E' scontro

Stipendi Rai, trasparenza inutile se fine a sé stessa

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E’ scontro sui compensi Rai. Dirigenti pagati profumatamente anche per non far nulla. Campo Dall’Orto ribatte: ‘Sono al di sotto della soglia di mercato’

La Rai si appresta oggi a varare quella che è considerata dai più come la grande operazione trasparenza che permetterà a Viale Mazzini di diventare una casa di vetro ovvero di rendere noti a tuti stipendi di top manager, consulenze, appalti…

E’ vero che da oggi tutti questi dati sensibili saranno resi pubblici online, ma è davvero questo il problema?

Si pensa davvero che quei compensi anche se non pubblicati non fossero già noti?

Sicuramente l’operazione trasparenza aiuta, ma è anche vero che il cuore del problema è un altro.

I conti in rosso della Rai, diciamoci la verità, non sono dovuti solo ed esclusivamente all’alto tasso di evasione, al quale il governo ha messo mano da quest’anno collegando il canone alla fattura elettrica, ma anche al fatto che in azienda stanno parcheggiati tanti professionisti che percepiscono fior di stipendi, facendo poco o niente.

La Rai è un carrozzone, giusto per ricorrere a un vecchio gergo che però rende bene l’idea, e sarebbe stato necessario intervenire proprio lì prima di avviare l’operazione trasparenza.

La questione degli stipendi di giornalisti e dirigenti Rai è, intanto, finita davanti alla Corte dei Conti: il Codacons presenta infatti oggi una denuncia alla magistratura contabile in seguito alla pubblicazione online degli “abnormi compensi elargiti dalla rete di Stato ai propri dipendenti”.

“È una vergogna nazionale”, ha detto a gran voce l’associazione, che ora vuole verificare se sussista anche “un danno erariale, visto che gli stipendi vengono pagati con i soldi del canone”.

Freccero: ‘Stipendi elevati per pagare l’obbedienza al partito’

Il consigliere Rai Carlo Freccero ci è andato giù pesante e in un’intervista al Messaggero ha commentato: “Per decenni i contratti di Viale Mazzini sono stati al servizio del potere politico, tanto capriccioso quanto idiota. Pagando con stipendi elevati l’obbedienza e la fedeltà al partito. Contavano le raccomandazioni non i CV… Inoltre nel nome della trasparenza mi piacerebbe anche sapere perché i pensionati come Augias e Merlo di Repubblica vengano pagati dalla Rai mentre i consiglieri del Cda no, per volere della Madia. Tutte leggi scritte male, imperfette e confuse”.

 

Campo Dall’Orto: ‘Remunerazioni al di sotto del 15% rispetto al mercato’

L’annunciata decisione ha aperto uno scontro anche se il presidente Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto si sono detti sereni: “Per noi è una giornata molto importante” hanno detto ieri. Anzi il Dg ha citato l’analisi condotta da Korn Ferry – Hay Group secondo la quale le remunerazioni delle posizioni ai vertici sarebbero al di sotto del 15% di quanto offerto sul mercato.

Un’altra indagine interna, riportano dalla Rai, rivela anche che dal 2012 a oggi il costo della retribuzione dei dirigenti è sceso del 5%, quello dei dirigenti giornalisti del 6,4%.

Campo Dall’Orto è tornato anche sulla questione del tetto dei 240 mila euro di stipendio per i manager pubblici per dire che “ogni tanto torna questa cifra” ma che si tratta di “un tetto superato da tempo” con l’emissione del bond. “Se ci fosse un tetto lo rispetteremmo”.

Sempre il mercato è il motivo per cui, come da norma, non verranno resi noti, invece, gli stipendi delle star.

“La norma – indica Campo Dall’Orto – tiene fuori i contratti artistici, non per fare uno sconto agli artisti, ma per una questione di competitività in un mercato che li pone al centro. Neanche la BBC, che è arrivata alla trasparenza ben prima di noi, li ha mai pubblicati. E’ un tema sensibile perché legato alla possibilità per terzi” di ingaggiarli. “Particolarmente sensibile per la Rai perché noi gli artisti li paghiamo meno dei concorrenti”.

Il Dg ha aggiunto: “Non ci limiteremo al rispetto della norma, vogliamo portare online tutto quello che ci è consentito: abbiamo inserito anche gli stipendi del 2015 e da gennaio ci sarà il Qualitel. Sarà importante vedere l’effetto su un paese che ha bisogno di innovarsi”.

Per il presidente Maggioni, trasparenza “vuol dire responsabilità, perché con i curricula pubblicati si potrà capire chi sono le persone ai vertici e quali capacità hanno”.

“Va tenuto conto – ha osservato – che sono compensi di direttori che tutti giorni svolgono un lavoro enorme, quotidianamente messi in discussione a fronte di grandissime responsabilità: tutto questo va pagato”.

Giacomelli: ‘Il piano trasparenza Rai è un obbligo previsto dalla riforma’

 

“Solo per la precisione – ha precisato il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelliricordo che il piano trasparenza Rai è un obbligo previsto dalla riforma della governance voluta dal governo e votata dalla maggioranza parlamentare. Quella che l’azienda definisce “operazione trasparenza” potrebbe chiamarsi in realtà “adempimenti”.

Usigrai: ‘Parte degli esterni assunti di recente sono tra i più pagati’

Usigrai ha oggi rilanciato: “Noi vogliamo una vera “casa di vetro”: la Rai pubblichi tutti i dati. Non solo alcuni. A quanto ammontano gli appalti? Quali sono le società di produzione che guadagnano di più? Chi sono gli agenti più utilizzati? E quali sono gli ingaggi dei conduttori, anche delle trasmissioni informative? Sono solo alcune delle domande alle quali il cosiddetto Piano Trasparenza non dà risposta”.

“Notiamo poi che buona parte degli esterni assunti di recente sono tra i più pagati. E in più, ben 15 sono anche a tempo indeterminato. Un motivo in più per dire che le infornate dall’esterno sono spesso inutili e fonte di sprechi”.

Fico: ‘Stanno venendo a galla trent’anni di mala gestione’

Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai (M5S), in un’intervista al ‘Fatto quotidiano’ ha difeso l’operato dell’organismo parlamentare: “La Vigilanza ha fatto tutto quello che poteva e doveva”.

Fico torna invece sui tetti degli stipendi: “Sul tetto dei 240 mila euro deve muoversi il governo, di cui fanno parte anche gli esponenti del Pd che oggi si lamentano”.

“Nei prossimi giorni – ha detto Fico – convocherò in Vigilanza il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, proprio sul piano trasparenza”, ma “sarebbe ingeneroso caricare tutto sulle spalle dell’attuale direttore generale. Stanno venendo a galla trent’anni di mala gestione”.

Orfini: ‘Campo Dall’Orto trovi una soluzione’

Molto schietto Matteo Orfini, presidente Pd, che in un’intervista a Repubblica ha detto chiaramente: “Questa battaglia non la lascio a Di Battista e Di Maio”.

 “Il Partito democratico l’ha fatta cinque anni fa denunciando gli stipendi dei dirigenti Rai e lo scandalo di chi li prendeva non facendo niente. Adesso Campo Dall’Orto ha il dovere di trovare una soluzione al problema”.

Giro: ‘Il Dg Rai si riduca lo stipendio’

Sulla stessa linea Forza Italia. il senatore Francesco Giro ha rilanciato: “Il direttore generale della Rai Campo dall’Orto dia il buon esempio, invece di dire che ha le mani legate, si riduca subito lo stipendio milionario. Guadagnare quasi 60 mila euro al mese è inaccettabile. Persino il suo omologo alla Bbc guadagna molto di meno”.

Maroni: ‘Scandaloso. Questi stipendi sono pagati col canone’

il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, commentando questa mattina, in diretta a Radio24, gli stipendi di alcuni dirigenti Rai, ha sottolineato: “Spesso si accusano i politici e gli amministratori locali di prendere troppi soldi e di essere pieni di privilegi, poi si scopre che ci sono delle persone che prendono due-trecentomila euro l’anno magari per non fare nulla. Mi sembra una cosa un po’ scandalosa, visto poi che questi stipendi sono pagati anche dal canone, che sono soldi di tutti”.

Salvini: ‘Canone in bolletta, ciliegina su una torta andata a male’

Il segretario della Lega, Matteo Salvini pensa “che il futuro della Rai sia una privatizzazione”, che le consenta di “essere messa sul mercato in competizione. Il canone in bolletta è stata la ciliegina su una torta andata a male”.

Anzaldi: ‘In Rai decine di compensi ben oltre il tetto imposto dal governo’

Per Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, “grazie alla Riforma Rai varata dal governo, approvata in fretta per dare all’azienda i primi strumenti per imprimere una svolta visibile al proprio operato, la Rai è stata costretta a pubblicare i compensi dei propri dirigenti. Lo prevede l’articolo 2 della Riforma, che ha imposto l’obbligo di pubblicazione del ‘Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale’ con tutti gli stipendi di amministratori e dirigenti”.

 “C’è voluta una legge ad hoc – ha ribadito Anzaldi – perché la Rai, anche di fronte alle insistenze della commissione di Vigilanza negli ultimi anni, si era sempre rifiutata di adempiere a quella che per la tv pubblica avrebbe dovuto essere la condizione minima di trasparenza nei confronti dei cittadini che la finanziano con il canone. Peraltro la commissione di Vigilanza, all’unanimità l’11 novembre 2015, aveva approvato un parere con il quale chiedeva alla Rai di mettere nello Statuto il tetto da 24 0mila euro”.

“Le prime indiscrezioni –  ha aggiunto il deputato – mostrano decine di compensi alla Rai ben oltre il tetto imposto dal governo ai manager pubblici (240 mila euro, comunque un signor stipendio), che riguardano anche dirigenti, conduttori e direttori di cui i telespettatori hanno da tempo perso qualsiasi memoria. Persone che si pensava avessero cambiato lavoro, azienda e in alcuni casi anche Paese. Invece la Rai continua a pagarli profumatamente, spesso per stare chiusi in un ufficio senza alcuna mansione. Possibile che di fronte a questi casi la Rai non abbia voluto neanche continuare ad applicare perlomeno il tetto da 240 mila euro?”

“Possibile che con decine di professionisti che prendono queste cifre, la Rai continui ad andare avanti con le assunzioni di esterni, i cui compensi, come vediamo, sono ben al di sopra del tetto?”, si è domandato Anzaldi. “Peraltro, secondo quanto riportato sulla stampa, ai compensi pubblicati si aggiungerebbero anche ulteriori benefit, parti variabili dello stipendio, carte di credito, abitazioni: questo dato quando verrà pubblicato? E quanto pesa? Se non arriveranno risposte, il governo dovrebbe valutare di verificare se la norma sulla trasparenza sia effettivamente rispettata. Perché non è il presidente della Vigilanza Roberto Fico a chiedere chiarezza su questo?”.