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Starlink lancia il direct-to-cell in Ucraina. Un test utile anche all’Italia?

Starlink avvia in Ucraina il servizio Direct-to-Cell: connettività mobile via satellite in tempo di guerra

Kyivstar, il principale operatore mobile ucraino, ha annunciato l’avvio del servizio Direct-to-Cell (D2C) di Starlink, diventando il primo operatore europeo a utilizzare questa tecnologia satellitare per mantenere la popolazione connessa in situazione di guerra. La notizia è stata riportata dalla Reuters, in un contesto in cui la guerra e gli attacchi mirati alle infrastrutture energetiche e di telecomunicazione continuano a mettere a rischio le comunicazioni civili e i servizi di emergenza.

Perché il Direct-to-Cell è cruciale in Ucraina

La tecnologia Direct-to-Cell consente agli smartphone 4G tradizionali di collegarsi direttamente ai satelliti Starlink ogni volta che non è disponibile la rete terrestre. Il servizio debutta con la possibilità di inviare e ricevere SMS, mentre voce e dati dovrebbero arrivare nel corso del 2025 grazie all’accordo tra Starlink e Veon, il gruppo proprietario di Kyivstar.

Per un Paese costretto a fronteggiare blackout prolungati e infrastrutture danneggiate dai bombardamenti, la possibilità di mantenere un minimo di connettività anche senza energia elettrica o rete cellulare rappresenta un supporto fondamentale per la società civile e allo stesso tempo strategico.

La stessa Kyivstar ha già installato generatori e batterie per garantire oltre 10 ore di operatività della rete mobile durante le interruzioni di corrente, ma la copertura satellitare mira a funzionare anche quando tutto il resto cede.

Secondo l’operatore, il D2C potrà servire le zone appena liberate dove le torri di comunicazione sono state distrutte e supportare squadre di soccorso e missioni umanitarie in aree critiche o temporaneamente isolate.

Come funziona il Direct-to-Cell

I satelliti Starlink dedicati a questo servizio, si legge sul sito creato da SpaceX di Elon Musk, integrano un modem eNodeB, cioè una “stazione radio base spaziale capace di comportarsi come un ripetitore LTE”. Attraverso “antenne phased array” e “collegamenti laser inter-satellitari”, i segnali vengono ridistribuiti a terra tramite la costellazione Starlink senza bisogno di hardware aggiuntivo per l’utente finale.

In pratica, lo smartphone si collega al satellite come se fosse una normale cella di rete in roaming, purché abbia una visuale libera del cielo. Una soluzione pensata non solo per zone di conflitto, ma anche per tutte le aree del mondo in cui manca la copertura terrestre, più del 50% della superficie globale.

Motivo per cui l’avvio del servizio in Ucraina potrebbe rappresentare il primo di ulteriori lanci anche in altri Paesi europei. A riguardo, c’è da ricordare che nel Regno Unito Vodafone e AST MobileSpace hanno già avviato la sperimentazione del 5G satellitare D2C, con lancio commerciale entro il prossimo anno.

Opportunità e rischi di un servizio gestito da un privato

La diffusione del Direct-to-Cell apre prospettive importanti per la resilienza delle comunicazioni civili, ma solleva anche questioni delicate. L’affidamento a un soggetto privato per reti cruciali in ambito bellico ed emergenziale comporta inevitabili interrogativi su sicurezza, controllo e continuità del servizio.

Starlink possiede la più grande costellazione satellitare al mondo in orbita terrestre bassa che può contare su 650 satelliti operativi. Questo rende il servizio di SpaceX sul mercato in condizione di monopolio (almeno fino all’arrivo di nuovi concorrenti).

Starlink, inoltre, in passato è già stato al centro di forti critiche per la decisione di sospendere alcune funzionalità dei propri terminali in Ucraina, limitando operazioni considerate sensibili sul fronte militare. Il caso aveva acceso il dibattito internazionale sulla dipendenza da infrastrutture strategiche controllate da operatori commerciali.

Verso un mercato europeo della connettività satellitare mobile dual use? Un test valido anche per l’Italia?

Starlink ha firmato accordi con più operatori nel mondo – dalla statunitense T-Mobile alla giapponese KDDI, passando per entità in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Cile e Perù – con l’obiettivo di estendere la copertura mobile globale.

È probabile che il Direct-to-Cell arrivi in futuro anche nei mercati europei, in un contesto in cui le telecomunicazioni satellitari stanno diventando un’infrastruttura strategica non solo per le aree remote, ma anche per la resilienza delle reti nazionali in caso di crisi.

Il caso ucraino anticipa ciò che molte nazioni stanno iniziando a considerare: reti ibride, capaci di integrare infrastrutture terrestri e satellitari per garantire la continuità del servizio in situazioni estreme o dual use.
Per l’Ucraina, nel mezzo della guerra, il Direct-to-Cell rappresenta da subito un tassello fondamentale per mantenere la popolazione connessa quando blackout e bombardamenti (ma anche catastrofi naturali o causate dall’uomo) interrompono le comunicazioni tradizionali.

Secondo un recente report pubblicato dalla Global mobile Suppliers Association (GSA), la connettività satellitare si sta evolvendo dal ruolo di tecnologia di nicchia a tecnologia di massa, con oltre 170 accordi fra operatore e satellite in 80 mercati, a fronte di 34 operatori che hanno lanciato servizi commerciali.

Il lancio segna un passaggio rilevante nell’evoluzione delle telecomunicazioni mobili europee, ma evidenzia anche la crescente interdipendenza tra attori pubblici, operatori telefonici e piattaforme tecnologiche private in un settore sempre più critico per sicurezza nazionale e protezione civile.

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