mercato auto

Crollo Tesla, mercato dimezzato in Europa. Cresce l’elettrico cinese e Musk paga il suo impegno politico

di |

Nonostante gli ottimi dati delle auto elettriche in Europa ad aprile, Tesla perde pesantemente terreno per il quarto mese consecutivo. I motivi: prezzi aggressivi dei competitor cinesi, criticità nella rete post-vendita, calo dell’appeal del marchio e l'immagine polarizzante e contraddittoria a livello politico di Elon Musk.

Il mercato europeo delle auto elettriche è da tempo un terreno di scontro politico e ora anche uno specchio della salute delle relazioni istituzionali tra le due sponde dell’Atlantico, messe a dura prova dalle nuove e aggressive politiche tariffarie americane. Tesla, l’azienda di proprietà di Elon Musk, uomo vicinissimo al Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, allo stesso tempo simbolo dell’elettrificazione dell’auto, sta registrando un calo significativo nelle vendite.
Secondo i dati dell’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association), le nuove immatricolazioni di veicoli Tesla nell’Unione Europea sono crollate del 53% ad aprile 2025, attestandosi a sole 5.475 unità.
Se si includono Regno Unito, Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein, la flessione è del 49% per un totale di 7.261 vetture.

Il paradosso della crescita del mercato delle auto elettriche, ma senza Tesla

Secondo il Wall Street Journal, siamo al quarto mese consecutivo di cali su base annua per Tesla in Europa: -36% a marzo, -47% a febbraio, -50% a gennaio. Non a caso il dato coincide con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. E tutto ciò in un contesto dove le vendite complessive di veicoli elettrici a batteria (BEV) sono invece cresciute del 26% nel primo quadrimestre dell’anno.

Secondo l’ACEA, le vendite di nuove auto elettriche a batteria sono cresciute del 26,4% in Europa, raggiungendo le 558.262 unità e conquistando il 15,3% della quota di mercato totale.
Tre dei quattro mercati più grandi dell’Unione, che rappresentano il 63% di tutte le immatricolazioni di auto elettriche a batteria, hanno registrato forti incrementi: Germania (+42,8%), Belgio (+31,3%) e Paesi Bassi (+6,4%).
Un dato che contrasta con il mercato in Francia, che ha registrato un calo del 4,4%, nonostante la ripresa registrata ad aprile 2025.

Il paradosso è evidente: mentre l’Europa accelera sulla mobilità elettrica, Tesla rallenta. Le ragioni? Diverse, interconnesse e probabilmente legate al ruolo politico di Musk a Washington.

Concorrenza cinese: prezzi competitivi e crescita aggressiva

Il primo fattore è la crescente pressione dei costruttori cinesi. Ad aprile, il colosso cinese BYD ha superato per la prima volta Tesla nelle vendite di veicoli elettrici in Europa.

Anche SAIC Motor, altro gruppo cinese di proprietà statale, ha venduto più unità nel mese. Le aziende cinesi stanno conquistando quote di mercato grazie a politiche di prezzo molto aggressive, spesso supportate da sussidi statali e da una produzione più efficiente.

A fronte delle novità apportate ai veicoli Model 3 o Model Y, i competitor cinesi offrono modelli equivalenti – se non superiori in alcuni ambiti tecnologici – a prezzi più accessibili.
Questo ha portato diversi costruttori europei a rivedere le proprie strategie di prezzo e a lanciare allarmi su margini di profitto in calo.

Il fattore Musk: un CEO polarizzante e che divide

Un altro elemento da non sottovalutare è l’immagine del marchio Tesla, fortemente legata alla figura del suo CEO Elon Musk. La crescente percezione del suo coinvolgimento politico negli Stati Uniti – e in particolare il legame con l’amministrazione Trump – ha generato malumori tra i consumatori europei, più sensibili a certe dinamiche etico-politiche.

Alcune uscite sui media e dichiarazioni stampa del miliardario americano, proprietario anche di SpaceX (azienda che fornisce il servizio di connessione satellitare Starlink, al centro di forti polemiche proprio qui in Italia) e xAI casa madre dell’AI Grok, hanno colpito l’opinione pubblica, anche per i temi affrontati, che sono divisivi (dai diritti al mondo del lavoro).

Musk certamente ha compreso la dinamica negativa di queste scelte e recentemente ha dichiarato di “voler passare meno tempo a Washington”, sottolineando “di aver fatto abbastanza”, segnale di una possibile inversione di rotta, ma il danno reputazionale potrebbe essere già stato fatto e soprattutto ci vuole tempo per ‘rimediare’.

Le debolezze strutturali di Tesla in Europa

In aggiunta, Tesla fatica a costruire una rete distributiva e di assistenza capillare sul modello dei produttori tradizionali.

In mercati come Francia e Germania – dove le vendite automobilistiche sono in calo rispettivamente del 7,3% e del 3,3% – i clienti preferiscono spesso marchi locali che garantiscono una presenza più consolidata e servizi post-vendita più efficienti.

La crisi di Tesla in Europa non è tanto legata a una mancanza di domanda, quanto piuttosto a una crescente competizione internazionale, a errori strategici e a una reputazione messa in discussione.

La sfida per Elon Musk sarà duplice: recuperare quote di mercato in un’area strategica come il mercato europeo (continentale) e contrastare l’avanzata dei colossi cinesi che, per la prima volta, minacciano concretamente la leadership globale del marchio californiano.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz