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Telecom Italia verso assemblea da record. Vivendi in cerca di alleati?

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Il presidente Recchi difende il cda: 'da quando si è insediato il titolo è salito del 40% e ha assunto delibere molto importanti di carattere sia ordinario sia straordinario, creando moltissimo valore per l'azienda'.

Si fa in salita la strada per Vivendi alla prossima assemblea Telecom Italia, che si riunirà per votare la conversione  delle azioni risparmio e la proposta del gruppo francese – principale azionista col 20,1% del capitale – di integrare 4 suoi rappresentanti nel cda.

Ieri, a Borse chiuse, Telecom ha comunicato che “risultano legittimati alla partecipazione ai lavori assembleari del 15 dicembre aventi diritto portatori di 7.487.398.214 azioni, corrispondenti al 55,46% del capitale ordinario”.

Una percentuale destinata a salire in prossimità del 60% del capitale – un record che batterebbe l’affluenza del 57% registrata all’ultima assemblea di maggio – e che potrebbe mettere a rischio gli obiettivi di Vincent Bollorè: i fondi azionisti di Telecom Italia – che controllano una quota tra il 20-25% del capitale – si sono infatti schierati contro l’ingresso nel cda di altri 4 consiglieri, che porterebbero il numero a 17, dando il loro tacito sostegno all’amministratore delegato Marco Patuano, da alcuni considerato in bilico se passasse l’ingresso nel board dell’uomo forte di Vivendi, l’ad Arnaud de Puyfontaine.

A Vivendi servono, dunque, alleati: a lavorare alla ricerca di investitori pronti ad assicurare il loro sostegno alla proposta francese (per arrivare a una quota di ‘sicurezza’ pari al 26-28% del capitale) ci sarebbe la banca Bnp Paribas, mentre secondo il quotidiano La Repubblica, Vivendi potrebbe già contare sulla quota in mano alla Caisse des Depot et Consignation e su quella che fa capo a Rothschild oltre alle azioni di un importante hedge fund francese.

Il dato sull’affluenza all’assemblea sarà aggiornato ancora stasera e poi lunedì e più salirà la percentuale di azioni presenti, più la battaglia sarà all’ultimo voto. La decisione di comunicare quotidianamente la percentuale di partecipazione è stata motivata dall’azienda con la volontà di garantire la massima trasparenza ed evitare speculazioni.

Mentre sembra ormai essere tramontata l’ipotesi di dimissioni ‘volontarie’ di un paio di consiglieri Telecom per far spazio a due nomi proposti da Bollorè – una mossa che semmai doveva essere fatta prima – resta da capire come si muoverà Bollorè se l’ingresso dei suoi uomini nel consiglio Telecom non dovesse essere approvato dall’assemblea. Se il patron di Orascom Telecom, Naguib Sawiris, si è detto certo che “Vivendi non lascerà Telecom”, c’è chi è già pronto a scommettere che allora si potrebbe passare al piano B ossia chiedere il rinnovo dell’intero cda.

Una mossa, certo, ostile, ma non estranea allo stile di Bollorè, che sicuro non si aspettava tutto questo bailamme attorno alla sua proposta del resto ‘legittima’, come riconosciuto dallo stesso management della società italiana.

Quanto alle attese della società italiana, il presidente Giuseppe Recchi ha sottolineato che a prescindere da quale sarà il risultato della deliberazione “…Telecom sarà tale e quale a prima, perché proseguirà il piano industriale e non cambieranno gli obiettivi, già comunicati al mercato”.

“L’assemblea è il luogo dove i soci esprimono le proprie indicazioni. Per cui noi siamo spettatori di ciò che l’assemblea delibererà”, ha aggiunto Recchi, sottolineando che “…da quando questo consiglio si è insediato il titolo è salito del 40% e questo consiglio in particolare ha assunto delibere molto importanti di carattere sia ordinario sia straordinario e ha creato moltissimo valore per l’azienda”.