Donne e pubblicità

Spot & Social. Quando la pubblicità aiuta a combattere gli stereotipi sulle donne

di Alberto Contri |

Pubblicità che fanno riflettere su quanto siano diffusi gli stereotipi sulle donne.

Sempre più aziende che investono molto in pubblicità si impegnano nella realizzazione di campagne di CSR a favore della parità di genere. Da un anno sta facendo il giro del mondo, anche come virale, lo spot che la Pantène ha creato per combattere gli stereotipi.

La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Stimolata da una ricerca della National Science Foundation, che ha evidenziato un elevato abbandono dell’interesse delle donne verso le materie scientifiche, la compagnia telefonica Verizon ha promosso una campagna crossmediale che mira a far riflettere gli adulti su come il loro modo di comunicare con le ragazze possa influire sulle loro scelte future.

Continuando nel suo lungo percorso a favore della “bellezza autentica”, nel 2013 Dove ha promosso un progetto, ben presto diventato un video virale cliccatissimo, per invitare le donne ad avere maggiore fiducia in se stesse. Protagoniste sono 7 donne e un ritrattista forense (ex Fbi) che ha realizzato per ciascuna di loro due identikit: uno basato sulla descrizione delle dirette interessate (che non aveva però mai visto in volto), l’altro invece sulla base della descrizione di alcuni estranei che al contrario le avevano incontrate. Il risultato è stato sorprendente: i ritratti realizzati dal punto di vista della persona estranea rappresentavano una donna più bella di quella rappresentata nell’identikit fornito dalle partecipanti. Con questa campagna, Dove invita le donne a vedere il bello che c’è in ognuna di loro… Perché ogni donna “è più bella di quello che crede!”.

Ultimamente si è molto discusso della famiglia, e quindi anche del significato dell’essere madre tra famiglia e lavoro. In occasione delle Olimpiadi Invernali di Sochi, la Procter & Gamble ha diffuso una commovente serie di spot che documentano l’impegnativo lavoro di una madre nell’aiutare un figlio a superare ogni difficoltà giungendo magari  fino alla gioia di un podio olimpico. Qualche femminista ha considerato gli spot esempi di una cultura conservatrice…quasi che nell’era moderna le mamme dovrebbero essere abolite! Semmai, una osservazione da fare alla P&G, è che la prossima volta sarebbe opportuno inserire anche dei padri, visto che l’unica soluzione è la conciliazione dei tempi e dei ruoli, se non si vuole cadere nell’ideologica eliminazione dei ruoli genitoriali così importanti per la crescita equilibrata dei figli. Considerando che, proprio per la conciliazione dei tempi, ci sono sempre più padri che vanno a fare la spesa al supermercato…