Stampanti 4D, arrivano i farmaci ‘autoprogrammabili’

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«Vivremo in un mondo di farmaci “autoprogrammabili”. Al Mit di Boston stanno studiando come realizzare la stampante in quattro dimensioni. In questo caso la quarta dimensione – dopo altezza, lunghezza e larghezza –  è la materia che viene autoprogrammata. Arriveremo a una situazione dove la materia si programmerà e si assemblerà da sola. E questo avrà un impatto forte nel mondo del farmaco». Andrea Manfrin, professore ordinario alla Medway School of Pharmacy dell’Università di Kent, ha prefigurato l’evoluzione dei farmaci – destinati a cambiare nel prossimo futuro di pari passo a farmacie e farmacisti – in un convegno ospitato nella sala Valduga della Camera di Commercio lunedì sera (3 novembre), in occasione di Future Forum.

«Se guardiamo alla farmacia per com’è adesso e la proiettiamo  fra 10 o 15 anni ci rendiamo conto che la sua forma attuale è destinata a grossi cambiamenti, così come cambieranno il farmacista stesso e il farmaco». Quanto al ruolo del farmacista, secondo Manfrin sarò costretto a una serie di “skill”, di abilità professionali, che prima non immaginava di dover soddisfare: «Ci sarà per forza di cose molta più tecnologia, e il professionista dovrà adattarsi velocemente a questo nuovo scenario». Le novità non mancheranno nemmeno a livello strutturale, con la vecchia farmacia con il bancone che sopravviverà probabilmente solo nei ricordi: «Anche a livello logistico e strutturale ci saranno dei mutamenti. Potremmo paragonare la situazione a quella delle banche quando hanno introdotto la cassa bancomat».

L’appuntamento è stato introdotto dall’assessore regionale alla salute Maria Sandra Telesca, che – alla luce della recente riforma del Friuli Venezia Giulia in materia di sanità – ha descritto la farmacia come «un punto cardine del sistema sanitario regionale. Assieme alla figura dei medici di base rappresenta il presidio sul territorio. Questa è una cosa che abbiamo voluto fortemente con la nuova legge, e dare corpo a questa previsione non è stato semplice, ma ce l’abbiamo fatta».