SpaceX pubblica il listino prezzi di Starship per andare sulla Luna e Marte entro il 2030
SpaceX ha definito le coordinate economiche per la futura espansione umana nel Sistema solare tramite il razzo Starship. Con un aggiornamento ‘silenzioso’ sul proprio sito web, l’azienda di Elon Musk ha lanciato un primo prezzo ufficiale sul suo servizio di trasporto interplanetario, stabilendo una tariffa che promette di rivoluzionare l’economia cislunare e marziana: 100 milioni di dollari per tonnellata metrica di carico utile, sia per la Luna a partire dal 2028, sia per Marte dal 2030.
La cifra chiave, se scomposta, è ancora più dirompente: circa 100.000 dollari al chilogrammo.
Per gli addetti ai lavori, questo numero non è solo “un prezzo”, ma una dichiarazione di intenti che frantuma le barriere dei costi storici per le missioni nello spazio profondo.
Fino ad oggi, il costo per inviare anche solo un chilogrammo oltre l’orbita terrestre bassa (LEO) è stato misurato in milioni di dollari, limitando l’accesso quasi esclusivamente alle agenzie spaziali nazionali con budget miliardari.
Si consideri che fino al 2019/2020, portare un carico dalla bassa orbita terrestre (LEO) a una traiettoria lunare (chiamata Trans-Lunar Injection o TLI) richiede uno stadio superiore potente e quasi sempre usa e getta, consumando tutto il carico utile.
Se trasportare un solo chilogrammo di merce costava migliaia di dollari per essere messo in LEO, aggiungere l’energia necessaria per raggiungere e atterrare sulla Luna avrebbe fatto salire rapidamente il costo finale a centinaia di migliaia o milioni di dollari al chilogrammo
La chiave di volta è il sistema di lancio Starship “riutilizzabile” di SpaceX
La proposta di SpaceX sembra un vero e proprio cambio di paradigma. Abbattendo il costo di due ordini di grandezza, l’azienda non sta solo rendendo più economiche le missioni esistenti, ma sta creando un mercato completamente nuovo aperto alle imprese della New Space Economy.
Improvvisamente, progetti che erano confinati alla fantascienza — come l’estrazione di risorse minerarie lunari (ISRU), la costruzione di basi permanenti o la messa in opera di grandi telescopi — diventano economicamente plausibili per un’ampia gamma di attori commerciali, istituti di ricerca e consorzi privati.
Fondamentale è la tecnologia sviluppata da SpaceX che consente il riutilizzo dei razzi.
Questa strategia tariffaria è sostenibile solo grazie alla visione di un sistema di lancio completamente e rapidamente riutilizzabile. La capacità di Starship, dichiarata tra le 150 tonnellate (in configurazione riutilizzabile) e le 250 tonnellate (a perdere), è il fattore abilitante. Nessun altro vettore si avvicina a questa capacità di carico, il che permette a SpaceX di beneficiare di economie di scala senza precedenti.
Europa indietro
SpaceX può così crescere esponenzialmente (aumentando ricavi, clienti e volumi), senza dover aumentare i costi in modo proporzionale.
Motivo per cui il direttore dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Josef Aschbacher, in un’intervista rilasciata all’Agence France Press (AFR), ha dichiarato senza mezzi termini che l’Europa “deve dotarsi al più presto di un proprio lanciarazzi riutilizzabile”, se vuole davvero sfidare la società di Musk e quindi gli Stati Uniti su questo terreno, nonostante “il terreno perso” in questi anni.
Il prezzo di 100 milioni di dollari/tonnellata deve essere letto in questo contesto: non è il costo di un singolo lancio, ma il prezzo di un servizio logistico “end-to-end” che presuppone un’alta cadenza di voli e, soprattutto, il successo di una tecnologia chiave ancora in fase di sviluppo: il rifornimento orbitale.
Senza la capacità di “fare il pieno” in orbita terrestre, le missioni verso Marte con carichi così pesanti sarebbero impossibili.