La tassa etica del 25% sul materiale pornografico
I contenuti per adulti, o video porno, sono a tutti gli effetti opere audiovisive o multimediali “sensibili” secondo la classificazione ATECO. Certo, non le trovi ovunque, le devi cercare e soprattutto sono confinate in determinati siti, a cui, appunto, vi può accedere chi ha raggiunto la maggiore età (posto che davvero funzioni il sistema di verifica dell’età).
Non essendo considerati contenuti editoriali ai fini fiscali in Italia, in quanto creatori di contenuti, coloro che producono e pubblicano questi video, per la legge italiana e per il fisco, devono pagare quella che è stata definita tassa etica.
L’Agenzia delle Entrate ha recentemente risposto ad un interpello presentato dalla società Fiscozen, che chiedeva chiarimenti sull’applicazione al forfettario della tassa etica e sui criteri di calcolo, stabilendo che l’applicazione di questa tassa è da valutarsi “caso per caso”.
La “tassa etica“, nota anche come “porno-tax“, è un’addizionale del 25% sulle imposte sul reddito introdotta dalla legge finanziaria 2006 (art. 1, comma 466, L. 266/2005) e applicata ai ricavi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita o rappresentazione di materiale pornografico, contenuti che incitano alla violenza o trasmissioni che sollecitano la credulità popolare, come cartomanzia.
Il D.P.C.M. del 13 marzo 2009 definisce il materiale pornografico come giornali, opere teatrali, letterarie, cinematografiche, audiovisive o multimediali – inclusi supporti informatici o telematici – contenenti immagini o scene di atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti.
La creator economy di OnlyFans, Fansly, Patreon & Co.
Questa norma colpisce piattaforme online come OnlyFans, Fansly o Patreon, dove creator producono contenuti erotici espliciti, obbligandoli a versare l’addizionale sui ricavi correlati.
Secondo il Rapporto I-Com 2024, con 37.700 creator attivi e una media di 82 influencer ogni 100.000 abitanti, l’Italia si classifica al terzo posto nella “creator economy” europea, preceduta da Spagna e Regno Unito.
Un creator con almeno 10.000 follower può anche arrivare a generare un reddito annuo medio di oltre 84.000 euro l’anno. Su OnlyFans, ad esempio, i creatori di contenuti possono monetizzare il proprio lavoro attraverso abbonamenti a pagamento. Nel 2023, il mercato della creator economy in Italia ha raggiunto un valore di 4,06 miliardi di euro.
Applicazione al regime forfettario
L’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello n. 285 del 4 novembre 2025, ha chiarito che anche i contribuenti in regime forfettario (imposta sostitutiva al 15%) devono pagare la tassa etica, poiché questa addizionale non è sostituita dalla flat tax e si applica alla quota di reddito netto proporzionale ai ricavi “sensibili”.
La base imponibile si calcola forfettariamente applicando il coefficiente di redditività dell’Ateco ai ricavi pertinenti, con aliquota del 25% indicata nel quadro RQ49 del modello Redditi PF.
Modalità di versamento
Il tributo si versa con modello F24 telematico (codici 4003 per acconto prima rata, 4004 per seconda rata o unica soluzione, 4005 per saldo), in saldo e acconto entro il 30 giugno e 30 novembre, seguendo le regole Irpef/Ires.
Per i forfettari con versamenti entro il 30 giugno 2025, la scadenza slitta al 21 luglio senza maggiorazioni.
Tornando all’informazione iniziale, che significa imporre la tassa etica “caso per caso”?
L’interpello di Fiscozen richiede intanto un’analisi valutativa di cosa sia o meno pornografia. Quindi, non è la piattaforma (OnlyFans o altri) a catalogare come porno un contenuto, bisogna guardare nel merito e quindi verificare se ci sia o meno un esplicito atto sessuale e tenere in debito conto il contesto.
Come spiegato su La Repubblica da Elena Battistini, commercialista partner di Fiscozen, dovrebbero restare fuori tassazione le foto di piedi, mani o altri contenuti fetish, che non mostrano atti sessuali espliciti, scene di autoerotismo, semplice nudità o anche simulazione di atti sessuali.
In tutti questi casi mancherebbero gli elementi richiesti dalla definizione di pornografia richiamata dall’Agenzia. A riguardo, lo scorso mese, i Radicali ha presentato un emendamento dal nome “Stop tassa etica”, con l’on. Giulia Pastorella, Deputata e Vicesegretario di Azione, e il Senatore di Azione, Marco Lombardo.
L’obiettivo dei radicali è “cancellare definitivamente una discriminazione fiscale fondata su un giudizio morale, non su criteri di giustizia tributaria”. Una sorta di invito ad uscire da ogni “moralismo punitivo”, muovendosi verso un sistema fiscale più equo e giusto, non basato sul giudizio di moralità della professione, che produce solo discriminazioni e stigmatizzazioni, ormai fuori dalla storia.
