Decarbonizzazione

Tecnologie zero emissioni, fondo Ue da 10 miliardi. Centrale il sistema di scambio delle quote di CO2

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“Procediamo a passo spedito nella transizione verso una società moderna e a impatto climatico zero in Europa”: nasce il fondo europeo per l’innovazione green per sviluppare tecnologie pulite avanzate, promuovere le rinnovabili e stoccare/riciclare più CO2 possibile.

Aria pulita, estensione delle aree verdi soprattutto in città, mobilità elettrica e trasporti che non inquinano, maggiori corridoi urbani per biciclette e pedoni, nuove opportunità di business, nuovi posti di lavoro e più in generale una migliore qualità della vita dei cittadini: queste sono solo alcune delle ricadute positive sulla nostra quotidianità grazie alle politiche green e livello locale, nazionale e di Unione europea.

Martedì scorso la Commissione europea ha lanciato un ampio programma di investimenti in tecnologie pulite e a bassa emissione di diossido di carbonio (CO2) in diversi settori strategici dell’economia continentale, per andare incontro alle richieste dei cittadini di maggiore attenzione alla questione ambientale e dei cambiamenti climatici e per aumentare i livelli di competitività delle imprese di ogni singolo Stato membro.

Più si innova, più si diviene competitivi, più si innova, più l’economia locale si decarbonizza. Il mantra dei mercati è questo e il futuro passa obbligatoriamente per questa strada ormai e l’Unione europea punta ad un’accelerazione nel percorso verso un’economia a zero emissioni, istituendo un fondo di investimenti in clean – low carbon – green technologiesda 10 miliardi di euro.

A meno di tre mesi dall’adozione della nostra visione strategica per un’Europa a impatto climatico zero entro il 2050, mettiamo a disposizione i fondi. Il nostro obiettivo è continuare a costruire un’economia che rispetti l’accordo di Parigi e che sia moderna, competitiva e socialmente equa per tutti gli europei. A tal fine, dovremo impiegare tecnologie innovative e pulite su scala industriale”, ha dichiarato in una nota Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione per il clima e l’energia.

Per questo motivo investiamo per mettere sul mercato tecnologie altamente innovative nelle industrie ad alta intensità energeticanella cattura, nello stoccaggio e nell’utilizzo del carbonio, nel settore delle energie rinnovabili e nello stoccaggio dell’energia. Sosteniamo la rapida diffusione di soluzioni tecnologiche in tutti gli Stati membri e procediamo a passo spedito nella transizione verso una società moderna e a impatto climatico zero in Europa“.

Nascerà quindi un fondo per l’innovazione ad alto contenuto tecnologico a impatto ambientale zero e la prima call ci sarà nel 2020, seguita da altre con cadenza regolare fino al 2030.

Tra gli obiettivi fissati dal programma di Bruxelles c’è non solo migliorare la qualità della vita dei cittadini europei, in termini di decarbonizzazione dell’economia e di città più sane e pulite, ma anche in termini di competitività internazionale, puntando alla leadership globale di diversi settori tecnologici green, aumentando i livelli di produttività e i posti di lavoro.

Tale iniziativa è una delle più ambiziose al mondo, sia per volume di investimenti, sia per obiettivi: sviluppare tecnologie e processi innovativi a basse emissioni di carbonio nelle industrie ad alta intensità energetica; stoccaggio della CO2 e suo riutilizzo; ricorso crescente alle fonti energetiche rinnovabili; sviluppare sistemi innovativi di accumulo dell’energia.

Il fondo sarà continuamente finanziato grazie al sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione (EU ETS, o European Union Emissions Trading Scheme), uno dei più avanzati al mondo, che tra il 2020 ed il 2030 venderà sul mercato 450 milioni di quote.

L’EU ETS è considerato da Bruxelles uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra ed è il primo mercato mondiale della CO2 e continua a essere il più esteso.

Secondo dati ufficiale dell’Unione, le emissioni degli impianti che partecipano al sistema stanno diminuendo come auspicato, di poco più del 5% rispetto all’inizio della fase 3 (si vedano i dati del 2016). Nel 2020 le emissioni dei settori disciplinati dal sistema saranno inferiori del 21% rispetto al 2005, mentre nel 2030, nel quadro del sistema modificato, saranno inferiori del 43%.