Telemarketing, necessario modificare il ‘prefisso unico’. Per il sindacato a rischio 25 mila posti di lavoro

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Se il Disegno di Legge n. 4619 che detta nuove norme per il Telemarketing non venisse modificato dalla Camera – ha affermato in una nota Fabio G. Gozzo, Segretario Nazionale UILCOM – c’è il rischio reale di perdere 25mila posti di lavoro, giovani e donne soprattutto provenienti dal sud, per i quali negli ultimi anni abbiamo speso notevoli sforzi per regolare condizioni di lavoro, salari e welfare”.

Questo è quanto si legge in un comunicato odierno firmato Unione italiana lavoratori e lavoratrici della comunicazione (Uilcom):

Come Sindacato, abbiamo detto al relatore del Ddl alla Camera On. Mognato incontrato nella giornata di ieri. La norma sul “prefisso unico” rischia infatti di avere riflessi solo sull’occupazione in Italia, senza risolvere realmente i problemi dei cittadini-consumatori che oggi sono oggetto di chiamate spesso indesiderate”.

Senza controlli e spostando le attività extra UE, oltre al danno si aggiungerebbe la beffa. All’On. Mognato – ha precisato Gozzo – abbiamo illustrato il senso delle nostre proposte di intervento che passano dal reale rafforzamento del registro delle opposizioni, alla riconoscibilità del numero chiamante senza obbligo di utilizzo di un unico prefisso. Vogliamo che sia approvata una legge che difenda i consumatori ma che al tempo stesso non distrugga tanta preziosa occupazione. Per questo abbiamo anche chiesto di incontrare urgentemente al Senato il Presidente della X Commissione Sen. Mattioli per perorare un iter rapido di approvazione della Legge che venga modificata nel senso auspicato, oltre che da noi, da 25mila persone che temono, a ragion veduta, per il loro lavoro”.