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Terre rare, oggi a Londra il tentativo di disgelo USA-Cina

USA Cina

Gli Stati Uniti e la Cina tornano al tavolo dei negoziati nella capitale britannica, con l’obiettivo di allentare le crescenti tensioni commerciali e affrontare uno dei dossier più spinosi degli ultimi mesi, che da mesi tiene con il fiato sospeso il mercato globale, ossia il controllo cinese sulle terre rare, minerali essenziali per tecnologia, difesa ed energia verde.

De-escalation dopo il fallimento di Ginevra?

L’incontro, guidato da alti rappresentanti commerciali di entrambe le superpotenze, potrebbe segnare un punto di svolta dopo settimane di recriminazioni. Le due parti si erano già incontrate a Ginevra lo scorso 12 maggio, ma l’intesa raggiunta si è rapidamente dissolta tra accuse reciproche di aver disatteso gli impegni presi.

La tregua di 90 giorni, finalizzata a smantellare parte dei dazi a tripla cifra imposti dall’inizio dell’anno dall’amministrazione Trump, scade ad agosto. Se non venisse rinnovata, la Casa Bianca potrebbe riportare le tariffe ai livelli annunciati in aprile, superiori all’attuale soglia del 10%, con ripercussioni devastanti sui mercati azionari. 

Solo l’annuncio dell’accordo ha, infatti, innescato un rally globale. Negli Stati Uniti nell’ultimo mese, gli indici hanno recuperato gran parte delle perdite: l’S&P 500, che ad aprile era sceso di quasi il 18% dopo l’introduzione dei dazi generalizzati del “Liberation Day”, attualmente è al 2% dal massimo storico di metà febbraio.

Le questioni irrisolte

Tuttavia, l’impegno temporaneo non ha toccato i nodi più delicati della relazione bilaterale: dalla crisi del fentanyl al futuro di Taiwan, fino alle critiche americane sul modello economico cinese, dominato dallo Stato e orientato all’export. Questioni che difficilmente verranno risolte nel breve termine. In breve, l’incontro di Ginevra non ha fatto altro che evidenziare quanto sia difficile costruire un’intesa duratura tra Pechino e Washington

C’è stata confusione, forse voluta, su ciò che era stato realmente concordato“, ha spiegato Josh Lipsky, esperto del Consiglio Atlantico. “Hanno lasciato troppe zone grigie e ora ne stanno pagando le conseguenze.

É indubbio che per la Cina, le esportazioni minerarie rappresentano un’importante leva strategica. Washington, dal canto suo, protesta per la drastica riduzione delle forniture di magneti, indispensabili per l’industria americana dei veicoli elettrici e per i sistemi militari. 

Nel frattempo, la diplomazia prova a smussare gli angoli. Dopo il colloquio tra i leader, il Ministero degli Esteri cinese ha riferito che Trump avrebbe confermato la volontà di accogliere studenti cinesi negli Stati Uniti. 

Entrambe le parti vogliono tornare al punto in cui erano in Svizzera“, conclude Lipsky, “ma stavolta con accordi chiari su cosa sarà autorizzato e cosa no.”

Le rassicurazioni di Trump

Anche Trump, intanto, cerca di rassicurare i mercati: “I colloqui andranno molto bene“, ha scritto sui social, offrendo una lettura ottimistica di una relazione finora altalenante.

La posta in gioco è altissima: dalle forniture di magneti per auto elettriche e smartphone, fino alle tecnologie critiche per la difesa americana.

A rappresentare Washington saranno il Segretario al Tesoro Scott Bessent, il Segretario al Commercio Howard Lutnick e il Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer, come annunciato dallo stesso Trump in un post su Truth Social. A guidare la delegazione cinese sarà invece il vicepremier He Lifeng. 

Segnali di apertura 

Sabato, la Cina ha annunciato l’approvazione di alcune richieste di esportazione di terre rare, ma senza chiarire a quali Paesi o settori saranno destinate. La mossa è arrivata all’indomani delle dichiarazioni di Trump, secondo cui il presidente Xi Jinping avrebbe promesso di riattivare i flussi di materiali e magneti interrotti ad aprile.

Vogliamo che le terre rare tornino a fluire come prima — senza cavilli tecnici a rallentare il processo“, ha dichiarato ieri Kevin Hassett, capo del Consiglio Economico Nazionale USA.

Fa ben sperare anche la recente telefonata tra Trump e Xi , ma gli investitori restano cauti. Finora, l’unico nuovo accordo commerciale firmato da Trump è stato con il Regno Unito.

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