Sindacati

‘Telecom Italia al bivio: futuro da Telco o da Media company?’. Intervista a Michele Azzola (Slc-Cgil)

di |

Il Segretario Nazionale Slc-Cgil in vista del confronto con Flavio Cattaneo, nuovo ad di Telecom Italia: ‘Sarà lui a dirci quale futuro vuole Vivendi per l’azienda: resterà nel settore Tlc o si concentrerà sul business multimediale?’

Il nuovo corso di Flavio Cattaneo, neo Amministratore Delegato di Telecom Italia, si apre oggi con il primo Cda che lo vede al timone dell’azienda e prosegue con una tappa importante il 28 aprile, primo incontro fissato dall’azienda con i sindacati di categoria. Cresce quindi l’attesa per verificare le novità del nuovo corso aziendale, dopo l’allarme occupazionale: si parla di circa 15 mila esuberi possibili in Telecom Italia, legati al piano Enel Open Fiber che farebbe concorrenza al business dell’incumbent.

Sul rischio esuberi in Telecom Italia è intervenuta oggi Susanna Camusso, segretario generale della Cgil: “Vorremmo evitare di trovarci in una condizione che Telecom strumentalizzi la scelta sulla banda larga per scaricare sull’occupazione i problemi. Prima delle ultime scalate – ha ricordato Camusso – abbiamo assistito a un’azienda passata nel giro di qualche tempo dall’idea di fare moltissime assunzioni, attraverso la solidarietà espansiva, a una dichiarazione di esuberi. Ma non si dichiarano gli esuberi senza un piano industriale e senza che si dica quale sia il destino dell’azienda”.

Ne abbiamo parlato con Michele Azzola, Segretario Nazionale Slc-Cgil.

Key4biz. Cosa pensa del piano Enel Open Fiber presentato a Palazzo Chigi?

Michele Azzola. La mia è una posizione molto laica, ma la cosa fatta dal Governo con la presentazione a Palazzo Chigi del progetto Enel Open Fiber, che è un’azienda privata benché il primo azionista sia lo Stato tramite il Mef che detiene una quota del 23,50% del capitale sociale, è impresentabile. Non da ora sostengo che la competizione fra reti sia una scelta perdente che rallenterà la diffusione della banda ultralarga, perché i contendenti daranno la precedenza alla copertura in fibra delle aree nere, dove c’è remunerazione di mercato, realizzando fino a 4 o 5 reti che si fanno concorrenza fra loro ma in poche città. In questo modo, la copertura delle aree bianche invece è destinata a restare indietro.

Key4biz. Vista la situazione, c’è un rischio esuberi per Telecom Italia?

 

Michele Azzola. L’allarme sul rischio di circa 15 mila esuberi è stato lanciato da Telecom Italia e non dai sindacati alla vigilia della presentazione a Palazzo Chigi del piano Enel Open Fiber. Tra l’altro, questo è il terzo annuncio del piano banda ultralarga da parte di Renzi, dopo la strategia nazionale annunciata un anno fa e il piano Metroweb, che non si sono mai concretizzati. Ora tocca all’Enel, la speranza è che non sia solo ‘annuncite’.

Detto questo, dovrà essere Telecom Italia a dirci il 28 aprile quale sarà il suo ruolo nel panorama delle Tlc italiane. Il 28 aprile chiederemo all’amministratore delegato Flavio Cattaneo qual è il modello di business di Telecom Italia voluto dal primo azionista Vivendi.

Key4biz. Quali sono le opzioni sul tavolo per il futuro di Telecom Italia?

 

Michele Azzola. Telecom Italia è a un bivio e deve decidere quale sarà il suo futuro in base alla volontà dell’azionista forte Vivendi. Continuerà ad essere un’azienda Tlc, che sceglie di ‘contaminarsi’ per non dire ‘inquinarsi’ con il business multimediale, oppure l’azionista francese deciderà di concentrare il business soltanto sul multimediale, abbandonando le Tlc? Se Vivendi sceglierà la seconda opzione, l’azienda rischia lo smembramento con lo scorporo della rete in rame. Ma in questo caso, che ne sarà del resto dell’azienda?

 

 

Key4biz. Cosa prevede?

Michele Azzola. Difficile dirlo, sarà Flavio Cattaneo che ci dirà come stanno le cose. Certo il mio dubbio o meglio timore è che ci sia già a monte un accordo fra Vivendi e il Governo, che potrebbe essere finalizzato a smembrare Telecom Italia e a scorporare la rete. Anche la manovra del Governo sull’Enel è fattibile soltanto se Telecom Italia è d’accordo. In questo senso, l’intervento di Vivendi sull’allarme esuberi mi è sembrato tardivo. Non vorrei che fosse tutto propedeutico al ritorno della rete in mano allo Stato.

Key4biz. Cosa si aspetta per il futuro prossimo di Telecom Italia?

 

Michele Azzola. Credo che già oggi dopo il Cda si smuoveranno un po’ di cose. Al momento l’azienda è ferma, congelata. E’ vero che l’ex ad Marco Patuano non ha mai fatto funzionare la macchina e che l’azienda, fra multe e alti problemi, si è trovata in stallo. Ma almeno prima era a tutti gli effetti un’azienda di Tlc. In futuro non si sa.