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SosTech. Gaming e smartphone, le tendenze 2018

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Oggi spendiamo per giocare sui nostri smartphone una cifra pari a quasi due volte e mezza quella dedicata alle attività ludiche sul computer, e più di tre volte e mezza di quelle per console.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

È dal 2014 che la spesa per i videogiochi in versione mobile ha superato quella per il gaming su PC e Mac, dopo essersi lasciata alle spalle console come PlayStation e XBox già l’anno precedente. Oggi il confronto è impari: spendiamo per giocare sui nostri smartphone una cifra pari a quasi due volte e mezza quella dedicata alle attività ludiche sul computer, e più di tre volte e mezza di quelle per console. Non è solo un altro aspetto del passaggio epocale dall’informatica fissa a quella in mobilità, ma una delle fette più grosse della torta: i videogame per smartphone sono regolarmente in cima alle classifiche delle app più scaricate (e pagate), e da quando si è diffuso il modello degli acquisti in-app le aziende che hanno saputo sfruttarlo al meglio hanno cominciato a far registrare fatturati da capogiro. Basta un dato: l’80% della spesa mondiale per le app riguarda i giochi, che pure sono solo un terzo dei download.

I vincitori? Perfetti sconosciuti

E dire che, a scorrere i nomi dei giochi più scaricati nel rapporto App Annie relativo all’anno scorso, la maggior parte ai più avrà poco da dire. Honour of Kings, Fantasy Westward Journey, Monster Strike, Fate/Grand Order sono ai primi quattro posti nella classifica dei giochi per telefonia mobile su iOS; per vedere un nome realmente conosciuto bisogna aspettare il quinto posto, con Clash Royale. Il discorso è analogo per Androd; le prime due piazze vanno a Lineage 2 Revolution e Lineage M, poi – come per iOS – ci sono Monster Strike e Fate/Grand Order e, in fondo, una vecchia conoscenza come Candy Crush Saga. Insomma, una classifica molto meno prevedibile di quella delle console portatili, ormai sempre più sorelle minori degli smartphone in termini di fatturato, ma dove almeno (con la complicità del dominio di Nintendo) si vedono titoli come Pokemon, Monster Hunter, Super Mario Bros e Mario Kart.

Le tendenze: live PVP e co-op

Le cose cominciano a chiarirsi leggendo i nomi delle case produttrici e delle relative nazioni di riferimento: Tencent, Mixi, Sony, ma soprattutto Cina, Corea del Sud, Giappone, tre mercati che da soli definiscono l’universo gaming per smartphone e tablet e dove il successo ha un nome ben preciso, che costituirà probabilmente la tendenza più in auge per tutto il 2018: live PVP.

Il live PVP (player versus player) vede due o più giocatori – e quasi sempre molti, molti di più – sfidarsi in tempo reale in arene e campi di battaglia di ogni genere, tutti contro tutti oppure divisi in gruppi e fazioni. È una modalità di gioco molto più simile – concettualmente – allo sport che non al tradizionale gioco in single player con i propri tempi e ritmi, da soli contro il computer: non a caso l’universo degli eSport, le vere Olimpiadi dei millennial, si sta concentrando sempre di più in questa direzione. Il multiplayer, frenetico e di solito articolato in sessioni di durata abbastanza limitata (ma c’è chi ci passa tutto il giorno, ovviamente) presuppone che più giocatori siano connessi nello stesso momento, da qualsiasi parte del mondo. Un evento reso possibile dall’avvento della banda larga, soprattutto il 4G e il 5G per la telefonia mobile, visto che è molto più facile riempire i tempi morti in mobilità che trovare il tempo e il modo per sedersi di fronte al proprio PC. Su siti come SosTariffe.it trovate le tariffe più convenienti per Internet mobile, indispensabili per giocare senza lo spettro della lag, il ritardo – di solito una frazione di secondo – che può essere fatale quando si gioca in tempo reale.

Il PVPer, un gamer semiprofessionista

Insomma, a cambiare la scena sono state le connessioni mobili stabili e veloci, gli smartphone sempre più potenti e un mutamento anche a livello demografico: i giocatori che scelgono le nuove modalità sono prevalentemente maschi, più giovani della media e più abituati a giocare per più di 5 ore alla settimana rispetto al gamer medio. Chi è attivo nella scena live PVP o nella sua controparte collaborativa, il co-op, ha una probabilità quasi doppia rispetto a chi si dedica ad altri videogiochi di aver speso denaro su un gioco per smartphone o tablet nel 2017. Un’utenza media molto giovane, disposta a giocare parecchio e anche a spendere denaro con gli acquisti in-app per le case produttrici è un’ottima notizia: per il 2018, aspettiamoci di vedere sempre più titoli di questo genere spuntare sugli store iOS e Android.

La sfida degli smartphone da gaming

Anche chi produce hardware si sta attrezzando, e non a caso spesso in quei Paesi dove il mobile gaming è la regola. Di solito gli smartphone di alta gamma sono tutti abbastanza potenti per essere “macchine da gioco” più che soddisfacenti, ma Razer, che produce ormai da molti anni le periferiche più apprezzate del settore – dai mouse alle tastiere, dalle cuffie ai controller – ha fatto il primo passo verso uno smartphone prettamente ludico con il Razer Phone, con schermo UltraMotion a 120 Hz per una grafica il più possibile fluida, una qualità audio notevolissima grazie alle casse stereo frontali Dolby ATMOS, un eccellente processore Qualcomm Snapdragon 835. E, cosa che non guasta mai soprattutto per chi non si vuole staccare da un’intensa sessione di PVP, una batteria a lunga durata, da 4000 mAh.

La risposta dalla Cina arriva per mano di Xiaomi, che proprio il prossimo 13 aprile si prepara a svelare l’attesissimo Black Shark. Più simile a una console portatile che a un telefonino, Black Shark potrebbe addirittura avere anche delle levette analogiche, proprio come il controller di una console casalinga. Il processore sarà uno Snapdragon 845 e il dispositivo vanterà ben 8 GB di RAM e 256 GB di spazio, ed è quasi certo che anche Xiaomi punterà sullo schermo a 120 Hz, come il Razer Phone, per garantire la massima fluidità grafica. Forse non basterà ancora a smuovere i puristi, che storcono il naso alla sola idea di giocare per più di dieci minuti con uno smartphone per i limiti tecnici o per l’ergonomia non certo eccezionale, ma è un fatto che il mercato continuerà ad andare in questa direzione. E, forse, anche il mercato del gaming su PC sta cominciando a sudare freddo.

Fonti: https://www.appannie.com/en/insights/market-data/top-portable-games-2017/