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Sorveglianza di massa e Intelligenza artificiale, il binomio allarmante dell’opera “The Follower”

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Grazie all'intelligenza artificiale l'artista belga Dries Depoorter mostra a tutti come è facile trovare il luogo e il momento in cui una foto Instagram è stata scattata grazie ai feed in streaming delle webcam pubbliche che trasmettono le dirette sul web.

L’artista belga Dries Depoorter, già famoso per altre iniziative artistiche di sensibilizzazione sui temi della sorveglianza, ha prodotto una nuova opera utilizzando l’AI: The Follower, un misto inquietante di “quotidianità” tecnologica e sorveglianza di massa.

Grazie all’intelligenza artificiale, Depoorter mostra come è facile trovare il luogo e il momento in cui una foto Instagram è stata scattata, grazie ai feed in streaming delle webcam pubbliche che trasmettono le dirette sul web.

Fonte: driesdepoorter.be/thefollower

L’opera “The Follower”

Tutto è iniziato il giorno in cui Dries stava osservando il panorama da una webcam pubblica e si è trovato a seguire i movimenti di una persona intenta a scattarsi foto per mezzora, evidentemente alla ricerca dell’immagine perfetta poi da caricare su Instagram.

Depoorter nel suo progetto ha selezionato alcune open camera (videocamere di sorveglianza il cui segnale video è disponibile pubblicamente) e ha catturato il video per qualche settimana. Successivamente ha fatto scraping su Instagram per individuare le foto fatte nella zona geografica delle telecamere nei giorni in cui ha catturato il segnale video e infine ha usato un algoritmo di intelligenza artificiale per associare la foto su Instagram con la porzione del video che riprende la scena in cui quella foto è stata scattata. Questo è il risultato:

Fonte: driesdepoorter.be/thefollower

L’opera, di per sé molto interessante ma anche inquietante, fa riflettere su quanto sia importante la consapevolezza di quanti e quali dati cediamo consapevolmente (o meno) alle piattaforme e di come il mondo che ci circonda sia ormai pieno di sensori e telecamere che sorvegliano costantemente i nostri comportamenti.

AI e sorveglianza: un problema da regolamentare

Il 6 giugno scorso è stato pubblicato dal Global Think Tank americano Carnegie Endowment for International Peace l’AI Global Surveillance (AIGS) Index, un report sull’uso dell’IA e dei big data per la sorveglianza in 179 paesi del mondo, per mostrare come stiano trasformando la capacità dei governi di monitorare e rintracciare individui o gruppi.

I risultati indicano che, rispetto al 2019, si è passati da 75 ad almeno 97 paesi su 179 che utilizzano attivamente l’IA e i big data per scopi di sorveglianza pubblica. Precisamente:

  • Piattaforme città intelligenti/città sicure: 64 paesi
  • Sistemi pubblici di riconoscimento facciale: 78 paesi
  • Polizia intelligente: 69 paesi
  • Sorveglianza sui social media: 38 paesi

Il problema principale non sia l’IA in sé, ma il modo in cui le aziende o i governi si avvicinano ai dati e al loro utilizzo mediante tecnologia basata sull’AI. Gli attuali problemi dell’AI sono politicamente creati e programmati (nel qual caso più che problemi sono “sistemi”) o determinati da una mancata regolamentazione della tecnologia. Attualmente l’Unione Europea ha presentato lo scorso aprile 2021 l’AI Act che dovrebbe essere definito entro la fine del 2022 proprio con l’intento di regolamentare l’AI in vari aspetti (i.e. prodotti, servizi e al mercato interno UE sempre secondo un approccio risk-based).