L'Indagine in corso

Stanzione: “Con cookie wall evitare che la privacy diventi un lusso per pochi”

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L'ha detto il Garante Privacy nel discorso di presentazione della Relazione annuale dell'Autorità al Parlamento. IA, metaverso e age verification per i minori sui social gli altri temi chiave del suo intervento.

“Bisogna evitare ogni deriva che renda la privacy un lusso per pochi”. Il presidente Pasquale Stanzione ha lanciato questo monito, nel discorso di presentazione della Relazione annuale al Parlamento, quando ha citato i cookie wall. 

Da ottobre scorso su molte testate giornalistiche online sono spuntati i cookie wall, con cui subordinano l’accesso ai contenuti alla prestazione del consenso ad attività di profilazione o, alternativamente, al pagamento di un prezzo. 

In sostanza, chi ha più soldi ha più privacy con i cookie wall, perché, pagando l’abbonamento, non sarà tracciato da tutti i cookie presenti sulla testata giornalistica. Ed è questo che va evitato, ha sottolineato oggi il presidente dell’Autorità.

“Il Garante se ne sta occupando”, ha aggiunto Stanzione, nell’ambito dell’istruttoria avviata proprio lo scorso autunno.

“Per non derubricare i dati personali, oggetto di un fondamentale diritto di libertà a mera risorsa economicamente sfruttabile”, ha continuato Stanzione sul tema dei cookie wall, “va delineato un confine tra data-economy e monetizzazione della privacy, con tutti i rischi, in termini di libertà ed eguaglianza, suscettibili di derivarne”.

“Benché”, ha aggiunto, “il modello capitalistico attuale si fondi sempre più sulla deduzione dei dati nel sinallagma negoziale, bisogna evitare ogni deriva che renda la privacy un lusso per pochi, contraddicendo quel percorso che l’ha resa, da tradizionale prerogativa borghese, uno straordinario presidio di tutela di tutte e tutti, soprattutto dei più vulnerabili”. 

Dunque, siamo in attesa del parere del Garante sui cookie wall per capire se quelli usati in Italia sono legali o violano le norme privacy. O se le norme attuali sono ambigue sul tema. Infatti, diverse sono le posizioni di alcuni Garanti.

“Disciplinare IA per renderla affidabile”

E non poteva mancare l’intelligenza artificiale nella Relazione dell’Autorità per la protezione dei dati personali.

L’Europa, prima nel mondo, si avvia a disciplinare l’intelligenza artificiale per renderla ‘trustworthy’, affidabile. È una scelta importante in sé, soprattutto in un contesto in cui la frequente tendenza alla deregulation finisce con il delegare alla legge del mercato e al potere dell’innovazione, insofferente ai limiti, la definizione del perimetro di diritti e libertà”. Ha detto Stanzione, sottolineando la necessità di uno “sviluppo dell’intelligenza artificiale verso una direzione compatibile con la tutela della persona”. 

Perché il rischio è “che le tecniche divengano sempre più opache, mentre le persone sempre più trasparenti, secondo l’idea dell’uomo di vetro cara a sistemi tutt’altro che democratici”.

Metaverso, “impedire un’eccessiva dipendenza”

Dall’IA al metaverso. 

Rispetto al metaverso, Stanzione ha sottolineato: “andranno adottate tutte le misure necessarie ad impedire un’eccessiva dipendenza, soprattutto dei giovani, da questa dimensione quasi onirica, capace di alienarli dalla realtà e di svincolarli dal rapporto con essa, proiettandoli nello spazio dell’infinitamente possibile”.

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Age verification e “una soglia di accesso autonomo dei minori al web”

Come tutelare meglio i minori sul web è stato un altro dei temi principali del discorso di Stanzione con cui ha illustrato la Relazione annuale 2022 dell’Autorità.

“Non si tratta di proibire l’uso dei social”, ha chiarito, “ma, certamente, di renderlo più sicuro; per i minori innanzitutto soprattutto grazie a sistemi di age verification che, pur non comportando una schedatura dei minori, assicurino adeguata verifica dell’età, anche incaricando di ciò terze parti affidabili”.

In questa direzione si muove, ad esempio, il tavolo istituito con il recente protocollo d’intesa tra Garante ed Agcom, per la promozione di un codice di condotta relativo ai sistemi per la verifica dell’età̀ delle piattaforme.

“La tutela preventiva assicurata dall’age verification è”, ha detto, “del resto, il necessario complemento della tutela remediale accordata dal Garante, in particolare rispetto al cyberbullismo e al revenge porn”.

“Proprio in ragione della sua efficacia questa misura, caratterizzata peraltro da una procedura rapida come richiedono i tempi contratti del web, potrebbe essere estesa”, questa la proposta dell’Autorità, “come si era proposto nella scorsa legislatura e come si è suggerito alla Camera – ai contenuti istigativi all’autolesionismo. In tal modo, infatti, si potrebbe limitare il rischio di coinvolgimento dei minori in sfide pericolose, che troppo spesso hanno indotto adolescenti e, persino, bambini, a scelte fatali”.

Inoltre, per il Garante è fondamentale “stabilire la soglia di accesso autonomo dei minori alla rete per impedire i rischi della solitudine digitale”.

“La sfida è contrastare la solitudine digitale”

“Dalla bioetica all’intelligenza artificiale, dai poteri privati delle piattaforme al cyberbullismo; dai discorsi d’odio all’oblio; dagli invisibili digitali della gig economy alla telemedicina: in tutti questi ed altri contesti il Garante fornisce il proprio contributo, a tutela di chi viva la solitudine digitale come soggezione all’altrui potere”. Così ha concluso il discorso il presidente dell’Autorità per la privacy, Pasquale Stanzione, che cita Michel Foucault, “la solitudine è la condizione prima della totale sottomissione”, e ha ricordato che “contrastarla è l’obiettivo che il Garante persegue ogni giorno”.

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