“La necessità di scongiurare l’occupazione e la militarizzazione dello Spazio”, c’è un riferimento a Elon Musk in questa frase del comunicato stampa del Consiglio Supremo di Difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si è tenuto ieri al Quirinale?
Sì, secondo alcune fonti riportate da Repubblica e dal Messaggero, perché è trapelato una frenata nell’affidare a Starlink di Musk il progetto, da 1,5 miliardi di euro, per creare una rete trasmissiva satellitare nazionale in cui far transitare le comunicazioni militari, governative e delle ambasciate in caso di indisponibilità delle tradizionali reti terrestri.
Starlink, il Governo Meloni non ha fretta
In sostanza, il Governo Meloni non avrebbe fretta di affidarsi subito ai satelliti di Musk e sul tavolo del Consiglio Supremo della Difesa è stata valutata – e lo sarà anche nei prossimi summit – l’alternativa europea. E allo stesso tempo, occorrerà iniziare a lavorare per una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa con almeno 100 satelliti per le telecomunicazioni sicure della Difesa, secondo lo studio di fattibilità consegnato dall’Agenzia Spaziale Italiana al ministro Urso.
L’asse Mattarella-Crosetto
Quindi, al momento sta tenendo l’asse Mattarella-Crosetto, come l’ha definita il Foglio, nel prendere tempo su Starlink?
Appena è iniziato il dibattito in Italia sui “due possibili assist a Musk dal Governo Meloni per lo Spazio” – e Key4Biz è stato tra i primi ad animarlo pubblicando in anteprima la bozza del DDL Space Economy – il Presidente della Repubblica è stato sin da subito molto critico nei confronti di Musk.
Ecco l’affondo del Capo dello Stato a dicembre scorso: “Non è la prima volta nella storia che gli Stati vengono messi in discussione nella loro capacità di perseguire e garantire gli interessi dei popoli e, quindi, dei loro cittadini. Tema che appare di rinnovata attualità”, ha aggiunto, “a fronte di operatori internazionali svincolati da ogni patria, la cui potenza finanziaria supera oggi quella di Stati di media dimensione, e la cui gestione di servizi essenziali sfiora, sovente, una condizione monopolistica”. Così Mattarella, intervenendo alla Farnesina alla diciassettesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori.
E Crosetto?
Il ministro della Difesa ieri ha fatto riferimento a Musk dal palco dell’AeroSpace Power Conference 2025 che termina oggi a Roma, ma l’ha citato, questa la nostra interpretazione, non per escluderlo da quanto previsto dall’articolo 25 e 26 del Disegno di Legge sulla Space Economy – in dirittura d’arrivo questa settimana al Senato – ma per stimolare i Paesi alleati a fare come lui.
“Non vi colpisce, come ha colpito me, il fatto che lo Spazio sia diventato quasi il monopolio di un uomo solo che da solo ha superato tutti gli altri Stati? Se ce l’ha fatta un uomo da solo, possiamo farcela anche noi come insieme di Paesi”, ha incitato i partecipanti Crosetto.
“Per i prossimi anni”, ha concluso il ministro, “per costruire un mondo più sicuro di oggi dobbiamo costruire insieme gli strumenti di sicurezza e di difesa, condividendo le informazioni, la formazione, le traiettorie tecnologiche e gli obiettivi”.
E nel mentre a chi affidiamo le comunicazioni satellitari sicure?