il caso

Spyware e intercettazioni: il precedente italiano con Exodus

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Lo spyware Pegasus, per alcuni aspetti, ricorda Exodus, un malware tutto italiano che ha rubato informazioni a più di 1000 utenti, in Italia.

In questi giorni si fa un gran parlare del grande attacco informatico portato a politici, giornalisti, professionisti e attivisti per i dritti umani in più Paesi nel mondo, attraverso lo spyware “Pegasus”, realizzato dalla società NSO.

Lo spyware, un software di livello militare, nato per per consentire ai governi di penetrare le reti di terroristi e criminali, sarebbe stato usato dall’Arabia Saudita per spiare i cellulari di alcune persone vicine a Jamal Kashoggi, giornalista ucciso nel consolato saudita a Istanbul nel 2018.

Lo scandalo è emerso grazie a un’indagine condotta per mesi dall’organizzazione giornalistica no profit francese Forbidden Stories in collaborazione con Amnesty International. Alle ricerche hanno partecipato 16 media di vari Paesi, tra cui i quotidiani “The Washington Post”, “Sueddeutsche Zeitung”, “Le Monde” e “The Guardian”.

Spyware Pegasus: anche il presidente Macron coinvolto

Come riferito ieri da “Le Monde” anche un telefono cellulare del presidente francese, Emmanuel Macron, è stato spiato dal Marocco attraverso il software Pegasus.

Secondo le informazioni raccolte, nel marzo del 2019 un agenzia dell’intelligence marocchina ha utilizzato Pegasus per spiare uno dei numeri telefonici del capo dello Stato francese. Nel mirino di Rabat anche i telefoni dell’ex premier, Edouard Philippe, e di 14 altri ministri. L’Eliseo ha commentato al quotidiano “Le Monde” l’informazione, affermando che se dovesse essere confermata sarebbe molto “grave”. Nei giorni scorsi la Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta dopo le denunce presentate da Edwy Plenel, direttore di Mediapart, e da Lenaig Bredoux, giornalista della stessa testata.

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