Il Report

Smog, 26 città italiane stanno soffocando

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L’emergenza inquinamento sta diventando cronica nel nostro Paese. Dall’inizio dell’anno Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso hanno già registrato 18 sforamenti di PM10. Sono 26 i centri urbani “fuorilegge” per i livelli sia delle polveri sottili (PM10), sia dell’ozono (O3). Misure in campo troppo deboli.

Tante, troppe città italiane stanno sperimentando un aumento dei livelli di inquinamento dell’aria respirata dai cittadini, in questo gennaio 2020. Secondo la nuova edizione del Report “Mal’aria di Legambiente, sono 26 i centri urbani “fuorilegge”, cioè che hanno sforato i limiti massimi giornalieri.

Sia per polveri sottili (PM10), sia per l’ozono (O3), solo a gennaio 2020, Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso hanno già registrato 18 sforamenti per il di PM10.

La causa di questa situazione di stallo o blocco, è da rintracciare nella potente configurazione anticiclonica che si è venuta a delineare subito dopo Natale 2019. E’ un mese, ormai, di blocco anticiclonico molto forte, che tiene sotto scacco l’Italia e non solo. Una condizione climatica particolare, che diviene “concausa” dell’inquinamento ambientale che stiamo vivendo, a cui corrisponde un potente vortice polare in sede artica, che non sembra manifestare segni di indebolimento.

Stando così le cose, con due figure climatiche titaniche che si confrontano nell’Atlantico settentrionale, in mancanza di piogge e venti a spazzar via lo smog, il tempo su di noi sarà sempre più favorevole all’accumulo di inquinanti, che in Val Padana e nelle aree più chiuse del resto del Paese (come nel caso di Frosinone ad esempio), dove il ricambio d’aria in queste situazioni si fa più difficile, raggiungono livelli estremamente critici per la salute dei cittadini.

Le deboli e sporadiche misure anti-smog, come il blocco del traffico adottato nei giorni scorsi a Roma e in diverse città della Penisola, sono solo interventi palliativi che permettono di contenere temporaneamente i danni sanitari, ma non producono effetti duraturi se non all’interno di interventi strutturali”, ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate a livello nazionale che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura”, ha precisato Ciafani.

Città più inquinate

A livello nazionale, Torino guida questa terribile classifica, con 147 giornate fuorilegge (86 per il PM10 e 61 per l’ozono), seguita da Lodi con 135 (55 per PM10 e 80 per ozono) e Pavia con 130 (65 superamenti per entrambi gli inquinanti).

Più di una città su quattro (il 28%), dal 2010 al 2019, ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10 nel nostro Paese. Torino è sempre prima in classifica, con 7 volte su 10, con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.

Frosinone, che nei dieci anni appena trascorsi è stata sul podio ben 7 volte, è la sola altra città ad aver sfondato il muro dei 1.000 giorni di inquinamento.

Alessandria, con i suoi 896 giorni di sforamenti nel decennio, si colloca al terzo posto seguita da Milano (890), Vicenza (846 giorni) e Asti (836), che superano abbondantemente gli ottocento giorni oltre i limiti.

Ogni anno, infine, sono oltre 60 mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico, per un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite e i giorni di lavoro persi, che nel nostro Paese oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno (tra 330 e 940 miliardi a livello europeo).