LA STRATEGIA ITALIANA PER LE TECNOLOGIE QUANTISTICHE
La nuova Strategia italiana per le Tecnologie Quantistiche
L’Italia guarda in avanti e il futuro passa per necessità per la strada complessa e affascinante delle tecnologie più avanzate e quindi impegnative sotto ogni punto di vista, non solo delle conoscenze tecniche, ma anche dell’impatto etico e sociale che queste comportano. È stato così con l’intelligenza artificiale, ugualmente lo è con la quantistica.
Abbiamo avuto una prima rivoluzione quantistica, riferibile alla scoperta delle regole della meccanica quantistica effettuate da figure chiave come Max Planck, Albert Einstein, Niels Bohr, Werner Heisenberg e Erwin Schroedinger, che portò ad invenzioni come il laser e il transistor. Ora è il momento della “seconda rivoluzione quantistica”, che riguarda invece l’utilizzo attivo di tali regole per creare nuove tecnologie a un livello di controllo molto più profondo.
Il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, insieme al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha illustrato in Consiglio dei Ministri la nuova Strategia Italiana per le Tecnologie Quantistiche (TQ), un piano nazionale che mira a posizionare l’Italia proprio in questa seconda rivoluzione quantistica a livello internazionale.
Una posizione da “protagonista”, è specificato nel comunicato del dipartimento per la Trasformazione digitale guidato da Butti, legittimata come ambizione politica da un passato riconosciuto a livello internazionale e da competenze e capacità infrastrutturali che possiamo apprezzare nel presente.
Gli obiettivi e le linee d’azione
La nuova Strategia punta su un ecosistema integrato nei settori del calcolo quantistico, della comunicazione sicura e della sensoristica.
Il piano è stato redatto da un Gruppo di lavoro interministeriale, coordinato da Tommaso Calarco (Università di Bologna) in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), il Ministero della Difesa, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Dipartimento per la Transizione Digitale (DTD).
Quattro le linee di azione per il raggiungimento degli obiettivi primari della Strategia nazionale TQ.
Prima di tutto, rafforzare la ricerca scientifica e le infrastrutture quantistiche valorizzando le eccellenze italiane ed europee e promuovendo sinergie tra università, centri di ricerca e istituti con il sostegno dei finanziamenti pubblici, soprattutto PNRR.
Accelerare la transizione industriale sostenendo startup, PMI e filiere strategiche, è la seconda linea d’azione proposta dalla Strategia, con investimenti in data center, supercalcolo e tecnologie abilitanti, per cogliere la crescita globale prevista nel settore quantistico.
La terza linea passa per la formazione di nuove competenze con percorsi universitari, master e programmi di alta formazione in collaborazione tra Ministeri, università e mondo produttivo, puntando a figure professionali versatili.
Tutelare infine la sicurezza nazionale attraverso la migrazione alle crittografie postquantum e l’uso di sistemi quantistici per la protezione dei dati strategici, in linea con le raccomandazioni europee e il supporto dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
L’Italia tra i pionieri europei del settore quantistico
Il Piano illustrato in Consiglio dei ministri è frutto del lavoro del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale (CITD), che ad inizio luglio aveva ufficialmente adottato la prima Strategia italiana per le tecnologie quantistiche.
In queto modo, l’Italia si posiziona tra i pionieri europei nel settore quantistico, anticipando la futura normativa comunitaria e rafforzando la propria competitività in uno degli ambiti scientifici e industriali più promettenti del XXI secolo.
La Commissione europea ha approvato la Quantum Europe Strategy il 2 luglio 2025, con l’ambizione di rendere l’Europa leader globale entro il 2030.
L’Italia c’è, almeno sulla carta.
Entrambe le strategie puntano su diversi pilastri interconnessi: ricerca e innovazione; infrastrutture quantistiche; ecosistema e industrializzazione; dual‑use (sicurezza e difesa); competenze quantistiche.
C’è un impegno condiviso per la transizione alla PQC e allo sviluppo della QKD, con roadmap europee che raccomandano l’adozione tra il 2026 e il 2030. Altro punto chiave presente nei due testi la volontà di ridurre la dipendenza da tecnologie e infrastrutture di Paesi terzi (in particolare Cina e Stati Uniti).
Rispetto all’Unione europea, l’Italia non definisce cifre precise su budget o tempistiche dettagliate di spesa; manca ancora una stima economica pubblica sia su finanziamenti pubblici che attrazione di capitali privati. L’UE ha mobilitato oltre 11 miliardi di euro in finanziamenti pubblici negli ultimi cinque anni e punta a rafforzare investimenti privati, mentre l’Italia si concentra sulla governance e attrazione di capitale, senza indicare numeri concreti.
La Strategia Italiana per le Tecnologie Quantistiche rappresenta un passo determinante verso la competitività digitale, la sovranità tecnologica e la sicurezza nazionale dell’Italia. Con un modello istituzionale robusto e un’attenzione particolare alla PQC e alla QKD, il piano nazionale riflette le linee guida principali della strategia europea, pur con meno dettaglio sui numeri e senza ancora un piano normativo autonomo come il Quantum Act.
Italia tra i Paesi guida per la quantistica europea
La Commissione europea ha elogiato formalmente il piano italiano. La vicepresidente Henna Virkkunen ha dichiarato che l’Italia è “tra i Paesi guida nella definizione della strategia UE per il quantistico”.
Abbiamo una lunga storia da onorare in questo settore scientifico e tecnologico così strategico per il Paese e l’Europa intera. Enrico Fermi è una delle figure centrali della fisica quantistica del XX secolo. I suoi lavori sul principio di esclusione e sul modello nucleare hanno influenzato profondamente il campo. Negli ultimi decenni, istituti come il CNR, l’INFN e diverse università (Pisa, Padova, Politecnico di Milano, Sapienza) hanno sviluppato competenze avanzate in ottica quantistica, teoria dell’informazione, computazione e metrologia quantistica, riconosciute a livello mondiale.