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Spazio: la NASA si affida alla rete per completare il robot Astrobee

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Già quasi 3.500 le proposte arrivate sul sito Freelancer. La NASA pre-selezionerà 30 progetti.

Il design del braccio articolato del nuovo robot spaziale della Nasa è stato  affidato alla rete.

L’agenzia spaziale americana ha infatti deciso di indire un concorso su internet per attingere alle migliori idee riguardo la progettazione robot Astrobee, il cui sviluppo è previsto per il 2017.

Il concorso è ancora aperto. Inutile dire che la partecipazione è ‘stellare’: al momento sono quasi 3.500 le proposte arrivate sul sito Freelancer, che ospita l’annuncio. La NASA pre-selezionerà alla fine 30 progetti, ognuno dei quali riceverà 10 dollari, ai quali se ne aggiungeranno altri 100 se si riuscirà a produrre tutto il materiale richiesto nel bando.

Astrobee non sarà il primo robot a lavorare sull’ISS: andrà infatti a sostituire i tre robot SPHERES realizzati dal MIT e operativi dal 2006. Avrà, a differenza dei suoi predecessori, la forma di un cubo di un metro di altezza, uno di lunghezza e uno di profondità. Ai partecipanti al concorso, la NASA chiede di dedicarsi alla progettazione del braccio articolato: elemento fondamentale per portare a termine le diverse missioni che gli saranno affidate.

Diversi i compiti che la NASA intende affidare al suo prossimo robot: aiutare gli scienziati e gli ingegneri della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a realizzare attività in assenza di gravità; contribuire al lavoro quotidiano degli astronauti dell’ISS e fornire al personale delle basi a terra di osservare e ascoltare quello che avviene all’interno della stazione spaziale.

Il vantaggio del nuovo arrivato sarà quello di riuscire a realizzare le sue missioni in maniera del tutto automatica: il ‘flying robot’ – spiega la NASA – potrà infatti essere controllato in remoto dagli astronauti o dal personale di terra così da consentire agli astronauti della stazione spaziale di superare i loro limiti (pensiamo ad esempio alla riserva limitata di ossigeno) e di affidare al robot compiti di routine o interventi di lunga durata, come ad esempio la conduzione di  indagini ambientali, la lettura dei sensori o il monitoraggio delle attività dell’equipaggio.

Già in passato, la NASA si era affidata agli internauti per realizzare suoi progetti: tra questi, diversi logo e alcuni elementi del Robonaut 2 (o R2), il robot umanoide inviato sull’ISS nel 2011.