La classifica

Telecamere, le 10 città più videosorvegliate al mondo

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L’Asia fa il pieno di sistemi di videosorveglianza, in particolare la Cina e poi l’India. Molto più indietro i grandi centri urbani europei ed americani. Roma conta solamente 3,59 telecamere ogni 1000 abitanti, contro le 439 mediamente installate in una città cinese. Che ne è della privacy dei cittadini?

Videosorveglianza urbana

In un Report del 2019 pubblicato da IHS Markit, a fine 2021 si stimavano nel mondo più di un miliardo di telecamere attive, di cui 600 milioni circa solo in Cina. Gran parte dei sistemi CCTV (Closed Circuit Television) sono concentrati ovviamente nei centri urbani di medie e grandi dimensioni.

Si tratta di sistemi di videosorveglianza tramite televisioni a circuito chiuso che consentono agli operatori di trasmettere le immagini registrate verso un luogo specifico, accessibile solo a personale specializzato, come le forze dell’ordine o agenzie di sicurezza private.

La classifica delle 10 città più videosorvegliate al mondo, per numero di telecamere ogni 1000 abitanti, vede ai primi posti Cina e India, poi la Russia e molto più indietro i Paesi occidentali.

La Top Ten globale delle città con più telecamere ogni 1000 abitanti

Al primo posto troviamo decine di città cinesi, una quarantina circa, in media con 439,07 telecamere ogni 1000 abitanti.  

Al secondo posto, ma molto distanziata, c’è la città indiana di Hyderabad, con 83,23 telecamere ogni 1000 abitanti, quindi al terzo Indore, sempre in India, con 60,57.

La Top Ten si completa con un’altra città indiana al quarto posto, Delhi, con 19.96 telecamere per 1000 abitanti, segue Singapore, con 17,94, Mosca, con 16,88, Baghdad, con 15,56, Seoul, con 14,47, San Pietroburgo, con 13,49, quindi Londra al decimo posto, con 13,21.

La Capitale britannica è la prima tra le grandi città occidentali per numero di telecamere ogni 1000 abitanti, seguita da Los Angeles, con 10,27, New York, con quasi 8, Berlino, con 7,72, Madrid, con 4,19, Parigi, con 4, Roma, con 3,59.

I rischi della videosorveglianza di massa

Si tratta di sistemi di videosorveglianza impiegati in tanti modi diversi, ad esempio per scopi di sicurezza e sorveglianza in luoghi pubblici, come strade (il traffico della mobilità privata), edifici e sistemi di trasporto, ma anche nelle abitazioni private e nelle aziende per lo stesso scopo.

Il problema, in tutti questi casi, è sempre lo stesso: maggiore il numero delle telecamere, maggiore la possibilità di subire una violazione della privacy.

Questo perché si tratta di attività di videosorveglianza altamente invasive la privacy degli individui e il diritto alla protezione dei dati personali è un diritto fondamentale dell’individuo, come previsto anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (art. 8).

Per questo motivo, occorre un quadro regolatorio forte e in grado di coprire un ampio orizzonte di impiego di queste tecnologie, sia nella fase di installazione, sia di utilizzo.

L’esigenza di sicurezza, sempre più sentita dal cittadino, soprattutto da chi abita in città, in ogni parte del mondo, non deve mai giustificare la violazione della privacy del singolo o favorire la videosorveglianza di massa. Troppo spesso non si è nemmeno avvertiti della presenza di telecamere e si lascia libertà di installazione con il vincolo del rispetto delle regole generali definite dall’Autorità nazionale, nel nostro caso dal Garante Privacy.