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Telemarketing selvaggio: modello americano per il registro delle opposizioni?

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Il modello in vigore negli Usa consente di registrare un numero fisso o mobile online e il 90% circa della popolazione fa parte del registro delle opposizioni.

Guerra al telemarketing selvaggio, ampia convergenza nel nostro paese per una revisione della normativa che renda più forte il registro delle opposizioni allargando il diritto di opporsi alle chiamate commerciali a tutti i numeri fissi e mobili non in elenco, offrendo maggiori garanzie agli utenti in termini di controllo dei dati personali.

Una convergenza politica ma anche industriale, visto che i maggiori operatori che lavorano con le liste consensate vogliono cambiare le regole. Convergenza a parole, che però al momento non trova riscontri in fase attuativa, con la proposta di legge per la revisione del registro delle opposizioni della senatrice Bonfrisco, capogruppo di COR in Senato, “scorporata” dal Ddl Concorrenza nel tentativo di accelerare i tempi di approvazione delle nuove norme a tutela degli utenti, tartassati da chiamate commerciali di call center sempre più aggressivi.

I tempi di approvazione della nuova normativa però non sono chiari.

Registro delle opposizioni: convergenza fra Autorità

Intanto, la scorsa settimana l’endorsement alla proposta di legge Bonfrisco è arrivato anche dal presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani in audizione al Senato (qui il testo dell’audizione), con la richiesta, in linea con quella del Garante Privacy, appunto di estendere il registro delle opposizioni – oltre che a tutte le numerazioni fisse e mobili non in elenco – anche alle email, con la proposta di realizzare “un portale centralizzato attraverso il quale gli utenti possano verificare e gestire tutti i consensi rilasciati, con chiara indicazione dei soggetti coinvolti e delle tipologie dei consensi stessi”.

Portale unico: cittadino in controllo dei dati

 

Una proposta, quella di Cardani, volta a stabilire un approccio in cui il cittadino sia costantemente in pieno controllo dei propri dati, che sembrano sfuggirci di mano, per evitare il fenomeno dello spam commerciale. In realtà, la norma a tutela dell’utente via mail c’è già e garantisce l’opt-in. Chi si muove nel solco della legge mette sempre la possibilità di “unsuscribe” rispetto ai messaggi non richiesti esplicitamente del ricevente della posta elettronica.

L’idea di un portale unico dei consensi dati porta con sé una serie di controindicazioni tecniche, perché far convergere su un’unica piattaforma tutti i nostri dati non sarebbe affatto semplice. Sono migliaia i soggetti che hanno i nostri dati sotto forma di numero fisso, mobile, email. Mettere tutti questi dati a fattor comune è già complesso all’interno di uno stesso contact center che, ad esempio, ha una sede in Italia e l’altra magari in Albania.

Il sistema americano: Do not call registry

 

Un sistema che potrebbe mettere tutti d’accordo, in particolare per la comunicazione delle numerazioni mobili da inserire nel registro delle opposizioni, è quello americano. Il sistema online è molto semplice: L’utente entra nel sito Do not call e registra il suo numero di telefono, fisso o mobile. In caso di chiamata indesiderata dopo il primo mese di registrazione, l’utente può pubblicare online la segnalazione di protesta.

Negli Usa il problema del telemarketing selvaggio è molto sentito, anche perché in uno Stato con quattro fusi orari diversi è importante garantire la privacy e il sonno dei cittadini, che non possono essere disturbati a tutte le ore da chiamate automatiche che partono da call center della East Coast verso la West Coast (con il rischio di svegliare qualcuno nel cuore della notte).

Negli Usa circa il 90% delle numerazioni sono inserite al registro delle opposizioni, nel Regno Unito il 60% mentre in Italia siamo fermi a circa il 10-15% di quelle presenti in elenco.

Registro online e SMS automatico: vantaggi per utenti e operatori

Un sistema semplice, quello americano, che prevede soltanto l’iscrizione del numero online senza l’obbligo di aggiungere ulteriori dati da parte dell’intestatario del numero.

Replicare questo sistema in Italia potrebbe essere la soluzione più semplice anche per gli operatori telefonici e per la FUB (Fondazione Ugo Bordoni), che gestisce il registro delle opposizioni.

Gli operatori non sarebbero in questo modo costretti a comunicare nome, cognome e indirizzo dell’intestatario del numero. Un bel risparmio anche in termini di costi di gestione, dal momento che sono 95 milioni le SIM per ora escluse dal registro ma che in prospettiva potranno essere inserite.

Oggi per iscrivere il numero fisso al registro delle opposizioni è necessaria la richiesta dell’intestatario del numero (di norma il padre di famiglia) il che complica non poco le cose se per esempio a fare domanda è un altro membro della famiglia.

Un altro modo per semplificare le procedure di iscrizione al registro delle opposizioni sarebbe certamente quello di eliminare la carta, sotto forma di raccomandate e fax oggi strumenti validi per iscriversi.

Oltre al sito internet, si potrebbe prevedere un semplice SMS automatico con la dicitura “ROP sì” oppure “ROP no”. Senza l’aggiunta di altri dati a corollario.

Tanto più che in futuro l’iscrizione al registro delle opposizioni varrà anche come “reset”, come cancellazione di tutti i consensi dati in passato e potrà quindi essere rinnovato ciclicamente dagli utenti per cancellare i consensi concessi in un determinato periodo di tempo.