Andrea Stroppa ha “preso a pesci in faccia” il ministro Adolfo Urso e in difesa del ministro non si registrano dichiarazioni da parte di membri del Governo e della maggioranza. Se Stroppa non fosse stato l’uomo del business in Italia di Elon Musk ci sarebbe stata sicuramente una forte reazione contro di lui.
È davvero incredibile come Stroppa tratti il Governo e come il Governo si faccia trattare da lui.
I fatti
Nervi sempre più tesi tra il Governo e SpaceX di Elon Musk per l’accordo sul servizio satellitare Starlink nel nostro Paese, che a quanto pare è sempre più sul punto di saltare. Almeno seguendo lo scontro a distanza tra il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il portavoce in Italia di Elon Musk, Andrea Stroppa.
“Quello che mi stupisce, da quello che ho letto, è che il signor Stroppa ritiene di conoscere quello che è stato detto al Consiglio supremo di Difesa che ovviamente lavora in piena e necessaria segretezza“, ha dichiarato il ministro Urso, a margine dell’inaugurazione della Casa del Made in Italy di Venezia, commentando ai cronisti le dichiarazioni di Stroppa sul fatto che sull’accordo con Starlink sui satelliti a orbita bassa “sia tutto fermo da almeno sei mesi o più“.
Una risposta a stretto giro a quanto aveva scritto su X lo stesso Stroppa: “da quello che ho capito, il ministro Urso pochi giorni fa, ha detto di fronte i vertici dello Stato che l’Italia avrà la sua costellazione in 5 anni senza Starlink“.
“Prendo atto dalle parole dal ministro che ha parlato della costellazione nazionale al Consiglio Supremo di Difesa. Non sapevo fosse uno dei temi all’ordine del giorno“, ha sottolineato il referente italiano di Musk.
“Io mi riferivo – ha spiegato sempre Stroppa – ad altre occasioni dove erano presenti aziende del settore e vertici della Difesa. Rimane comunque la massima disponibilità a collaborare nell’interesse del Paese. E’ chiaro che una costellazione nazionale sarebbe un grande orgoglio per l’Italia“.

Una frenata sull’accordo Starlink era ipotizzabile già alcuni giorni fa proprio in un comunicato del Consiglio supremo di Difesa, da cui trapelava la possibile frenata nell’affidare alla costellazione di Musk il progetto, da 1,5 miliardi di euro, per creare una rete trasmissiva satellitare nazionale in cui far transitare le comunicazioni militari, governative e delle ambasciate in caso di indisponibilità delle tradizionali reti terrestri.
Duro il Partito democratico su quanto accaduto, con i senatori Antonio Nicita e Lorenzo Basso, che in una nota tornano di nuovo sul tema, sottolineando la gravità della situazione: “Ancora una volta ci troviamo di fronte, attoniti, a moniti e rimproveri dal sapore intimidatorio rivolti al Governo italiano da parte del signor Andrea Stroppa, figura orbitante nell’entourage di Elon Musk”.
“Il tema è sempre quello del mancato coinvolgimento dell’azienda Starlink nelle decisioni sulle politiche dello spazio. A colpire è innanzitutto il tono: un misto di familiarità indebita e pretesa istituzionale, con cui si rivolge a un governo sovrano. Colpiscono anche i riferimenti espliciti a temi di sicurezza nazionale — temi che dovrebbero essere trattati nelle sedi opportune e con il massimo riserbo, non certo sui social media”, è precisato dai senatori dem.
“Non meno singolare è la solerzia con cui un Ministro della Repubblica si affretta a rispondere pubblicamente alle esternazioni social di un soggetto privato del quale non è chiaro il ruolo ufficiale in Starlink, né quali rapporti, in tale veste, abbia avuto con le istituzioni italiane. Le modalità sono quanto meno insolite, se non grottesche. Eppure – si legge nella nota – c’è chi continua a chiamarlo sovranismo“.
Un rapporto “anomalo” tra il nostro Governo e SpaceX che Key4Biz aveva, tra i primi, già evidenziato 11 mesi fa, scoprendo nella bozza del disegno di legge sulla Space economy, o ddl Spazio, delle disposizioni che di fatto lasciavano intendere un possibile contratto di servizio con Starlink.
Ed era stato proprio il ministero guidato da Urso ad aprire una finestra su Starlink, introducendo nel ddl l’istituzione di una “Riserva di Capacità Trasmissiva Nazionale” attraverso comunicazioni satellitari, utilizzando, al fine di garantire la massima diversificazione, sia satelliti che costellazioni in orbita geostazionaria, media e bassa.
Sempre nel testo emergeva, inoltre, la volontà politica della premier Giorgia Meloni e del ministro Aldolfo Urso di utilizzare anche il satellite come tecnologia anti digital divide, in alternativa a fibra ottica, FWA e rete mobile.
Le preoccupazioni su quanto sta accadendo sono di vari natura, sia di merito, che formali. In questa storia si sollevano criticità rilevanti legate alla sicurezza nazionale e alla sovranità tecnologica. Sebbene Starlink offra vantaggi significativi, come la copertura in aree remote e la resilienza in situazioni di emergenza, l’adozione di questa tecnologia impone riflessioni profonde su quello che il Governo intende per “sovranità” e sicurezza nazionale.