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Telefonica: profitti dimezzati al primo trimestre. Pesa l’America Latina

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Il gruppo sperava nella vendita della filiale britannica O2 a CK Hutchison, ma sembra ormai certo che i veti della Ue faranno saltare l’operazione dalla quale Telefonica sperava di incassare 14 miliardi di euro.

Calano i profitti trimestrali di Telefonica. Il colosso spagnolo, ex azionista di Telecom Italia prima di cedere la sua quota a Vivendi, ha archiviato il primo trimestre dell’anno con un utile netto in calo del 56,9% a 776 milioni di euro.

Il fatturato è cresciuto del 3,4% su base trimestrale a 10,7 miliardi grazie a un’accelerazione delle attività sul mercato spagnolo, anche se è sceso del 6,6% rispetto allo scorso anno.

Il risultato operativo è sceso del 6,7% a 3,3 miliardi di euro. Risultati al di sotto delle attese degli analisti che puntavano su un giro d’affari di 10,4 miliardi e su un risultato operativo di 3,4 miliardi.

A pesare sui conti le conseguenze negative del contesto sfavorevole dei cambi in America latina. Nel Brasile in recessione, dove Telefonica controlla il principale operatore mobile – Vivo – i ricavi sono scesi del 13%. In Argentina il peso è in caduta libera da dicembre in seguito agli interventi del neopresidente Macri in favore di un cambio flessibile e non influenzato dal governo come è avvenuto negli anni di governo Kirchner.

Complessivamente, nei mercati sudamericani dove Telefonica è presente a esclusione del Brasile, i ricavi sono scesi di quasi il 17%.

Il gruppo sperava nella vendita della filiale britannica O2 a CK Hutchison, ma sembra ormai certo che i veti della Ue faranno saltare l’operazione dalla quale Telefonica sperava di incassare 14 miliardi di euro.

Allo studio, quindi, altre opzioni per cercare di ridurre l’imponente debito, che cresciuto a 50,2 da 49,9 miliardi di euro di fine dicembre. Telefonica ha comunque confermato il pagamento del dividendo di 0,75 euro per azione.

I risultati del primo trimestre sono i primi dell’era Álvarez-Pallete. A marzo, infatti, il presidente Cesar Alierta, che ha guidato la società per 16 anni, si è dimesso lasciando le redini a Jose Maria Alvarez-Pallete, definito il manager “più preparato ad affrontare le sfide della rivoluzione digitale”.