Blackout

Spagna, una crisi annunciata. Il report IRENA lanciava l’allarme

di |

Il recente blackout in Spagna conferma i timori espressi da IRENA nel Report "Geopolitics of the Energy Transition: Energy Security", in cui si denunciano infrastrutture fragili e sicurezza energetica ancora legata a logiche del passato.

L’ultimo blackout che ha paralizzato la Spagna ci ricorda una verità scomoda ma inevitabile: viviamo in un mondo sempre più instabile, e il settore energetico non fa eccezione. Dazi, sanzioni, guerre, eventi climatici estremi e crisi nelle catene di approvvigionamento stanno riscrivendo le regole del commercio globale dell’energia. Il risultato? Prezzi alle stelle, nuove disuguaglianze nell’accesso all’energia e un ritorno al protezionismo. Ma in ogni crisi si nasconde un’opportunità.

Secondo l’IRENA – l’Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile – siamo di fronte a una svolta epocale, che impone di ripensare completamente il concetto stesso di sicurezza energetica. Non più centrato sui combustibili fossili, ma sulle energie rinnovabili come pilastro di una nuova stabilità globale.

Rinnovabili, la nuova frontiera della sicurezza energetica

Oggi, garantire la sicurezza energetica significa investire in capacità rinnovabile, non in scorte di petrolio. Le energie pulite non solo diversificano l’offerta, ma rafforzano le economie, creano occupazione e proteggono le infrastrutture da shock esterni e ricatti geopolitici. Il messaggio dell’ultimo report IRENA “Geopolitics of the Energy Transition: Energy Security” è chiaro: la transizione verso un sistema a zero emissioni è l’unica via per contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C.

La sfida è colossale. Ma i numeri incoraggiano: solo nel 2024 sono stati installati nel mondo 585 gigawatt di nuova capacità rinnovabile, un record assoluto. E secondo le previsioni IRENA, entro il 2050 oltre il 90% dell’elettricità globale dovrà provenire da fonti rinnovabili. Ma attenzione: non sarà un passaggio automatico.

Un sistema globale più elettrico, digitale e decentrato

Dal documento pubblicato solo pochi giorni prima che si verificasse la crisi nella Penisola Iberica, emerge chiaramente che i futuri scenari dipenderanno dalla nostra capacità di agire su più fronti: modernizzare le infrastrutture, adattare le politiche di mercato e investire nel capitale umano. Non si tratta di previsioni da sfera di cristallo, ma di semplice buon senso. Il sistema energetico sta cambiando pelle: sempre più elettrificato, interconnesso e decentralizzato.

IRENA lancia un monito: non possiamo applicare le logiche dell’era fossile a un mondo radicalmente nuovo. Bisogna mettere al centro il benessere delle persone e del pianeta, non solo gli interessi strategici.

Nel mondo delle rinnovabili, non saranno i combustibili, ma le tecnologie a fare la differenza. La parola d’ordine è flessibilità: la capacità di un sistema energetico di reagire rapidamente a sbalzi di domanda e offerta, senza sprecare energia pulita o mettere a rischio l’approvvigionamento.

Secondo IRENA, a garantire questa flessibilità saranno strumenti come:

  • le reti intelligenti di trasmissione e distribuzione,
  • i sistemi di accumulo e gestione attiva della domanda,
  • l’integrazione settoriale tra elettricità, calore, carburanti e mobilità,
  • e la diffusione dei veicoli elettrici con tecnologie di ricarica smart.

Rischi reali e risposte strategiche

Ma un sistema più flessibile è anche più esposto. Reti elettriche e infrastrutture digitali possono diventare bersagli di attacchi fisici o cyber, mentre le differenze normative tra Paesi complicano gli scambi elettrici transfrontalieri. A questi si sommano le incertezze nelle catene di fornitura e la dipendenza da componenti critici.

Serve quindi una visione strategica: investimenti in resilienza, diversificazione delle fonti e soluzioni di backup. E soprattutto, una governance multilaterale che riconosca le interdipendenze globali.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz