Space economy

Stazione spaziale, Villadei porta i fusilli. Tra interessi nazionali e commerciali, così cambiano i voli nello spazio

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L’ultima missione spaziale organizzata da Axiom Space, NASA e Space X sta portando verso la Stazione spaziale internazionale altri tre astronauti, tra cui l’italiano Walter Villadei. Ognuno ha portato con sé un simbolo del proprio Paese. Tra interessi nazionali e commerciali, ecco come cambiano i voli nello spazio.

Ax-3, la nuova missione spaziale con un italiano a bordo

Nel 1998 l’imprenditore americano Robert Bigelow fondava in Nevada la Bigelow Aerospace. Obiettivo dell’impresa era (ed è ancora) creare un tour spaziale per facoltosi clienti attraverso una rete di stazioni spaziali private, da affittare principalmente a soggetti sponsorizzati dai rispettivi Governi.

I primi a firmare degli accordi in tal senso sono stati i Paesi Bassi, Singapore, Svezia, Australia e Gran Bretagna. Un vero pioniere Bigelow, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in questi ultimi anni con il susseguirsi di lanci commerciali di satelliti e missioni con astronauti a bordo.

Insomma, abbiamo visto nascere quella che è ormai definita la space economy per portare sempre più gente nello spazio (anche se in orbita terrestre) e quindi creare le condizioni per la nascita di un vero e proprio mercato di riferimento, non più solamente ad appannaggio di ambienti militari e di agenzie governative.

Nel tardo pomeriggio di ieri dal Kennedy Space Center della NASA a Cape Canaveral in Florida, è partito il razzo Falcon che porterà la missione Ax-3 verso la Stazione spaziale internazionale, con arrivo previsto per domani mattina, sabato 20 gennaio 2024.

Walter Villadei

I tre uomini dell’equipaggio, il colonnello dell’Aeronautica militare italiana, Walter Villadei, l’ex pilota di caccia militari svedese Marcus Wandt e il capitano della Turkish Airlines Alper Gezeravci, trascorreranno nella stazione spaziale internazionale circa due settimane, durante le quali dovranno eseguire diversi esperimenti di laboratorio, ma anche fare molte interviste e parlare con le scuole dallo spazio.

Ad accompagnarli anche il comandante Michael Lopez-Alegria, l’unico astronauta della NASA in missione, anche se in pensione.

Verso la Stazione spaziale internazionale i fusilli, il Premio Nobel e la cultura nomade

Si tratta del terzo viaggio di questo tipo organizzato da Axiom Space, società americana con base a Houston, assieme alla NASA e alla Space X di Elon Musk. Ogni Paese ha pagato per il suo membro dell’equipaggio circa 55 milioni di dollari, secondo quanto riportato da NBC News.

Ogni astronauta ha portato con sé qualcosa in rappresentanza simbolica del proprio Paese di origine: l’italiano Villadei i fusilli, lo svedese il Premio Nobel, il turco testimonianze della cultura nomade anatolica.

Villadei ha già volato fino ai confini dello spazio la scorsa estate con un volo Virgin Galactic. Gezeravci, invece, è il primo turco a volare nello spazio.

Cosa cambia con la space economy

Un tempo lanci spaziali del genere potevano essere organizzati, finanziari ed eseguiti solo da Governi ed agenzie governative che lavoravano nel settore spaziale. Oggi, con lo sviluppo della space economy, non è più così. Ci sono società private che organizzano e rendono possibili questi viaggi affittando i propri razzi e veicoli spaziali. Si prenota una corsa, come con l’autobus, solo che i costi sono proibitivi per una persona qualsiasi.

La Axiom non solo effettua viaggi spaziali, ma sta sviluppando una propria stazione spaziale, fabbrica tute ed equipaggiamenti, anche per la NASA, organizza soggiorni per due settimane sulla Stazione spaziale internazionale.

In questo modo le agenzie spaziali di Stati Uniti, Unione europea e Russia, possono portare nello spazio molti più astronauti di prima, accontentando, come nel caso europeo, molte nazioni che (pur mettendo molti soldi nei progetti) avrebbero altrimenti dovuto aspettare molto più tempo.

Ogni Stato vorrebbe sempre un proprio astronauta in missione o in attesa di una prossima partenza, ma non ci sono abbastanza programmi spaziali per sostenere la domanda, ecco perché arrivano i viaggi commerciali.

In questo modo si possono accontentare più Paesi in un breve lasso di tempo (almeno rispetto a qualche anno fa).

Mezzo mondo nello spazio

Gli Emirati Arabi Uniti hanno acquistato nel 2019 un volo sul razzo russo Soyuz per un soggiorno di otto giorni presso la Stazione spaziale internazionale, si legge sul New York Times, per l’astronauta Hazzaa Al-Mansoori.

Axiom Space ha organizzato più soggiorni per tre astronauti dell’Arabia Saudita presso la Stazione spaziale durante il 2023. I prossimi Paesi in lista per portare un proprio astronauta in cielo sono Polonia e Gran Bretagna.

La Cina non è certamente da meno e nel 2023, dalla stazione di lancio Jiunquan, nel deserto del Gobi, ha inviato altri tre astronauti, o taikonauti, sulla sua stazione spaziale chiamata Tiangong, o Palazzo Celeste.

La Russia, neanche a parlarne, ha una lunghissima tradizione di viaggi nello spazio. I suoi programmi spaziali sono partiti nel 1959, con 24 missioni, di cui 15 portate a termine con successo. L’ultima nel 1976, chiamata Luna-24, che ha riportato sulla Terra 170 grami di suolo lunare.

Ad agosto 2023 è partita la missione Luna-25, con cui la Russia punta a tornare sul suolo lunare dopo 47 anni. Il lancio è avvenuto con un razzo Soyuz dal cosmodromo di Vostochny.