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Sos Energia. Addio mercato tutelato, ma cosa cambia?

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Si tratta di una riforma che interesserà 20 milioni di privati e 4 milioni di piccole aziende.

Rubrica settimanale Sos Energia, frutto della collaborazione fra Key4biz e SosTariffe. Una guida per il consumatore con la comparazione dei prezzi dell’elettricità, del gas e dell’acqua. Per consultare tutti gli articoli, clicca qui.

Dal 2018, in seguito all’approvazione del ddl sulla Concorrenza, l’Italia assisterà alla scomparsa del mercato a maggior tutela per l’energia elettrica e il gas. Si tratta di una riforma che interesserà 20 milioni di privati e 4 milioni di piccole aziende che hanno un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro.

I cittadini che al momento detengono ancora un contratto con l’ex monopolista Enel saranno quindi chiamati a scegliere nuovi fornitori e una delle tante tariffe elettriche per la casa presenti ad esempio nel comparatore SosTariffe.it. Non si tratta di una scelta obbligata ma vale la pena prendersi per tempo. Risparmiare con il mercato libero è possibile fin da subito.

Servizio di salvaguardia, cosa comporta

Nonostante nel 2018 il mercato tutelato dell’energia non esisterà più, gli utenti potranno scegliere di non comunicare a quale fornitore del libero mercato intendono affidarsi per l’erogazione dell’energia elettrica. In tal caso si passerà a quello che andrà sotto il nome di “servizio di salvaguardia”. Nonostante il nome, si tratta di un tipo di contratto totalmente diverso da quello offerto dall’attuale mercato a maggior tutela.

Stando a quanto previsto infatti dal decreto, si tratta di utenze assegnate ai fornitori di energia, già presenti sul mercato libero, attraverso delle aste, con lo scopo di spingere verso il passaggio definitivo.

Quali sono i rischi

Le associazioni dei consumatori temono che la spinta verso il libero mercato possa favorire l’incremento delle tariffe applicate agli utenti. Inoltre, secondo quanto previsto dal suddetto decreto, qualora i clienti, anche dopo passaggio al servizio di salvaguardia, non manifestino l’intenzione di aderire ad una delle tante offerte proposte dal mercato libero, saranno automaticamente lasciati con il gestore che li serve.

Poiché nel 74% dei casi si tratta di Enel, molti hanno fatto presente che tale norma sembra violare qualsiasi tipo di legislazione volta a favorire la concorrenza corretta. Così come è stata ideata non fa altro che favorire lo sviluppo dei soliti giganti, a discapito delle realtà emergenti.  Proprio per questo motivo è stato presentato al Senato un emendamento che mira a scongiurare i possibili aumenti tramite la previsione di procedure d’asta competitive, volte a favorire quanti saranno ancora nel mercato a maggior tutela al momento della sua abolizione.

Come si svolgeranno le aste

Stando ad alcune voci, dovrebbero essere organizzate gare regionali, sotto lo stretto controllo dell’Autority, che attualmente promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità.

Per quanto concerne invece le tariffe applicate, Il prezzo da proporre dovrà essere formato da una componente fissa e da una variabile, che cambia in base alla media trimestrale degli importi per fascia oraria.

La nuova riforma vincolerà inoltre anche i fornitori che non potranno avere un numero di clienti superiore al 50% del totale di consumatori, sempre per favorire una distribuzione equa del mercato.

Intanto molte città si sono già attivate per informare i cittadini ed iniziare a prepararli al passaggio definitivo al mercato libero tramite seminari ad hoc istituiti dai comuni. Una delle prime città attivate in tal senso è stata Venezia che, proprio nei giorni scorsi ha organizzato dei seminari presieduti da esperti del settore che si sono impegnati nell’illustrare le differenze del nuovo mercato, come leggere le bollette e come tutelarsi da possibili errori