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Copyright: le nuove proposte Ue. Juncker: ‘La creazione non è un hobby, va tutelata’

Ha parlato anche di diritto d’autore il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel discorso sullo Stato dell’Unione che ha tenuto oggi a Strasburgo.

“Nell’era del digitale, dobbiamo anche fornire ai nostri artisti e creatori i mezzi per agire e tutelare le loro opere”.

“Artisti e creatori – aggiunge – sono i gioielli d’Europa”.

Poi Juncker, rilancia: “La creazione di contenuti non è un hobby. E’ un lavoro. Fa parte della nostra cultura europea”.

“Voglio che giornalisti, editori e autori siano compensati in modo equo per il loro lavoro, poco importa se è stato realizzato in uno studio o in salotto, distribuito offline oppure online, pubblicato grazie a una fotocopiatrice o disponibile a un link“, ribadisce il presidente della Commissione Ue.

“E’ questo che permette il consolidamento delle regole europee del diritto d’autore che presenteremo oggi”.

“Dare i mezzi alla nostra economia significa investire nella connettività ma anche nella creazione di posti di lavoro”.

“Ecco perché – ha concluso Juncker – l’Europa deve investire massicciamente sui giovani, sulla forza lavoro e sulle startup”.

Pomeriggio sono state presentate le proposte della Ue sul diritto d’autore che potrebbero risolvere l’annosa querelle che contrappone editori a motori di ricerca.

Importanti novità che costituiscono in elemento fondamentale della Strategia per il Mercato Unico Digitale volte a garantire:

Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il Mercato Unico Digitale, ha dichiarato: “L’Europa desidera un accesso transfrontaliero alla nostra cultura così ricca e varia. La nostra proposta garantirà una maggiore disponibilità di contenuti, trasformando le norme europee sul diritto d’autore alla luce della nuova era digitale. Il contenuto creativo dell’Europa non deve essere inaccessibile, ma deve anche essere rigorosamente protetto, in particolare per migliorare le possibilità di remunerazione dei nostri creatori. Avevamo annunciato che tutte le nostre iniziative per creare un mercato unico digitale sarebbero state completate entro la fine dell’anno e stiamo mantenendo la nostra promessa. Senza un mercato unico digitale efficiente perderemo creatività, crescita e occupazione.”

 

Per Günther H. Oettinger, Commissario per l’Economia e la società digitali, “La nostra industria creativa trarrà vantaggio da queste riforme che affrontano con successo le sfide dell’era digitale e offrono ai consumatori europei una più ampia scelta di contenuti da utilizzare. Noi proponiamo un ambiente per il diritto d’autore che sia stimolante, equo e che premi gli investimenti.”

Le proposte odierne sui diritti d’autore vertono su tre priorità principali:

  1. Maggiori possibilità di scelta e migliore accesso ai contenuti online e transfrontalieri

Con la proposta sulla portabilità dei contenuti online, presentata nel dicembre 2015, la Ue indica di aver concesso ai consumatori il diritto di utilizzare i propri abbonamenti online di film, musica, libri elettronici (eBook) quando si trovano al di fuori del paese di origine, ad esempio per trascorrere vacanze o per viaggi di lavoro.

Oggi – indica la Ue – proponiamo un meccanismo giuridico che consenta alle emittenti di ottenere più facilmente le autorizzazioni dei titolari dei diritti di cui hanno bisogno per trasmettere programmi online in altri Stati membri dell’Ue. Si tratta di programmi che le emittenti trasmettono online contemporaneamente alle loro trasmissioni televisive nonché ai servizi di catch-up che desiderano mettere a disposizione online in altri Stati membri, come MyTF1 in Francia, ZDF Mediathek in Germania, TV3 Play in Danimarca, Svezia e negli Stati baltici e AtresPlayer in Spagna”.

Le norme odierne renderanno più facile per gli operatori che offrono pacchetti di canali televisivi ottenere le autorizzazioni di cui hanno bisogno: invece di dover negoziare individualmente con ciascun titolare di diritti al fine di poter offrire tali pacchetti di canali provenienti da altri Stati membri dell’Ue, saranno in grado di ottenere le licenze tramite organismi di gestione collettiva che rappresentano i titolari dei diritti. Questa soluzione aumenterà anche la scelta dei contenuti per i loro clienti.

La Ue indica che “per contribuire allo sviluppo delle offerte VOD in Europa, chiediamo agli Stati membri di istituire organismi di negoziazione per raggiungere accordi in materia di concessione di licenze, comprese quelle per i servizi transfrontalieri, tra i titolari di diritti audiovisivi e le piattaforme VOD. Un dialogo con il settore audiovisivo sulle licenze e l’uso di strumenti innovativi come le piattaforme per la concessione di licenze completerà questo meccanismo”.

Per migliorare l’accesso al ricco patrimonio culturale europeo, la nuova direttiva sul diritto d’autore aiuterà i musei, gli archivi e le altre istituzioni a digitalizzare e rendere disponibile a livello transfrontaliero opere fuori commercio, come libri o film protetti da diritti d’autore ma non più disponibili al pubblico.

In parallelo, la Commissione utilizzerà 1,46 miliardi di EUR del programma MEDIA di “Europa creativa” per sostenere ulteriormente la circolazione dei contenuti creativi al di là delle frontiere.

  1. Miglioramento delle norme sul diritto d’autore per la ricerca, l’istruzione e l’inclusione delle persone con disabilità

Gli studenti e gli insegnanti desiderano utilizzare materiali e tecnologie di apprendimento digitali, ma oggi quasi 1 su 4 educatori si trova ogni settimana di fronte a restrizioni relative ai diritti d’autore nella propria attività di insegnamento digitale. La Commissione ha proposto oggi una nuova eccezione per consentire agli istituti educativi di utilizzare materiali per illustrare l’insegnamento grazie a strumenti digitali e corsi online attraverso le frontiere.

La direttiva proposta, sostiene la Ue, contribuirà inoltre a rendere più facile per i ricercatori in tutta l’UE l’uso delle tecnologie di text and data mining (TDM) per l’analisi di grandi insiemi di dati. Questo darà un impulso quanto mai necessario alla ricerca in materia di innovazione, considerando che attualmente quasi tutte le pubblicazioni scientifiche sono digitali e il loro volume complessivo è in aumento dell’8-9% ogni anno in tutto il mondo.

La Commissione propone inoltre una nuova eccezione Ue obbligatoria che consenta alle istituzioni che gestiscono il patrimonio culturale di preservare le opere in formato digitale, fondamentali per la sopravvivenza del patrimonio culturale e per l’accesso dei cittadini a lungo termine.

Si tratta di una legislazione per attuare il trattato di Marrakech volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa.

  1. Un mercato più equo e sostenibile per i creatori e la stampa

La direttiva sul diritto d’autore ha lo scopo rafforzare la posizione dei titolari dei diritti nella negoziazione e nella percezione di una remunerazione per lo sfruttamento online dei contenuti su piattaforme per la condivisione di video quali YouTube o Dailymotion. Tali piattaforme avranno l’obbligo di utilizzare strumenti efficaci, come tecnologie per individuare automaticamente canzoni o opere audiovisive che i titolari dei diritti hanno identificato e la cui autorizzazione o eliminazione è stata concordata con le piattaforme.

I giornali, le riviste e altre pubblicazioni su stampa hanno beneficiato del passaggio dalla stampa ai servizi digitali e online quali i media sociali e gli aggregatori di notizie. Ciò ha portato a un pubblico più vasto, ma ha anche avuto un effetto sugli introiti pubblicitari e ha reso la concessione di licenze e il rispetto dei diritti di tali pubblicazioni sempre più difficile. La Commissione propone di introdurre un nuovo diritto connesso per gli editori, analogo a quello già esistente nel diritto dell’Unione per i produttori di film, i produttori discografici (di fonogrammi) e altri operatori delle industrie creative come le emittenti.

Il nuovo diritto – sottolinea la Ue – riconosce l’importante ruolo svolto dagli editori a stampa nell’investire in contenuti giornalistici di qualità e nel crearli, che è essenziale per l’accesso dei cittadini alla conoscenza nelle nostre società democratiche. Poiché saranno giuridicamente riconosciuti per la prima volta come titolari dei diritti, si troveranno in una posizione migliore quando dovranno negoziare con i servizi online l’uso dei propri contenuti o l’accesso ad essi e saranno maggiormente in grado di combattere la pirateria. Questo approccio fornirà a tutti gli operatori un quadro giuridico chiaro per la concessione di licenze per contenuti ad uso digitale e contribuirà allo sviluppo di modelli commerciali innovativi a vantaggio dei consumatori”.

Il progetto di direttiva obbliga inoltre gli editori e i produttori alla trasparenza e ad informare gli autori o gli interpreti o esecutori dei profitti ottenuti con le loro opere. Inoltre istituisce un meccanismo per aiutare gli autori e gli interpreti ed esecutori ad ottenere una quota equa della remunerazione in sede di negoziazione con i produttori e gli editori e dovrebbe condurre ad un grado più elevato di fiducia tra tutti gli attori della catena del valore digitale.

L’apprezzamento di FIMI

 

FIMI accoglie positivamente questa iniziativa che tenta di affrontare e gestire il “value gap”: la questione più spinosa che in questo momento il settore musicale in Europa e nel mondo si trova ad affrontare.

Il “value gap”, si legge nella nota di FIMI, è l’eccessiva sproporzione esistente tra il consumo di musica nel mondo ed i ricavi che ne derivano per gli aventi diritto.

“È causato da una distorsione del mercato che permette ad alcune aziende di servizi digitali di aggirare le norme che governano le licenze musicali. Tutto ciò nega a musicisti, artisti, compositori e investitori la giusta compensazione per il loro lavoro; determina minori investimenti di quanti altrimenti possibili e minore proposta di nuova musica. Infine, ciò devia la regolare competizione tra servizi digitali”.

Per FIMI, la proposta di oggi conferma che i servizi che rendono disponibile il caricamento di contenuti finalizzati a promuovere e monetizzare musica, dovrebbero essere gestiti con le stesse regole relative al copyright, esistenti per gli altri servizi che forniscono musica on-demand.

Commentando la proposta, il Chief Executive di IFPI, Frances Moore ha dichiarato: “Per raggiungere una crescita sostenibile, il settore musicale ha bisogno di agire a condizioni paritarie con gli altri soggetti in campo. Questo significa creare un ambiente dove le regole sul copyright sono correttamente applicate, così che i creatori e i produttori possano essere sicuri di investire. Questo inoltre significa, permettere ai servizi digitali di competere secondo termini giusti e abilitare i consumatori ad accedere tranquillamente alla musica attraverso differenti fonti.”

Enzo Mazza, Ceo FIMI, ha aggiunto: “La proposta di oggi è un ottimo inizio verso la creazione di un ambiente migliore e più giusto in Europa. Soprattutto perché conferma che le piattaforme che consentono il caricamento di contenuti come YouTube, che sono la più  larga fonte di musica on-demand, non dovrebbero poter agire al di fuori delle normali regole di licenza.”

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