le parole

Telecom-Orange, Richard: ‘Un polverone per nulla’

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'Non ho alcun piano su Telecom Italia, Orange non ha alcun piano su Telecom Italia. Per me sono dei colleghi. Punto e basta', ha detto il Ceo Orange.

Continuano a chiedergli di Telecom Italia e continua a rispondere sempre più piccato, l’ad di Orange Stephane Richard.
L’ennesima smentita è arrivata oggi, a margine di un evento dell’azienda: Richard ha ribadito secco che no, “Non ho alcun piano su Telecom Italia, Orange non ha alcun piano su Telecom Italia. Per me sono dei colleghi. Punto e basta”.
Stando a quanto risulta all’agenzia Radiocor, Richard avrebbe quindi precisato di non avere discussioni in corso “né con gli italiani, né con i francesi che si interessano all’Italia”, sottolineando che “…in Italia si battono tutti i record in termini di capacità di sollevare polveroni per nulla”.
Più o meno gli stessi concetti espressi dal presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, che ha bollato come “pura fantasia” le ipotesi di integrazione tra i due gruppi. Ipotesi che vedono, di volta in volta, Telecom al centro delle speculazioni come possibile ‘preda ambita’ nell’ambito del consolidamento paneuropeo o come ‘moneta di scambio’ di un accordo tra Vivendi e Orange.

L’ex monopolista francese, dal canto suo, è impegnato nel processo di fusione con Bouygues Telecom. Le trattative con i due competitor SFR e Free per la ripartizione degli asset di Bouygues Telecom sembrano vicine alla conclusione. “Penso che siamo vicini a un accordo sui punti principali di questa divisione”, ha detto Richard, ribadendo che i negoziati non si protrarranno oltre la fine di marzo, in un caso o nell’altro.

Secondo gli accordi, il gruppo di Patrick Drahi dovrebbe dividere con Orange i 2,8 milioni di clienti fissi e gli 11,9 milioni di clienti mobili di Bouygues Telecom, prendendo quindi la ‘fetta’ più grossa della torta: in particolare SFR dovrebbe riprendere la clientela business di Bouygues e gli abbonati all’offerta basic B&you.
Free si concentrerebbe invece sulle frequenze e sulle reti di Bouygues e su qualcuno dei 550 negozi dell’operatore.

Altri protagonist potrebbero inoltre affacciarsi sul mercato: Coriolis avrebbe presentato un’offerta da 500 milioni per la clientela business di Bouygues e sembrerebbe interessato alla rete e ai client fissi e mobile della Bretagna.

Resta ancora da chiarire il ruolo dello Stato, che sembra intenzionato a mantenere una partecipazione di almeno il 21% e imporre una clausola di standstill per impedire a Martin Bouygues di aumentare la sua quota nel capitale di Orange. In questo modo, la quota di Bouygues non potrebbe arrivare, come auspicato dal suo presidente, al 15% ma dovrebbe fermarsi al 10%.