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“Stop porno ai minori”. Il governo cerca la soluzione. Tra le ipotesi, app di terze parti

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Il governo italiano nel trovare la soluzione guarda anche alla Francia, dove una misura simile entrerà in vigore in autunno e prevede proprio per i siti porno l’obbligo di verificare l’età degli utenti.

Oggi alle 16:30 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri si tiene la prima riunione istituzionale finalizzata all’introduzione di una norma per stoppare i contenuti violenti e pornografici sugli smartphone e device dei minori, dopo la violenza di gruppo a Palermo e a Caivano, in provincia di Napoli.

A portare avanti questa battaglia da parte del governo c’è soprattutto la ministra della Famiglia Eugenia Roccella. Si punta ad obbligare i siti porno a verificare, con certezza, l’età degli utenti. Il vero nodo è trovare la soluzione tecnologica più efficace per farlo e quindi riuscire a bloccare ai minori la visione di video porno. Tra le ipotesi allo studio, c’è l’uso di app di terze parti specializzate solo nella verifica dell’età.

La piattaforma OnlyFans e la partnership con un’app di terze parti per verificare l’età degli utenti

Il famoso sito di intrattenimento OnlyFans, che spopola soprattutto in UK, è vietato ai minori di 18 anni e da giugno scorso ha iniziato anche ad utilizzare un’app di terze parti, per la precisione Yoti, per la verifica dell’età degli utenti. 

La soluzione funziona così: l’utente fa un selfie, lo manda alla piattaforma specializzata solo nell’accertamento dell’età degli utenti, che, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, si assicura che sia una persona reale, e non un bot o un’immagine in 2D, e poi stima anche l’età, rilasciando lo “score”, per esempio 18+, 13-,25+…

La società garantisce un’accuratezza senza errori, veloce e istantanea e sulle persone dai 13 ai 24 anni può sbagliarsi al massimo di 2 anni. Il tutto senza la richiesta di documenti d’identità.

L’Italia guarda alla legge francese, in vigore dall’autunno prossimo

Questo è un esempio di app di terze parti usate solo per verificare l’età degli utenti. Dal nostro punto di vista, non è sicura una soluzione che si basa solo sull’intelligenza artificiale per verificare l’età degli utenti.

In Italia si è conclusa a giugno scorso la prima sperimentazione di SPID dedicata ai minori. Come è andata? Si può partire da questa sperimentazione per trovare la stretta ai sito porno per gli under 18?

Il governo italiano nel trovare la soluzione guarda anche alla Francia, dove una misura simile entrerà in vigore in autunno e prevede proprio per i siti porno l’obbligo di verificare l’età degli utenti con sanzioni che vanno da 75mila euro o l’1% del fatturato globale fino a 500mila euro o il 6% del fatturato mondiale.

Il governo francese farà rispettare questi due princìpi cardini, definiti dal Garante Privacy, per garantire anonimato e protezione dei dati:

  • Chi certifica che hai l’età richiesta sa chi sei, ma non sa quale sito stai visitando. 
  • Il sito visitato riceve la prova che hai l’età richiesta, ma non sa chi sei.

“Il 2023 sarà la fine dell’accesso ai siti pornografici per i nostri figli”, ha promesso il ministro francese responsabile del digitale, Jean-Noël Barrot

Il sistema dovrebbe essere in “doppio anonimato”, ha detto il ministro. “Chi fornisce la verifica dell’età non sa per cosa verrà utilizzato. Può essere un operatore di telecomunicazioni, un fornitore di identità digitale o qualsiasi altro organismo che possa attestare la maggiore età di una persona. E il sito su cui viene utilizzato il sistema di verifica dell’età non conosce l’identità della persona”, ha spiegato il ministro francese.

Vedremo quale sarà la decisione del governo italiano, anche perché il Digital Services Act (DSA), entrato pienamente in vigore dallo scorso 25 agosto, non affronta specificamente la verifica dell’età degli utenti, ma richiede alle piattaforme online di adottare misure appropriate per proteggere i minori da contenuti dannosi, come la pornografia.

Da metà novembre in Italia scatta il parental control obbligatorio

Ricordiamo che dal 21 novembre prossimo scatterà nei contratti per i semplici consumatori, l’implementazione obbligatoria di sistemi di parental control da parte degli operatori sia sugli smartphone sia sui siti web. Sono esclusi dall’ambito di applicazione i contratti rivolti ad una clientela di tipo business.

Per saperne di più:

Abbiamo intervistato la Commissaria AGCom Laura Aria: “Le nostre linee guida per rendere la misura efficace”