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Spot&Social: dalla bellezza alle rinnovabili, quando la comunicazione sociale ci azzecca

di Alberto Contri |

Due campagne commerciali hanno vinto il Gold Lion: Dove con il video ormai virale ‘Evolution’ ed Epuron sul buon uso del vento. Due esempi di come una pubblicità possa anche dare un messaggio sociale.

Di Corporate Social Respinsibility, o di Responsabilità Sociale di Impresa – per dirla in italiano, si parla tanto oramai, e da molto tempo.

Più difficile praticarla seriamente, in particolar modo riguardo alla comunicazione.

La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Il 2007 deve essere stato un anno particolarmente fortunato sotto questo aspetto, perché ben due campagne commerciali con intento sociale vinsero l’inarrivabile Gold Lion al Cannes Lions Festival of Creativity.

La prima è l’indimenticabile “Evolution”, realizzata dalla Ogilvy & Mother di Toronto, che fa parte dell’indovinato e oramai storico progetto di Dove per la promozione la bellezza autentica.

Oltretutto si tratta di un “oro” in cui la pubblicità fa autocritica: dopo aver fatto vedere come si riesce a far diventare una ragazza qualunque di una bellezza stratosferica, a colpi di trucco e Photoshop, l’azienda commenta alla fine, quasi tra sé e sé, che “Non c’è da meravigliarsi se la percezione della bellezza è così distorta…”.

Una interessante curiosità è poi costituita dal fatto che questo spot è a tutt’oggi il video virale più visto nel mondo.

L’altra campagna dello stesso tipo premiata nella stessa categoria costituisce un bell’esempio di comunicazione sociale ancorché si tratti di una pubblicità della Epuron, un’azienda che lavora nel campo delle energie rinnovabili.

Perché il messaggio a favore del buon uso del vento contiene anche un’altra morale: se si presta attenzione al potenziale nascosto di cose e persone, alla fine tutti ne traggono vantaggio.

Il disabile affetto da gigantismo, ripreso mentre si confida con lo psicologo, racconta di aver passato molto tempo a fare brutti scherzi alla gente perché si sentiva solo e umiliato (guarda caso, tutti scherzi che potrebbe fare il vento).

E’ cambiato quando qualcuno gli ha prestato attenzione, accorgendosi del fatto che la sua forza – come quella del vento – poteva essere usata in maniera non distruttiva…