Spazio, l’Italia siede alla Conferenza Ministeriale dell’Agenzia spaziale europea

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Molti programmi spaziali europei dei prossimi anni saranno esaminati dai rappresentanti dei 22 Stati membri dell’Agenzia spaziale europea (Esa), in occasione della Conferenza Ministeriale in svolgimento a Lucerna, in Svizzera.

L’Italia si siede al tavolo della Ministeriale con una presenza forte su molti temi“, ha riferito all’ANSA il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Roberto Battiston. La seconda fase della missione ExoMars nel 2020, il proseguimento delle attività sulla Stazione Spaziale, la partecipazione ai programmi tecnologici nel campo delle telecomunicazioni e i lanciatori sono i temi che vedono il nostro Paese in prima linea.

Per ExoMars è sul tavolo il finanziamento ulteriore reso necessario dopo lo slittamento della seconda fase della missione dal 2018 al 2020: un cambio di data necessario per la complessità della missione e imposto dai tempi ‘obbligati’ per avere le migliori opportunità di lancio.

Nel frattempo questo ha fatto aumentare i costi di circa 350 milioni, ai quali l’Italia contribuisce per il 43%-44%: è un impegno importante, giustificato da valutazioni dettagliate“, ha rilevato Battiston. “Crediamo molto in ExoMars – ha aggiunto – e vediamo con occhio positivo il fatto che la proposta per ExoMars 2020 sembra salda”. Soprattutto in vista dell’atterraggio del rover, destinato a scavare il suolo di Marte con un trapano italiano, si prevede un accordo di collaborazione con il Jet Propulsion laboratory (Jpl) della Nasa, forte di tanti successi nelle operazioni di atterraggio sul pianeta rosso. E’ importante, per Battiston, “accertare che ci siano incertezze che possano mettere a rischio l’atterraggio nel 2020“.

Misure importanti, che “rendono il programma trasparente, ben preparato e organizzato“. L’Italia, con la sua industria spaziale, punta ad avere un ruolo importante in ExoMars, si legge nella nota Ansa, anche con l’integrazione finale del rover che potrebbe avvenire fra Torino e Cannes.

Quello di Lucerna è un appuntamento cruciale per lo spazio europeo e che ogni due anni definisce politiche, programmi e indirizzi per il futuro. La cifra di 11 miliardi prevista per i programmi sul tavolo della Conferenza ministeriale 2016 è naturalmente indicativa per consentire sia di proseguire i programmi in corso sia di iniziarne di nuovi. “Gli 11 miliardi sono spalmati su tutti i programmi e su anni diversi, fino al 2022“, ha detto all’ANSA il portavoce dell’Esa, Franco Bonacina.

Sul tavolo c’è poi l’indirizzo politico che il direttore generale dell’Esa, Johann-Dietrich Woerner intende dare all’Europa spaziale. Si guarda ad esempio allo spazio 4.0, caratterizzato da un’interazione sempre più stretta fra le attività spaziali e la società, nella quale si armonizzano competenze diverse, come quelle di pubblici e privati, della politica e dell’industria. Disponibilità di cibo, migrazioni e sicurezza sono solo alcuni dei temi che in un prossimo futuro lo spazio si troverà ad affrontare.

Per quanto riguarda il fronte più immediatamente operativo, gli 11 miliardi previsti per i programmi riguardano in gran parte le attività scientifiche, che complessivamente impegnerebbero 3,9 miliardi fino al 2021. Seguono i lanciatori, con 1,7 miliardi fino al 2023, e a breve distanza le attività di osservazione della Terra (1,6 miliardi fino al 2025) e di esplorazione (1,6 miliardi fino al 2021). Si discuterà anche del proseguimento della partecipazione dell’Esa ai programmi della Stazione Spaziale Internazionale, con un supporto fino al 2021 e la possibilità di arrivare al 2024, sulla scia delle decisioni prese dagli altri quattro partner della Stazione Spaziale, ossia Stati Uniti, Russia, Canada e Giappone.

Riguardo ai lanciatori, “mentre si consolidano i programmi di Ariane 6 e Vega C, è ora di gettare le basi per lo sviluppo futuro, guardando ai prossimi 10-15 anni“, ha detto ancora il presidente dell’Asi. A Lucerna si discuterà anche di nuovi motori a ossigeno liquido e metano, più rispettosi dell’ambiente e flessibili. Permettono infatti riaccensioni successive per rilasciare più satelliti su orbite diverse.