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Telecom-Metroweb, il conflitto si sposta alla Consob

Fibra

Sembrano essere ai ferri corti Metroweb e Telecom Italia. L’ex monopolista ha presentato ieri una segnalazione alla Consob a seguito delle dichiarazioni di lunedì di Franco Bassanini, presidente Metroweb e Cdp, in cui sostanzialmente presumeva il falso in bilancio dell’incumbent riguardo la sopravvalutazione della rete in rame con un “goodwill molto notevole”.

 

Non si fa quindi attendere la risposta di Telecom Italia alle ‘supposizioni’ mosse lunedì da Franco Bassanini. L’ex monopolista fa sapere in una nota “di aver presentato una segnalazione per la valutazione, da parte della Commissione, delle determinazioni di competenza”. Le parole di Bassanini oltre ad aver avuto un impatto forte agli occhi dell’incumbent, potrebbero avere ripercussioni sia dal punto di vista del mercato sia sotto il profilo penale.

”Il valore della rete in rame è ricostruito sulla base della delibera del consiglio Agcom (quella che stabilisce le tariffe per l’accesso) ed è pari a 14,9 miliardi”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano.

In giornata arriva  il commento del Presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi in merito alla partita per Metroweb, confermando che “Telecom Italia non ha alcuna posizione preconcetta rispetto all’idea di intraprendere un cammino comune con altri soggetti”.

Ha poi aggiunto “Telecom Italia è la soluzione e non la causa del ritardo digitale del nostro Paese” sottolinenando che “Il piano del Governo sulla banda larga, e la determinazione con cui il presidente del Consiglio ha messo il tema al centro dell’agenda politica, ci hanno trovato entusiasti – ha spiegato – Entusiasti di avere finalmente un governo con una visione del ruolo dell’Ict nel futuro del nostro Paese. Ma i dettagli sono importanti e sui dettagli c’e’ ancora molta confusione e superficialita”. 

La replica di Franco Bassanini non si fa attendere, in una nota odierna ha detto: “Apprendo dai giornali di oggi che avrei messo in dubbio la veridicità dei bilanci della medesima società” ma “le mie affermazioni non hanno avuto alcun effetto negativo sul titolo Telecom, che al contrario nella giornata di martedì ha avuto un andamento largamente positivo e superiore alla media del mercato azionario. Ogni altro eventuale effetto è certamente responsabilità non mia ma evidentemente di chi, alle mie affermazioni, ha attribuito una interpretazione estensiva, attribuendomi giudizi sui bilanci Telecom che non ho dato e non intendo dare” spiegando che “in realtà in un convegno scientifico presso l’Università’ Luiss avevo lunedì esposto le difficoltà incontrate nel tentativo di implementare la soluzione indicata alcuni mesi fa come preferibile dalle due Autorità competenti nel settore, AGCM e AGCom, cioè quella di provvedere alla infrastrutturazione di nuova generazione in fibra ottica mediante una società delle infrastrutture non verticalmente integrata ma partecipata da tutti i maggiori operatori dei servizi di telecomunicazione oltreché da investitori finanziari di lungo termine in grado di offrire identiche condizioni di accesso a tutti gli operatori del settore”.

A monte di questa ‘diatriba’ tra Bassanini e la compagnia tlc, c’è il dossier Metroweb con il conseguente sviluppo della banda ultralarga. Il numero uno di Cdp è sempre stato un promotore del progetto di una società in ‘condominio’ della rete, in cui tutti gli operatori avrebbero avuto una quota paritetica. Così non è stato per Telecom Italia che ha sempre respinto l’offerta, dando pero la propria disponibilità a rilevare l’intera società.

Ad aggravare i rapporti tra le due società, è poi stata la volontà da parte di Telecom Italia di cablare in fibra ottica 40 città entro il 2017 investendo in autonomia (con tecnologia Ftth e Fttb) circa 500 milioni, dichiarazione che non è di certo piaciuta a Metroweb che non ha di certo perso tempo ma, in risposta, ha proposto investimenti per il cablaggio in fibra in 600 comuni.

Il dibattito è continuato anche sui social con botta e risposta tra il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi e  Bassanini sulla questione degli incentivi pubblici per il piano nazionale della banda ultra larga.

Ad ogni modo, nonostante Bassanini la settimana scorsa avesse confermato che tra Telecom e Metroweb il dialogo non era ancora chiuso, alla luce della segnalazione fatta dall’ex monopolista, il futuro sembra incerto. E, come ha sottolineato il presidente dell’Agcom Angelo Maria Cardani, “si parla di continuo ma qualcuno dovrebbe mettersi a fare qualcosa” alludendo ai ritardi dell’Italia nello sviluppo della banda ultralarga.

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