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Spese luce e gas, il ruolo delle rimodulazioni negli aumenti in bolletta

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Ci sono alcuni tipi di rimodulazioni che sono consentite dalla normativa vigente e stanno facendo sentire il loro peso sulle tasche delle famiglie interessate dagli aumenti. Ecco le caratteristiche di queste rimodulazioni e in che modo possono colpire gli utenti.

Rubrica settimanale Sos Energia, frutto della collaborazione fra Key4biz e SosTariffe. Una guida per il consumatore con la comparazione dei prezzi dell’elettricità, del gas e dell’acqua. Per consultare tutti gli articoli, clicca qui.

Nel 2022 le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con la crisi energetica e con i forti aumenti nel prezzo dell’elettricità e del gas. Secondo le rilevazioni effettuate dall’Osservatorio Tariffe di Segugio.it e SOStariffe.it, nel corso dello scorso anno l’aumento medio della spesa per l’elettricità è stato all’incirca di 500 euro, mentre per il gas la crescita della spesa è stata di circa 1.300 euro annui.

Il rialzo dei prezzi sul mercato all’ingrosso ha inciso notevolmente sull’aumento della spesa per le bollette di luce e gas, ma non è l’unico aspetto da considerare. Anche le rimodulazioni praticate dai fornitori di elettricità e gas hanno avuto un ruolo importante, nonostante l’intervento governativo che ha regolamentato in parte questo tipo di rincaro.

L’aumento delle tariffe luce e gas sul mercato all’ingrosso si è riflesso sulle bollette attraverso graduali adeguamenti contrattuali decisi dai fornitori. Per tutelare i consumatori, il governo Draghi ha introdotto nel DL Aiuti bis un blocco alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di luce e gas. Tale provvedimento è stato poi prorogato fino a giugno 2023.

Ci sono alcuni tipi di rimodulazioni che sono consentite dalla normativa vigente e stanno facendo sentire il loro peso sulle tasche delle famiglie interessate dagli aumenti. Ecco le caratteristiche di queste rimodulazioni e in che modo possono colpire gli utenti.

Il peso delle rimodulazioni sul caro bollette

La scorsa estate il governo Draghi ha introdotto nel cosiddetto Decreto Legge Aiuti bis una norma che impedisce alle società che forniscono luce e gas di modificare in senso peggiorativo per il cliente le tariffe concordate contrattualmente. La norma fa riferimento alle forniture attive sul mercato libero dell’energia e del gas, ma non interessa tutti i consumatori.

Sono infatti esclusi dal blocco delle rimodulazioni le offerte promozionali arrivate a scadenza. In questi casi il fornitore dell’energia elettrica o del gas può intervenire e adeguare le tariffe a quelle di mercato. A seconda delle condizioni economiche che erano state stabilite al momento dell’attivazione del contratto di fornitura ci si può trovare di fronte a due tipi di rimodulazioni.

Se il cliente ha firmato un contratto che prevedeva un prezzo scontato per un determinato periodo di tempo, tipicamente 12 o 24 mesi, al termine del periodo promozionale il fornitore procederà con l’adeguamento della bolletta e con l’applicazione del prezzo concordato inizialmente. Nel caso in cui, invece, il prezzo da applicare al termine del periodo promozionale non fosse stato determinato all’inizio del contratto, il fornitore potrebbe stabilire liberamente quale tariffa applicare.

Ad ogni modo, in caso di rimodulazione contrattuale, il fornitore deve informare adeguatamente il cliente. La normativa prevede che il fornitore debba inviare un’apposita comunicazione almeno due mesi prima rispetto alla data di entrata in vigore degli aumenti nel primo caso e almeno tre mesi prima nel secondo caso.

Oltre a comunicare l’aumento delle tariffe, in bolletta deve essere specificato l’importo della nuova tariffa applicata, la data di entrata in vigore delle modifiche e deve essere indicata la procedura da seguire per esercitare il diritto di recesso e passare a un diverso fornitore di luce o gas.

Come proteggersi dagli aumenti

La rapida ascesa delle tariffe di luce e gas ha decretato un forte aumento della spesa delle famiglie, con rincari che sfiorano il 50%. Per effetto delle rimodulazioni contrattuali, a essere ancor più penalizzate dai rincari sono le famiglie che hanno attivato in passato un’offerta luce e gas ormai giunta a scadenza.

Secondo le simulazioni condotte da Segugio.it e SOStariffe.it per una famiglia tipo con un consumo annuo di 2.700 kWh di energia elettrica e di 1.400 Smc di gas, a parità di consumo l’aumento della spesa per le bollette rispetto a due anni fa supera i 2.000 euro. Si è infatti passati da prezzi pari a 0,04 €/kWh per l’energia elettrica e di 0,15 €/Smc per il gas di gennaio 2021 a 0,30 €/kWh per la luce e a 1,27 €/Smc per il gas di gennaio 2023. 

Per proteggersi dagli aumenti è molto importante verificare le condizioni economiche del proprio contratto e leggere attentamente le bollette per verificare le comunicazioni del fornitore su eventuali rimodulazioni delle tariffe. È poi altrettanto importante confrontare le offerte dei fornitori di luce e gas e approfittare delle promozioni in corso per mantenere le tariffe al livello di mercato più basso. Ricordiamo che il passaggio da un fornitore a un altro non comporta il pagamento di penali né di costi extra.

Monitorare le proposte dei fornitori e comparare le tariffe permette anche di approfittare di sconti o di individuare convenienti offerte a prezzo bloccato. Mentre nelle offerte con prezzo bloccato la tariffa dell’elettricità o del gas rimane la stessa per tutta la durata del periodo promozionale, se si sottoscrive un’offerta a prezzo indicizzato la tariffa applicata in bolletta verrà calcolata mensilmente seguendo l’andamento del prezzo sul mercato all’ingrosso (il PUN per l’energia elettrica e il PSV per il gas).