gastronomia

Storie. Verde, bianco e rosso, i colori dell’amore!

di Fabienne Pallamidessi |

Ve lo voglio proprio dire, sarà banale, sarà scontato, sarà quasi una noia per voi sentirvelo ripetere ma per tutto il resto del mondo quella italiana resta, senza alcun dubbio e in primis, la cucina dell’amore!

#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.

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Che emozione dare il via a una nuova rubrica soprattutto se ci darà occasione di entrare ‘a piedi nudi’ nel mondo della cucina e soprattutto delle nostre cucine, dei profumi, delle atmosfere, delle tradizioni, dei racconti, dei ricordi… perché per la ‘grande cuisine’, noblesse oblige, ci sono i grandi maestri, les chefs!

Comunque prima di tutto, ve lo voglio proprio dire, sarà banale, sarà scontato, sarà quasi una noia per voi sentirvelo ripetere ma per tutto il resto del mondo quella italiana resta, senza alcun dubbio e in primis, la cucina dell’amore! Eh sì, perché basta leggere sul menu o dire ‘caprese’, solo per dare un esempio e, per informazione i francesi l’hanno francesizzato e la chiamano ‘salade caprèse’, ‘c’est plus facile’, (quando sono in Italia cercano di dirlo giusto anche se con la nostra “r” non ci facciamo una gran bella figura), comunque appena si dice, anzi, si sussura o si sillaba con sensualità la parola ‘caprese’ sono milioni che immediatamente sentono sulle loro labbra il gusto del sale e sulla loro pelle, il ricordo dei granelli di sabbia tra le lenzuola dopo l’amore, il calore dell’estate, un vento di passione (of course) e di libertà!

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Bene, dopo quest’introduzione ‘caliente’, possiamo dire che la caprese, la saprebbe fare anche un bambino se la mamma lo lasciasse avvicinarsi alla cucina, (scherzo), quindi sono andata a curiosare in rete in cerca di qualche informazione divertente su i suoi tre componenti di base, tralasciando solo per un attimo sua maestà l’olio d’oliva: lo sapevate che il basilico è nativo e cresce selvatico nell’Asia tropicale e in India e che si diffuse dal Medio Oriente in Antica Grecia e in Italia dai tempi di Alessandro Magno, intorno al 350 a.C.? Gagliardo, no?

E il pomodoro? Ebbene è originario delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi che gli diedero il nome di ‘tomatl’ o ‘frutto polposo’. Arrivò probabilmente nel vecchio continente prima a Siviglia, centro principale di scambio internazionale soprattutto con l’Italia. Nel 1544, l’erborista italiano Pietro Andrea Mattioli definì i frutti gialli della pianta del pomodoro ‘mala aurea’, cioè mela d’oro, e più tardi, nel 1554, parlò di una varietà rossa. Chissà perché i pomodori gialli non si sono visti in giro per secoli? Comunque, nel 1554 un erborista olandese, Dodoens, ne fece una descrizione dettagliata e il frutto si guadagnò la reputazione di afrodisiaco. Novità oblige… Questa fama spiega i termini ‘pomme d’amour’ in francese e ‘love apple’ in inglese ed è solo a partire dal XVIII secolo che il pomodoro viene gradualmente utilizzato come ingrediente da cucina ma la ricetta napoletana più antica di cui si è a conoscenza è la ‘salsa di pomodoro alla spagnola’ e risale al 1692.

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Adesso, una francese vorrebbe insinuare che la salsa di pomodori è spagnola??!!! Cominciamo bene! Noooo, non oserei mai!

Prima di lasciarvi, da gustare dopo la caprese: una sequenza ‘come eravamo’: vacanze a Capri 1961

Vedrete, le immagini sono un po’ flou ma la voce OFF è già in se un incanto, ascoltandola si può solo sognare il mitico mondo dei sixties e rivedendo il filmato si possono sempre dire frasi come ‘vedi, eravamo felici e non lo sapevamo’ … e anche vero che eravamo o bimbi o giovani e bellissimi

E per finire con un po’ di glamour “vintage” … Valentino e Jacky a Capri nel 71: decisamente ‘trop cult’!

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