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Telecom Italia, Giuseppe Recchi: ‘Banda ultralarga, nostro piano realistico’

Giuseppe Recchi

Giuseppe Recchi

Nessuna posizione preconcetta all’idea di collaborare con altri soggetti al progetto Metroweb, a patto che esistano le condizioni per creare valore per gli azionisti. Lo ha detto oggi il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, all’assemblea degli azionisti che si è tenuta a Rozzano, l’ultima prima dello scioglimento di Telco, nel corso della quale Recchi ha tenuto a dire che Telecom Italia ”è la soluzione e non la causa del ritardo digitale del nostro paese. Telecom investe e investirà”.

A proposito del piano di investimenti del gruppo, Recchi ha sottolineato che il gruppo “continua a fare investimenti senza chiedere nulla in cambio. Ma come non chiediamo aiuti e aiutini non vorremmo neanche essere penalizzati”.

Recchi ha poi attaccato i “molti improvvisati esperti di banda larga” che dopo la presentazione del piano industriale Telecom “si sono spesi a favore di una soluzione architetturale ritenuta maggiormente ‘a prova di futuro’ (Ftth) bollando le scelte tecnologiche di Telecom che invece prediligono soluzioni Fttc come eccessivamente cautelative”.

Queste valutazioni, aggiunge il presidente, “sono sbagliate per due ordini di motivi: in primis, come abbiamo più volte ribadito, non si tratta di scelte mutuamente esclusive ma al contrario di uno scenario in cui in determinate aree l’architettura Fttcab (fiber to the cabinet, ndr) sarà progressivamente trasformata in Ftth. In secondo luogo è lo stesso principio per cui ‘più una scelta è a prova di futuro, meglio è’ a non essere condivisibile. Gli investimenti di Telecom Italia non devono essere necessariamente ‘a prova di futuro’ (e verrebbe comunque da chiedersi chi è in grado di sapere quale sara’ il futuro nel nostro settore), gli investimenti di Telecom Italia devono essere sostenibili dal punto di vista industriale e finanziario…e in grado di remunerare il capitale che ci vien messo a disposizione da azionisti come voi che ci affidano i loro risparmi”.

Telecom Italia “è un soggetto privato che deve creare valore per i suoi azionisti e non si può permettere di scavare per il gusto di scavare….quando scaviamo lo facciamo per posare fibra ottica nella misura in cui questo genera flussi di cassa incrementali capaci di remunerare l’investimento compiuto”.

Per quanto riguarda il prossimo ingresso di Vivendi come socio di riferimento con una quota dell’8,3%, Recchi ha detto che “Rifiutiamo la logica che gli investimenti stranieri in Telecom Italia siano ‘pericolosi’: chiunque porta capitali e competenze contribuisce a fare del nostro gruppo un gruppo più forte”.

Telecom Italia ha infine ribadito la sua volontà di restare in Brasile e di essere disponibile come piattaforma di distribuzione per altri content provider come Sky, Mediaset Premium e Netflix.

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