Lo studio

Smog in città, in Italia si muore più che nel resto d’Europa. Costa: “Dati drammatici”

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Un morto su quattro per inquinamento dell’aria in Europa è italiano. Nel nostro Paese biossido di azoto, ozono e particolato hanno ucciso più di 76 mila persone su un totale di 372 mila nei 28 Paesi dell’Unione. Il ministro dell’Ambiente: “Dobbiamo stanziare più fondi per le regioni”.

Dopo aver letto il nuovo “Air quality in Europe — 2019 Report” diffuso oggi dell’Agenzia europea per l’ambiente (European Environment Agency, o Eea), è sempre più chiaro che quasi tutti i cittadini europei, soprattutto coloro che vivono in città e in territori fortemente industrializzati, sono fortemente minacciati dall’inquinamento dell’aria e dell’ambiente.

Sfruttando i dati forniti da oltre 4.000 stazioni di monitoraggio in tutta Europa nel 2017, l’Agenzia ha potuto valutare la qualità dell’aria nelle città di ogni dimensione di 41 Paesi europei e in particolare nell’Unione europea (Ue) a 28 Paesi, registrando i livelli di biossido di azoto (NO2), ozono (O3) e particolato (PM2).

I risultati sono allarmanti: nell’Ue a 28, lo smog è stato responsabile di 372.000 morti premature nel 2016, in calo dai 391.000 del 2015, mentre in tutti i 41 Paesi presi in esame, le morti premature salgono a 412.000.

In tale scenario, si evidenzia che tra i Paesi dell’Europa occidentale è l’Italia a contare il maggior numero di vittime per inquinamento urbano ed industriale: un morto su quattro nell’Ue è un nostro connazionale.
Secondo lo studio dell’Eea, l’Italia ha registrato il valore più alto dell’Ue di decessi prematuri per biossido di azoto (14.600) e il secondo per il particolato fine (58.600), mentre sono circa 3.000 i decessi per il troppo ozono.

Complessivamente, nelle nostre città ci sono state 76.200 morti premature dovute ad agenti altamente inquinanti.

I dati diffusi dall’Agenzia europea per l’Ambiente sulla qualità dell’aria, che purtroppo collocano il nostro Paese al primo posto in Europa per morti da biossido d’azoto, sono drammatici e suonano come l’ennesimo campanello d’allarme rendendo ancor più chiara la necessità di velocizzare il percorso intrapreso per il miglioramento della qualità dell’aria”, ha commentato stamattina il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

Abbiamo, in questo senso, posto basi solide, a cominciare dalla firma del Protocollo Aria Pulita nel corso del Clean Air Dialogue di Torino, lo scorso giugno – ha aggiunto il ministro – abbiamo in essere accordi con alcune Regioni nelle quali il problema della qualità dell’aria è particolarmente grave. Nel dl clima, abbiamo inoltre inserito misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle città e nelle aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria, e stanziato fondi per la piantumazione e il reimpianto degli alberi e la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane”.
Avvertiamo la necessità di queste misure tanto più oggi che ci troviamo a leggere questi dati allarmanti – ha dichiarato Costa – e interverremo stanziando ulteriori fondi per le regioni nella legge di Bilancio”.