estate

Storie. Il carretto passava e quell’uomo gridava: ‘Gelati’…

di Fabienne Pallamidessi |

Ogni estate ha le sue storie e i suoi racconti dove il mare, la sabbia, il sole, sí sono importanti. Ma il protagonista rimane sempre lui, il gelato.

Eh sì, come non parlare della superstar dell’estate, un altro simbolo dell’eccellenza italiana … Il gelato! Per farlo in modo diverso, ecco un altro racconto venuto dal tempo che fu: ‘Il triciclo magico’.

#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.

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Oggi, 22 giugno 1938, sono ancora punito dalla “mamma del sole”, come già da alcune settimane. Punito di pisolino pomeridiano come tutti i bravi bambini che in quest’epoca non possono neanche andare scalzi né attentare a una cassetta di ciliege né fare il bagno prima di San Giovanni né sporcarsi né giocare con quelli di cui non capisco cosa sia l’esser poveri, monelli o mezzi vagabondi ai quali tutto é concesso (mio padre dice che da bambino, facendo parte dei “privilegiati” non capiva che cosa significasse “essere poveri” e che i ragazzini fai conto figli di pescatori o altro erano “liberi” di fare quello che volevano mentre lui no) … Intanto, mia sorella dorme. Io resisto. Basta chiudere gli occhi quando mamma entra a fare un piccolo controllo.

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Forse già? … Gelati, pezzi durii … No, no! Più tardi! Ma quanto? Eh, ancora tanto … Meno male che il buio non é totale. Ma che ore sono?  Papà é rientrato alle due, abbiamo pranzato, poi subito a letto. Mamma ha già fatto le sue due incursioni di controllo; mezz’ora? Un’ora? Ormai, fra poco, i primi passi giù per la via e le figure cominceranno a entrare, lunghe nel mio chiaro di sole, (invece di chiaro di luna) fra persiane e tendine, via via più strette, filanti verso il Mercato, a destra.

 

Se volessi, concentrandomi, potrei dire di sicuro se questi sono i passi lenti e pesanti di Bertumé, corti e nervosi di Gildo, regolari e sportivi del Signor Rocca, della gobbetta o della sorella, impiegata alle Poste come il Signor Brundu, che mi é sfuggito quest’oggi. Certo che uno rapido come lui attraversa il mio spazio in un batter d’occhio! Ma che fa oggi il Signor Meo, quest’ombra, la sola a quest’ora che viene da destra, verso Cala Gavetta, sempre dopo le prime che vanno al Mercato o al Caffé, da Romolo? Fa sempre lo stesso percorso, il Signor Meo, inconfondibile anche perché il suo riflesso si accorcia e sparisce a metà strada! Mah, chissà! Vista la sua specialità, forse da anche ripetizioni alla Signora che sta qui di fronte … Ah, eccolo!

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Adesso ci siamo … quasi! … Mamma sta macinando il caffè e questi passi sopra di noi sono di Luciano, Nino e Carlo. No. Non c’é da sbagliarsi. E’ l’ora ! Conto fino a dieci … ancora dieci … sette, otto … Gelatiii! Ora posso aspettare, presto sarà qui … Dov’é questa fermata? Di sicuro, davanti al Comune, l’altra, prima di noi, é all’angolo, fra Battaglia e Carboni. Speriamo che non si squagli … che ci siano pochi bambini … che i grandi non li prendano tutti da 50! Dai! Sbrigatevi! E se poi quando é giù da noi non ci sono più ostie da 20 ?

Gelati alla vanigliaaaa … La prossima é per noi, ma perché la mamma non ci chiama?

Ah! La porta: Lino, Sisi, siete svegli?

Chi l’assaggia li ripigliaaa….pezzi duriiii…..crema, limone e cioccolatoooo……….

 

Dopo la guerra, rimase solo la Gelateria Toscana, che nella stagione fredda sfornava deliziosi Castagnacci e Fainè, mentre non rivedemmo più i tricicli delle Gelaterie Romana e Siciliana.

 

Mio padre scrisse ‘Il triciclo magico’ per i suoi nipoti, perché in aggiunta a comuni regali come cellulari o tablet per lui era “importante” lasciare qualche traccia del “suo” mondo … L’estate è anche il tempo del “ritrovarsi”, chissà che belle storie avete da raccontare o da farvi raccontare anche voi … magari mangiando tutti insieme un bel gelato!