Le nomine

Stati Generali dell’Innovazione rinnova i vertici e punta su competenze, etica e sviluppo responsabile

di Fulvio Ananasso - Presidente, Stati Generali dell’Innovazione |

Il 12 dicembre si sono concluse le operazioni di voto online dell’Assemblea di Stati Generali dell’Innovazione (SGI), sistema utilizzato per interagire efficacemente con soci sparsi su tutto il territorio nazionale.

Fulvio Ananasso eletto Presidente dall’Assemblea online. Sergio Farruggia (Vice Presidente), Paolo Russo (Segretario Generale) e Altheo Valentini (Tesoriere) nel nuovo Consiglio Direttivo, che si avvarrà di un Comitato di Coordinamento organizzato per linee di sviluppo su alcuni dei principali temi della Internet Society.

Il 12 dicembre u.s. si sono concluse le operazioni di voto online dell’Assemblea di Stati Generali dell’Innovazione (SGI), secondo uno standard di coordinamento e co-working in Rete regolarmente utilizzati per interagire efficacemente con soci sparsi su tutto il territorio nazionale.

Stati Generali dell’Innovazione, Associazione apolitica no profit fondata nel 2011 allo scopo di agevolare una prospettiva condivisa per le politiche dell’Innovazione in Italia, rinnova l’impegno a porsi come ausilio di riferimento per chiunque sia impegnato sul fronte dell’Innovazione (onde favorire la sinergia delle varie iniziative), definire un percorso per organizzare “dal basso” e sul territorio politiche per l’Innovazione (attraverso incontri tematici, seminari, e-collaboration, …) ed elaborare, aggiornare e promuovere un programma per l’Innovazione nel Paese — e in prospettiva su scala internazionale. A tale fine, l’Associazione è presente ed attiva su varie tematiche della Società della Trasformazione Digitale.

In particolare, nel presidio dei temi relativi all’Etica e Responsabilità Sociale nell’Innovazione, con specifico riguardo ai temi legati alla protezione dei dati personali e alle prospettive occupazionali nell’Economia di Internet – nuovi lavori e relative opportunità e problematiche.

Nel supporto ad attività di divulgazione della cultura del digitale e dell’innovazione nelle scuole, come la rete SIDERA (Scuola, Innovazione, Digitale, Esperienza / Educazione, Rete, Ascolto), il repository RED (Risorse Educative Digitali) del Patrimonio Culturale per la Digital Cultural Heritage (DiCultHer) Arts & Humanities School, supporto a progetti di Alternanza Scuola-Lavoro, supporto alla progettazione PON MIUR Patrimonio Culturale, Social Hackathon, …

Nel presidio di tavoli e iniziative rilevanti per l’innovazione dei processi e lo sviluppo responsabile, quali ad esempio l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), Open Government Partnership (OGP), Internet Governance Forum (IGF), Agenda Tevere, Forum Innovazione di Roma Capitale, User Forum Nazionale del Programma Copernicus,  gruppi di lavoro UNINFO per nuovi profili professionali nel settore della Geographic Information / geomatica (Geographic Information Manager, Geographic Knowledge Enabler), supporto ad attività di creazione delle relative competenze (Open Geo Data School), …

Sul versante della comunicazione, nei patrocinî e partecipazioni a Congressi ed Eventi — ASITA, AM/FM GIS Italia, CNR, EthosIT, Internet Governance Forum Italia, Salone della Corporate Social Responsibility (CSR), Sapienza, … associati alla pubblicazione di contributi e articoli su newsletter e riviste tecniche — Agenda Digitale, Aracne, Corriere delle Comunicazioni, Diritto Mercato e Tecnologia, Forum PA, Springer, TechEconomy, …

Con l’estendersi della presenza territoriale dei Soci SGI in quasi tutte le Regioni Italiane, la sede principale di Roma è stata affiancata da una secondaria (Piemonte), con l’intento di iniziare un processo aggregativo di altri nuclei di Soci in sedi aggiuntive nel Centro-Nord, Sud e Isole, anche (co)organizzando eventi itineranti. La dimensione sovranazionale dell’Economia Digitale spinge poi alla ricerca di “massa critica” e alleanze / accordi di collaborazione con stakeholder nazionali ed internazionali — uno dei principali obiettivi strategici del prossimo anno.

Relativamente al Programma di Lavoro 2018, un significativo numero di Soci si sono impegnati a collaborare ad oltre quindici linee di azione, i cui Responsabili costituiscono il Comitato di Coordinamento  che affiancherà e supporterà il Consiglio Direttivo (Ananasso-Farruggia-Russo-Valentini), per un totale di 12 persone tra Coordinamento e Direttivo. I relativi progetti mirano a presidiare le aree dell’e-competence framework (e-CF) nella Scuola, Università, P.A., Enti Locali, … – V. ad es. curriculum di educazione civica e consapevolezza digitale MIUR -; Open Government / Data; Infrastrutture Digitali – reti e servizi ultrabroadband, 5G, registri e servizi geo-referenziati (“spatially enabled society”) -; iniziative di formazione, sviluppo e valorizzazione dei Beni Culturali; ecc. E in generale (filo conduttore di tutte o quasi le linee progettuali), Innovazione e Sviluppo Responsabile, con enfasi sui 17 sustainable development goals (SDG) dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. In tale quadro si inserisce la collaborazione con ASviS nel presidio attivo di vari SDG e nella preparazione di una “Carta di Intenti per lo Sviluppo Sostenibile” da sottoporre alle Forze Politiche in vista delle Elezioni di primavera, per l’auspicabile costituzione nella prossima legislatura di un “Intergruppo Parlamentale per lo Sviluppo Sostenibile” sulla scorta delle esperienze di SGI nelle Elezioni del 2013, che contribuì alla costituzione nel 2014 dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica.

Quanto sopra, nella sempre maggiore consapevolezza della necessità del primato dell’Etica nell’Innovazione, soprattutto tenendo conto delle nuove frontiere della Scienza dei dati (“Etica dei dati”), relativamente ai profilamenti d’utente, protezione dei dati personali e prospettive di sviluppo culturale e professionale nell’Economia di Internet (e.g. nuovi “lavori digitali”), possibilità di nuove occupazioni ma anche di precarietà e vessazioni al limite dello sfruttamento, ecc. Lungi infatti da qualsiasi forma o tentazione di “tecnofobia”, l’evidente miglioramento della qualità della vita e sviluppo economico stimolati dal costante e inarrestabile progresso tecnologico non devono però far dimenticare la necessità di assicurarsi che etica e bene comune siano i punti focali di tutte le attività che gravitano attorno alla Società della Rete, incoraggiando l’assunzione delle responsabilità sociali di tutti gli stakeholder (Società Civile, Imprese, Professionisti, Finanza, Istituzioni, Politica, …), la gestione di persone e risorse per progettare e sviluppare processi e sistemi al fine di migliorare la qualità della vita (privata e lavorativa), sostenendo politiche atte a proteggere la dignità degli utenti e delle persone influenzate dai sistemi e dalle relative tecnologie – ad iniziare dalla protezione dei dati personali.

Le soluzioni big data, cognitive computing, intelligenza artificiale, (e associate possibilità di user profiling) pongono infatti nuove sfide etiche che richiedono un processo di maturazione di consapevolezza ed evoluzione dei criteri di valutazione dell’Etica, sia per i professionisti che lavorano in questo campo, che per coloro che ne devono definire policy e regole – V. ad es. iniziative autonome dei giganti del web negli USA, Acceptable Intelligence with Responsibility (AIR, Giappone), ecc. Del resto, un problema centrale della “società della Rete” (sovente sottovalutato o ignorato dai più, soprattutto giovani) è contemperare libertà di espressione, principî democratici, diritto di impresa e libertà di innovazione e iniziativa economica, con l’ “economia della privacy”, cioè la rinuncia di fatto (totale o parziale) alla tutela dei propri dati personali in cambio di applicazioni e servizi percepiti come migliorativi della qualità della vita – social media, servizi di localizzazione e tracciamento, …

C’è poi il grande problema dei potenziali costi sociali indotti dall’evoluzione tecnologica: il tema del “lavoro” nella società di internet. Tutti i lavori sono sostanzialmente influenzati dal processo di digital transformation, essendo evidente come nel breve / medio termine le information & communication technologies (ICT) riducano i posti di lavoro. Una formazione ICT specifica dovrebbe però aprire, nel medio / lungo termine, nuove opportunità nei settori emergenti — Impresa 4.0, robotica, intelligenza artificiale, data science,…

L’innovazione tecnologica deve contribuire al benessere generale e ridurre le disuguaglianze, come altresì sottolineato dal sustainable development goal #10 dell’Agenda ONU 2030 (“Ridurre disuguaglianze nelle e tra le Nazioni”). Sta di fatto che i protagonisti dell’Economia Digitale GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) capitalizzino attualmente ~3.400 US$B (5° GDP al mondo!), ed esprimano 3 delle 8 persone che nel 2016 possedevano metà della ricchezza del Pianeta – erano 388 nel 2010 e 62 nel 2015 (fonte Oxfam).

Al riguardo, il tema dei “Tax Havens” (tra cui Oxfam colloca anche Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi nell’UE) pone il problema (dei tentativi di) “digital tax” sulle transazioni – l’ultimo emendamento in Commissione Bilancio della Camera dimezzerebbe in Italia l’iniziale 6% al 3% a partire dal 2019, escludendo le piccole imprese e startup al di sotto delle 3.000 transazioni digitali l’anno. E’ etico imporla sulle transazioni? Sarebbe etico imporla sul numero dei clienti, visto il “lavoro digitale” indiretto che gli utenti svolgono? I servizi che riceviamo sono infatti (percepiti come) «gratuiti» ma … se un prodotto è gratis, il prodotto siamo noi!

Forniamo in realtà un grande valore (le informazioni su di noi), e oltre a ricavi ingentissimi per i GAFAM (spesso non adeguatamente tassati, al di là delle diatribe sulle territorialità e aliquote fiscali), la domanda cruciale riguarda la proprietà e gestione di queste informazioni: i dati appartengono alle persone ovvero alle piattaforme che li gestiscono? E come vengono gestiti i nostri dati?

Tutti temi in agenda dei progetti e prossime iniziative di Stati Generali dell’Innovazione.