La tecnologia

Soft robotics, le macchine per applicazioni mediche. Ecco l’iride artificiale

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Verso i cyborg: il progetto “Phototune” finanziato dall’UE accelera sulle applicazioni medicali della robotica di prossima generazione.

Macchine realizzate con materiali morbidi e deformabili, in grado di interagire con gli esseri umani e l’ambiente circostante. È questa l’area definita come “soft robotics”, cioè soluzioni tecnologicamente avanzate con applicazioni sempre più numerose in aree diverse.

Immaginate un robot morbido, di dimensioni anche piccole, in grado durante il suo funzionamento di allungarsi, stirarsi, all’occorrenza torcersi e sempre più spesso adattarsi ad un impiego di tipo sanitario.

In Italia c’è più di un centro per la ricerca e lo sviluppo di progetti di soft robotics, tra cui l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.

la biomedicina è una delle frontiere della robotica soft. Il progetto europeo “Phototune ha annunciato da poco sulla rivista scientifica “Advanced materials la creazione di un’iride artificiale, una specie di occhio bionico che reagisce alla luce come quello umano.

L’innovazione sfrutta la cosiddetta “tecnologia di fotoallineamento” (anche usata in alcuni schermi dei telefoni cellulari di oggi), insieme a elastomeri liquido-cristallini fotosensibili (LCE o reti di catene polimeriche) per fabbricare l’iride.

Ciò che colpisce, leggendo lo studio, è la capacità dell’iride robot di funzionare in modo più autonomo rispetto al passato, dato che non dipende da fonti di energia o sistemi di rilevamento della luce esterni. Il capo del gruppo di ricerca, il professore associato Arri Priimägi ha chiarito che “un’iride autonoma che può adattare in modo indipendente la sua forma e le dimensioni della sua apertura in risposta alla quantità di luce in arrivo è un’innovazione del settore dei materiali deformabili con la luce”.

Un’iride artificiale che “assomiglia un po’ a una lente a contatto e il suo centro si apre e si chiude in base alla quantità di luce che la colpisce”.

L’applicazione medica più ovvia della tecnologia in questione sarò nel trattamento dei difetti all’iride, ma i ricercatori riconoscono che “rimane da fare ancora molto lavoro per mettere a punto la tecnologia prima che sia pronta per essere lanciata”.