist ai professionisti del sommerso, gli evasori fiscali. Per Forza Italia l’argomento contante non rappresenta una priorità al contrario invece del caro bollette, mentre l’ex forzista Gelmini ora vicepresidente di Azione-ItaliaViva ritiene quota 10mila una proposta esagerata. E il Pd? Contrario. Tuttavia va sottolineato che già oggi ci sono diversi tetti al contante superiori ai duemila euro.

Pagamento in contanti, tutte le soglie previste

Quando si parla di tetto al contante è impossibile non “dare i numeri”. La soglia infatti oltre a cambiare continuamente negli anni prevede oggi diversi tetti come mostra il grafico qui sopra. Per i pagamenti cash e i trasferimenti di denaro contante e titoli al portatore la soglia è di 2mila euro. Ogni pagamento in contanti superiore a questo limite, quale ne sia la causa o il titolo, è vietato. Il divieto vige anche quando il trasferimento di denaro è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia.

Money transfer, pensioni e stipendi, il pagamento in contanti massimo è mille euro

Per il servizio di rimessa di denaro, più comunemente chiamato money transfer, la soglia è invece di mille euro. Se invece un turista straniero non residente in Italia vuole pagare un operatore turistico in contanti la soglia è di 15mila euro. Per quanto riguarda il trasporto di denaro contante al momento dell’ingresso in Italia il limite è fissato a 10mila euro. Infine il limite di mille euro è previsto per i pagamenti dei “compro oro” e per l’erogazione delle pensioni e degli stipendi.

Evasione del fisco, Italia prima in Europa segue la Germania

Siamo primi in Europa per evasione del fisco. In media ogni anno l’evasione fiscale costa al nostro Paese 180 miliardi, lo dice uno studio del Parlamento europeo. Dopo di noi la Germania con un danno da 159 miliardi e la Francia dove l’evasione costa al Paese 121 miliardi. Ci sono poi la Gran Bretagna con 74 miliardi e la Spagna con 73 miliardi. Nel dettaglio in Italia su trentotto milioni di possibili contribuenti più di otto fregano il fisco per una media nazionale del 20% in pratica uno su cinque.

Francia e Spagna, tetto a mille euro e bassa evasione fiscale ma in Grecia…

Ma l’evasione più bassa di Francia e Spagna è accoppiabile a un tetto più basso del contante in questi Paesi? A priva vista sembrerebbe di si, infatti come si vede dal grafico qui in alto con le soglie del contante nei Paesi europei, Francia e Spagna hanno il tetto a mille euro. Ma se guardiamo alla Grecia, prima per limite con soli 500 euro di pagamento contante massimo, non possiamo essere certi di una correlazione tra tetto del contante e evasione fiscale.

…forte evasione fiscale e il più basso tetto al contante in Europa: 500 euro

Infatti Atene ogni anno perde fino a 30 miliardi di euro per l’evasione fiscale, una cifra pesante considerato che il Pil della Grecia è di circa 300 miliardi e gli abitanti sono 11 milioni. Nei Paesi non inclusi nel grafico, come Germania, Austria, Olanda e Finlandia non c’è nessun limite ai pagamenti in contanti.

Le Regioni in cui si evade di più, prima Calabria

Abusivismo, disoccupazione, caporalato, mancanza di infrastrutture e di presidi medici. Tra i tristi primati del Sud Italia dobbiamo aggiungere anche l’evasione fiscale. Le prime regioni per evasione fiscale calcolando la percentuale dell’economia non osservata sul valore aggiunto regionale sono Calabria, Campania e Sicilia. Nel grafico qui in alto la classifica completa. Ma cosa rientra nell’evasione fiscale? L’esempio classico è la mancata emissione dello scontrino, ma anche il lavoro in nero, il fatturato nascosto e le fatture gonfiate da costi fittizi, gli affitti pagati in nero. Vi è poi l’elusione fiscale, ovvero quando non si evadono direttamente le tasse ma si fa in modo di “aggirare” la legge pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzando vantaggi fiscali indebiti.

I dati si riferiscono al: 2002-2022
Fonte: Eurostat – Istat – Mef