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Telefonia mobile, come si comportano gli operatori italiani nei centri abitati? I dati Opensignal su 21 città

Che cos’è a spingerci alla scelta di un operatore di telefonia mobile rispetto a un altro? Il costo, certo. La convenienza delle offerte, che magari mettono sul piatto anche un quantitativo assai ampio di gigabyte per il traffico dati, o l’accesso gratuito (o scontato) a determinate piattaforme di tv streaming. Ma in cima ai desideri degli italiani sembra esserci, comprensibilmente, la copertura, prerequisito necessario prima che il confronto si sposti su altri terreni, come la velocità di download, la latenza quando si gioca online e la possibilità di vedere video sul proprio telefonino alla massima qualità possibile. Conferme in questo senso arrivano anche dall’aggiornamento di settembre del report di Opensignal dedicato all’esperienza d’uso nell’ecosistema mobile in Italia, questa volta con focus sulle città.

5 operatori per 21 città

Opensignal prende in esame i cinque operatori nazionali italiani di telefonia mobile – Iliad, Tim, WindTre, Fastweb e Vodafone – per analizzare i dati relativi alla popolarità di ciascuno di essi in 21 città italiane (Bari, Bologna, Brescia, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Piacenza, Prato, Roma, Taranto, Torino, Trieste, Venezia e Verona). La prima riflessione riguarda la popolarità nelle città di un operatore rispetto alla media nazionale, che può essere più alta (over fair share) o più bassa (under fair share). Un dato che permette di valutare al volo in quali città italiane il servizio di un operatore è particolarmente valido o, al contrario, debole, situazione che si traduce in un picco verso l’alto o verso il basso dell’uso. Questi dati, già analizzati su scala nazionale da SOSTariffe.it, permettono all’utente di capire quale sia l’operatore di telefonia mobile più utilizzato in un determinato centro, al di là delle promesse.

La mappa dell’Italia mobile

Per esempio, a Firenze TIM fa il record di over fair share, quasi il +12% rispetto alla sua media nazionale, mentre si comporta molto male Iliad, in under fair share a -9%. Situazioni analoghe si trovano ad esempio a Napoli e a Prato; Iliad recupera facendo segnare un ottimo risultato a Milano, Bologna, Trieste, Venezia e Padova (TIM invece va male a Verona, Genova e Catania), mentre WindTre è particolarmente utilizzata, rispetto alla media, a Verona, Taranto, Palermo, Parma e Piacenza. Vodafone è in over fair share soprattutto a Napoli e Catania, Fastweb ha i suoi risultati migliori a Genova, Torino e Taranto. Insomma, la situazione si presenta molto variegata, e tra le grandi città Roma è quella che in assoluto mostra le percentuali più simili alla media del Paese (in lieve calo per WindTre e TIM, in aumento per Fastweb, Vodafone e Iliad).

Attenzione: i dati di under fair share non sono (o almeno non lo sono sempre) sinonimi di cattiva qualità dell’offerta, ma semplicemente di un uso inferiore, che può essere dovuto a diversi fattori; ad esempio, a dei negozi del singolo operatore localizzati male, o comunque peggio dei competitor, o a una campagna pubblicitaria carente rispetto al resto d’Italia. Un caso di scuola è quello di Palermo con Vodafone, che ha una percentuale di utilizzo di 7,6 punti percentuali inferiore confrontata con la media nazionale; eppure, secondo i dati di Opensignal, nel capoluogo siciliano gli utenti Vodafone sono quelli che hanno la migliore esperienza video, quella di gioco, la miglior velocità di download e di upload (anche se con percentuali più alte, la situazione è simile a Trieste, Brescia, Verona, Venezia e Prato). Lo stesso discorso si può fare per TIM a Genova, con un under fair share di 7,5 punti percentuali ma la migliore esperienza in quattro metriche su cinque.

Il problema della copertura

Dando uno sguardo complessivo, un altro dato che si può ricavare è la scarsa presenza metropolitana di TIM, l’unico operatore che su ventun città ne ha 13 sotto la media nazionale, 5 sopra e 3 senza differenze significative; un segnale che l’operatore punta a una copertura capillare del territorio, mentre altri operatori (tra cui quelli che possono contare su un’infrastruttura di rete più ridotta) hanno preferito cercare di dare il massimo nell’esperienza cittadina. Pur essendo un colosso, Vodafone appare paradossalmente la “meno pubblicizzata”, nel senso che le sue ottime performance nella maggior parte delle metriche prese in esame non si traducono in risultati del tutto soddisfacenti (è sotto la media con sei città e sopra con tre).

Per TIM e per Vodafone, guardando i dati di Opensignal, c’è però una considerazione da fare: per tutte le città (relativamente alla lista presa in esame) in cui la percentuale di utilizzo è più bassa della media, la costante è che nella quinta metrica analizzata, la disponibilità di segnale, i due operatori non si qualificano al primo e nemmeno al secondo posto. In altre parole, come del resto insegna il buon senso, è inutile avere performance eccezionali quando il telefono “prende”, se la copertura sul terreno comunale è scarsa: in genere pare sia meglio puntare su una disponibilità di segnale maggiore anche a discapito di velocità leggermente più basse di scaricamento dei dati.

Anche questa, però, è una semplificazione, considerando che in tutte le città in cui Iliad è in under fair share, ha anche il primato come disponibilità; in tutto il resto però le prestazioni non sono ottimali, soprattutto per quanto riguarda la velocità di download e di upload (indispensabili non tanto per la navigazione quotidiana ma per le applicazioni più esose in termini di risorse, come quelle per lo streaming ma anche quelle dedicate a foto e video, compresi naturalmente i social come Instagram e TikTok). Ci sono però altre città, come Trieste, Venezia, Padova, Bologna, Verona, Milano e Genova, dove Iliad è in over fair share pur avendo i migliori risultati solo come disponibilità di segnale e poco altro. Insomma, la situazione è sfaccettata, e non si può spiegare tutto semplicemente dicendo che un operatore “funziona” meglio in una città rispetto alla media nazionale. Come si diceva più su, è anche un discorso di promozione e di capacità di penetrazione del mercato, ed è per questo che analisi come quella di Opensignal offrono interessanti opportunità alle aziende.

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