Abbandono animali

Spot & Social. Gli spot a tutela degli animali, diversi linguaggi ma un unico obiettivo, non abbandonarli

di Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso |

La battaglia portata avanti dalle associazioni è stata ed è tutt’oggi indispensabile per ridurre il fenomeno dell’abbandono dei nostri amici a quattro zampe e gli spot pubblicitari sono sicuramente il mezzo di comunicazione più veloce per poter giungere ai destinatari di atti così vili.

La rubrica Spot&Social ha lo scopo di illustrare ogni settimana una o più campagne pubblicitarie di particolare interesse sociale. Rubrica a cura di Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità ProgressoPer consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Sono più di 100.000 gli animali che ogni anno vengono abbandonati in prossimità delle vacanze estive, un fenomeno di anno in anno che registra un incremento costante.

Un gesto incivile e malsano che induce le associazioni che si occupano del rispetto e della protezione degli animali a condurre campagne di sensibilizzazione contro questo fenomeno che nella maggior parte dei casi è frutto del sentimento di egoistico opportunismo da parte dei proprietari in vista delle proprie vacanze estive.

E così, proprio come raccontato in molti spot recenti, l’amore e la cura per il proprio animale a quattro zampe cessano di esistere, trasformando il padrone in un uomo senza scrupoli e capace di compiere un gesto orribile quale l’abbandono, accompagnato da una “fuga” colma di codardia.

Un atto che nella maggior parte dei casi non genera alcun senso di colpa o di angoscia, nonostante in quel momento venga abbandonato un pezzo importante della propria vita. E se davvero è possibile definire un animale come il proprio migliore amico, questi uomini senza scrupoli violano non soltanto la legge ma anche, e soprattutto, i valori dell’amicizia e dell’amore.

La battaglia portata avanti dalle associazioni è stata ed è tutt’oggi indispensabile per ridurre il fenomeno dell’abbandono dei nostri amici a quattro zampe e gli spot pubblicitari sono sicuramente il mezzo di comunicazione più veloce per poter giungere ai destinatari e ai potenziali protagonisti di atti così vili.

Lo spot della fondazione francese “30 Millions d’Amis Foundation” ad esempio, mostra un classico esempio di “storia al contrario”: nello spot infatti si vede un cane al guinzaglio attaccato ad un albero, un uomo che decide di recuperarlo e di portarlo a casa con sé, al fine di permettere al proprio figlio di poter divertirsi con lui.

Uno spot che inizialmente sembrerebbe lanciare un messaggio di speranza…se solo la storia fosse davvero andata così. Ed invece, lo spot ricomincia con la scena assolutamente “ribaltata”: l’uomo eroe dei primi 40 secondi di spot si trasforma in uomo senza scrupoli e fautore dell’abbandono.

Uno scenario completamente diverso è invece quello presente nello spot di “Blue Cross for Pets” che invece offre una definizione diversa che ognuno di noi potrebbe attribuire al proprio animale domestico: un amico, un familiare, un motivatore ed ancora per i più piccoli un compagno di monellerie. E infine, in conclusione, uno slogan sintetico ma estremamente efficace: “Aiuta gli animali domestici in difficoltà”. Guarda il video.

Un’altra lettura del fenomeno è offerta dallo spot “I Love my dog” della associazione “Peta” che tende invece a spingere gli individui all’adozione di un cane in difficoltà attraverso un emozionante clip che evidenzia tutte le fasi dell’amicizia tra un uomo e un cagnolino malato. Un’amicizia che porterà il protagonista a voler ripetere l’esperienza che, se svolta con impegno, dedizione ed amore, rimane una delle più belle che possano essere vissute.