Finestra sul mondo

Soon-Shiong acquista il “Los Angeles Times”, Elezioni presidenziali in Venezuela il 22 aprile, Puigdemont, Brexit

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Usa, medico miliardario Soon-Shiong acquista il “Los Angeles Times”

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Il quotidiano “Los Angeles Times” viene acquistato per 500 milioni di dollari da Patrick Soon-Shiong, un medico miliardario della metropoli californiana. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, ricordando il prestigio della testata giornalistica della costa occidentale, che ha esposto fatti di corruzione locale che hanno portato all’incriminazione di potenti figure dello Stato e che ha seguito con grande attenzione cronachistica il succedersi degli innumerevoli disastri naturali. Tronc, la compagnia associata al “Lat” ha rivelato oggi l’operazione che coinvolgera’ anche la testata “The San Diego Union-Tribune” e che dovrebbe concludersi in tre mesi. Con la nuova proprieta’ il “Lat” torna ad un editore locale dopo quasi 20 anni di editori provenienti dalle grandi imprese. La decisione dell’attuale editore, Michael Ferro, di vendere e’ frutto di mesi di subbuglio e di contrasti tra la redazione e la proprieta’. Il nuovo acquirente e’ cresciuto nel Sud Africa dell’Apartheid e ha fatto la sua fortuna vendendo farmaci generici e sviluppando una nuova cura per il cancro. Soon-Shiong considera i giornali come una “fiducia dell’opinione pubblica” che intende preservare. Con questa operazione il medico miliardario e’ l’ultimo ricco imprenditore a rilevare una testata giornalistica in difficolta’, dopo Jeff Bezos con il “Washington Post”, John Henry con il “Boston Globe” e Sheldon Adelson con il “Las Vegas Review-Journal”.

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Venezuela, elezioni presidenziali il prossimo 22 aprile

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Il Consiglio elettorale nazionale del Venzuela, guidato dai funzionari fedeli al presidente Nicolas Maduro, ha annunciato che le elezioni presidenziali si terranno il prossimo 22 aprile. Con questa decisione, il Consiglio elettorale si attiene alla richiesta fatta dall’Assemblea costituente nazionale che chiedeva elezioni anticipate entro il 30 aprile. La notizia e’ stata riferita oggi dai quotidiani spagnoli “El Pais” e “Abc” che aggiungono come Tibisay Lucena, presidente del Consiglio elettorale, abbia annunciato anche che la campagna elettorale dei partiti in lizza per la presidenza si svolgera’ dal 2 al 19 aprile. L’annuncio e’ stato reso ufficiale in seguito al fallimento delle trattative tra le forze chaviste e quelle dell’opposizione che non sono riuscite a raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti. “Solo 110.000 venezuelani al di fuori del paese sono registrati nei loro rispettivi uffici consolari e potranno esercitare il loro diritto di voto”, ha denunciato il giornalista Eugenio Marti’nez, specializzato nei processi elettorali venezuelani citato dal quotidiano “Abc”. Secondo Martinez ci sarebbe almeno un milione di sfollati venezuelani, la gran parte contrari al regime di Maduro, che non riusciranno a votare nelle prossime elezioni.

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Usa, presidente Trump definisce “grosso sbaglio” il crollo di Wall Street

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Dopo il crollo borsistico del 5 febbraio, il presidente Donald Trump, che si era da qualche tempo intestato il merito della corsa di Wall Street, ha taciuto per alcune ore. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ieri, riporta il quotidiano “New York Times”, aveva commentato l’avvenimento sostenendo che “il presidente e’ concentrato sui fondamentali di lungo termine dell’economia, che rimangono straordinariamente forti”. Ma questa mattina presto (la scorsa notte in Italia) Trump ha deciso di esprimere il suo pensiero su Twitter rammaricandosi del fatto che “ai vecchi tempi il mercato azionario” saliva all’annuncio di “buone notizie, mentre oggi va giu’!”. “Un grosso sbaglio” ha chiosato il presidente precisando “abbiamo cosi’ tante buone (grandiose) notizie sull’economia!”. Un’affermazione confermata dai dati sul mercato del lavoro che continua a mostrare solidita’ con la creazione, a gennaio scorso, di 200 mila posti, oltre le attese degli analisti. Il tasso di disoccupazione e’ ai minimi del 4,1 per cento. Altro dato positivo e’ quello relativo alla crescita dei salari. Il buon andamento dell’occupazione sta spingendo al rialzo anche gli stipendi che, sempre a gennaio, sono cresciuti del 2,9 su base annua, si tratta dell’aumento piu’ deciso dal 2009. Ed infine, la riforma fiscale approvata dalla Casa Bianca all’insegna dei tagli sulle aliquote delle imprese che promette di dare un ulteriore stimolo all’economia americana.

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Catalogna, Puigdemont chiede all’Erc di governare da Bruxelles

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont non intende abbandonare l’obiettivo di amministrare la Catalogna da Bruxelles. Per il momento, l’unica via praticabile e’ che il partito di Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc) accetti la creazione di un Consiglio della Repubblica e di modificare la legge per la presidenza con l’inclusione di una possibile investitura telematica. Lo riferiscono i quotidiani spagnolo “El Pais” e “La Vanguardia” che precisano come la strategia di Puigdemont si divida in quattro fasi essenziali: una risoluzione che preveda il riconoscimento del “presidente legittimo”, la riforma della legge della Presidenza della Generalitat e del Governo per includere l’investitura a distanza, una prima elezione come presidente del Consiglio della Repubblica a Bruxelles e un’investitura formale nel Parlamento catalano. Il calendario della proposta variera’ in base alla data dell’accordo e i negoziati continuarono, mentre ufficialmente Junts per Catalunya ed Erc continuano a rimanere ufficialmente bloccati sulla questione della “legittimita’” dell’investitura concessa a Puigdemont.

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Soros dietro al complotto segreto per rovesciare la Brexit

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – C’e’ George Soros, il miliardario noto in Gran Bretagna come “l’uomo che fece fallire la Banca d’Inghilterra”, dietro al complotto per far fallire la Brexit: il quotidiano conservatore britannico “The Telegraph” spara questa notizia nella sua prima pagina di oggi giovedi’ 8 febbraio, citando un documento segreto di cui afferma essere entrato in possesso. Il “Telegraph” afferma che il famoso uomo d’affari e’ uno dei tre principali finanziatori del neonato gruppo di pressione filo-Ue, denominato Best for Britain (“Il meglio per la Gran Bretagna”, ndr), che progetta di lanciare una campagna pubblicitaria nazionale allo scopo di ottenere la convocazione di un nuovo referendum per mantenere la Gran Bretagna nell’Unione Europea. Secondo un documento strategico distribuito nel corso di una riunione di Best for Britain, di cui appunto il “Telegraph” e’ entrato in possesso, il gruppo sta tentando di arruolare i grandi finanziatori del Partito conservatore, per minare la leadership della premier Theresa May e convincere i deputati Tory a votare in Parlamento contro la legge sulla Brexit, che il governo dovra’ presentare al termine dei negoziati con l’Ue alla fine del prossimo mese di marzo. Cio’ dovrebbe bastare, secondo il documento interno del gruppo Best for Britain citato dal “Telegraph”, ad aprire la strada ad un secondo referendum che rovesci il verdetto delle urne del giugno 2016; o almeno spingere il paese ad elezioni anticipate, che in ogni caso interromperebbero il processo di divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea e potrebbero persino portare ad un nuovo governo contrario alla Brexit. Il citato documento annuncia che la campagna propagandistica iniziera’ alla fine di questo mese di febbraio: “Dobbiamo svegliare il paese, i giochi non sono ancora fatti”, dice il documento; “Non e’ troppo tardi per fermare la Brexit”.

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Francia, i dubbi della Corte dei conti in merito ai piani di bilancio del governo

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – La Corte dei conti francese ha messo in dubbio nel suo rapporto annuale la credibilita’ dei piani di bilancio del governo. Lo riferisce la stampa francese. Nonostante i magistrati abbiano riconosciuto un miglioramento dei conti pubblici, resta diffidenza in merito agli obiettivi di riduzione del deficit entro il 2022. “Les Echos” afferma che la strategia del presidente Macron e’ stata giudicata “troppo lassista sulle spese”. La “traiettoria delle finanze pubbliche risente di numerose fragilita’” si legge in un rapporto pubblicato ieri, in cui si sottolinea che la congiuntura attuale favorisce “meccanicamente” la situazione. Il testo punta il dito contro i deboli sforzi previsti per il 2018 che mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi che sono stati prefissati. I costi di funzionamento del Ministero della Difesa non e’ stato gestito bene, visto che raggiungeranno i 5,8 miliardi di euro, contro i 4,2 inizialmente previsti. Dubbi anche sul contratto stipulato con le collettivita’ locali, che punta a ridurre le spese. “Un dispositivo contrattuale mai sperimentato” afferma la Corte dei conti, che dovrebbe portare “all’inedita riduzione del volume delle spese di funzionamento”.

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Francia, il presidente Macron si esprime sulla situazione della Corsica

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha pronunciato un atteso discorso sulla situazione della Corsica, dopo la vittoria dei nazionalisti alle ultime elezioni territoriali. Ne parla la stampa francese. Il capo dell’Eliseo ha assicurato che “la Corsica e’ nel cuore della Repubblica”, aprendo alla possibilita’ di una “citazione” dell’isola nella Costituzione. Una proposta che non ha soddisfatto gli autonomisti e gli indipendentisti presenti al discorso. “Le Figaro” sottolinea che Macron e’ stato accolto da “un silenzio di piombo, senza nessun applauso”. Il presidente francese ha respinto le proposte avanzate dai movimenti autonomisti, escludendo il riconoscimento di una co-ufficialita’ della lingua corsa. Il rilascio dei detenuti separatisti corsi non e’ stato neanche menzionato durante l’intervento. Secondo “Libe’ration”, questo “curioso” discorso sembra piu’ uno “schiaffo” ai rappresentanti dell’isola. Macron ha evitato ogni tipo di “negoziazione” mostrando fermezza. Il presidente del Consiglio esecutivo, Gilles Simeoni, ha denunciato “un’occasione mancata” da parte del capo di Stato francese.

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Germania, grande coalizione in dirittura d’arrivo

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Quattro mesi e mezzo dopo le elezioni federali, la Germania ha di nuovo una grande coalizione. Le aspettative politiche per questa terza alleanza sotto l’egida di Angela Merkel sono basse, pur essendo la sola possibilita’ di governo. Il ministero delle Finanze dovrebbe andare al socialdemocratico Olaf Scholz, che sara’ anche vicecancelliere. Il cristiano sociale Horst Seehofer dovrebbe ricoprire la posizione di ministro dell’Interno, mentre il socialdemocratico Martin Schulz quella di ministro degli Esteri. Riconfermata alla Difesa la cristiano democratica Ursula von der Leyen, mentre il dicastero dell’Economia andra’ al cristiano democratico Peter Altmaier. Barbara Hendricks rimarra’ ministro dell’Ambiente, mentre al ministero dei Trasporti e delle infrastrutture digitali verra’ assegnato al cristiano sociale Andreas Scheuer. Alla Giustizia il socialdemocratico Heiko Maas e alla Salute la cristiano democratica Annette Widmann-Mauz. Ministro del Sociale e dell’Agricoltura sara’ la cristiano democratica Julia Kloeckner, mentre della Cooperazione economica e dello sviluppo si occupera’ la cristiano sociale Dorothee Baer. Questi i probabili ministri del nuovo governo: ora si attende la conferma del voto fra gli oltre 400 mila iscritti al partito socialdemocratico (Spd).

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Germania, inalterati i piani governativi di Unione e Spd sulla sicurezza informatica

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Una delle pochissime aree della digitalizzazione della Germania in cui l’Unione di centrodestra tedesca e l’Spd hanno compiuto progressi significativi nel passato e’ l’espansione della tecnologia di sorveglianza. Nei colloqui di coalizione appena terminati i rappresentanti dei partiti hanno affermato che l’ulteriore rafforzamento della sorveglianza dovrebbe limitarsi alla conservazione dei dati, ma non c’e’ accenno di accordi ne’ sulla politica nazionale da adottare in proposito, ne’ riguardo la digitalizzazione. La videosorveglianza verra’ ampliata e “tecnicamente migliorata”, ad esempio mediante riconoscimento facciale, se il programma pilota presso la stazione di Berlino Suedkreuz fornira’ risultati utili. Non viene messo in discussione il monitoraggio degli smartphone con “trojan di Stato”, sebbene l’Spd avesse voluto almeno esaminare una limitazione del loro utilizzo. Inoltre le agenzie governative non sono tenute a notificare ai fabbricanti vulnerabilita’ informatiche molto gravi nelle apparecchiature, che potranno dunque continuare ad essere utilizzati sia dagli investigatori e dai servizi segreti, sia potenzialmente dai criminali. Secondo il settimanale “Der Spiegel”, non c’era da aspettarsi che i Socialdemocratici avrebbero interrotto i colloqui per la sola questione della sorveglianza. Secondo il settimanale, la riluttanza all’autocritica dimostra la scarsa importanza dei diritti fondamentali dell’informatica e della sicurezza dei cittadini per l’Unione e l’Spd.

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Coalizioni, un “Italian job”

08 feb 10:56 – (Agenzia Nova) – Le grandi coalizioni non sono un’esclusiva della Germania: per molto tempo un’alleanza tra il Partito democratico (Pd) di centrosinistra di Matteo Renzi e il partito Forza Italia di centro-destra di Silvio Berlusconi e’ stata considerata come l’esito piu’ probabile delle elezioni italiane del 4 marzo prossimo; ma negli ultimi giorni la possibilita’ di una Grosse Koalition all’italiana ha perso terreno, mentre aumentano le chance di due altre ipotesi politiche: una vittoria netta dell’alleanza dei partiti di centro-destra oppure un rapido ritorno alle urne. Cosi’ il quotidiano economico britannico “The Financial Times” vede le prospettive politiche dell’Italia, secondo i suoi corrispondenti da Roma, James Politi, e da Bruxelles, Mehreen Khan, che in un articolo riferiscono le piu’ recenti dichiarazioni fatte sull’argomento da Berlusconi e da Renzi: i due leader avevano sempre evitato di evocare l’ipotesi di una alleanza governativa post-elettorale, per non demoralizzare le rispettive basi e per evitare di suscitare reazioni negative nelle urne; ma ora entrambi si sono detti fortemente contrari all’idea di un accordo dopo il voto. A contribuire all’affossamento della prospettiva di una coalizione governativa tra Pd e Forza Italia, scrive il “Financial Times”, sono innanzitutto le difficolta’ insite nell’idea stessa, che incontrerebbe una fiera opposizione da parte dei partiti di estrema sinistra e di estrema destra, oltre che del Movimento 5 stelle; ma soprattutto non e’ affatto certo che i due maggiori partiti riusciranno a conquistare in Parlamento abbastanza seggi da avere la maggioranza. Inoltre, dal punto di vista di Berlusconi, l’idea di un accordo con il Pd di Renzi e’ davvero un remoto “piano B”, soprattutto ora che la maggioranza assoluta in base ai sondaggi e’ a portata di mano dell’alleanza da lui guidata e che include l’euroscettica Lega nord ed il partito Fratelli d’Italia. Speculari i calcoli politici di Renzi: se sopravvivera’ a un voto che si prospetta assai deprimente per il suo Pd, un secondo lancio dei dadi elettorali potrebbe essere la carta migliore per evitare che il suo partito imploda a causa di un accordo con Berlusconi. Una grande coalizione tra i due partiti infatti e’ considerata in Italia come innaturale, sarebbe vista come un accordo calato dall’alto, avrebbe difficolta’ a funzionare e getterebbe ulteriore discredito sui partiti tradizionali, aumentando la possibilita’ di una vittoria dei populisti dell’M5s nelle inevitabili successive elezioni anticipate: dopotutto, conclude il “Financial Times”, forse e’ davvero meglio lasciare le grandi coalizioni alla Germania.

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