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Smartphone: 1.500 brevetti Microsoft venduti alla cinese Xiaomi

Dopo aver ceduto parte della divisione feature phone ai cinesi di Foxconn, Microsoft mette a segno un’altra vendita importante a una società cinese: ha infatti concluso un accordo con il produttore di smartphone Xiaomi per la cessione di 1.500 brevetti che spaziano dalle comunicazioni vocali a multimedia e cloud.

Certo, una goccia nell’oceano dei 60 mila brevetti Microsoft, ma per il gruppo cinese si tratta di un “passo importante verso l’internazionalizzazione”, ha detto il vicepresidente Xiang Wang,  in particolare per l’accesso al mercato americano.

Ma non si tratta solo di una compravendita: tra i due gruppi si darà vita a una “collaborazione a lungo termine”, ha dichiarato sempre Xiang Wang. La partnership prevede tra le altre cose scambi reciproci di brevetti, ma anche l’impegno di Xiaomi di pre-installare sui suoi smartphone e tablet – che utilizzano l’Os Android – i principali software di proprietà Microsoft (Office e Skype per esempio).

Fondata nel 2010 da Lei Jun, Xiaomi è una delle star dell’economia cinese: ad aprile ha raggiunto una quota di mercato del 26%, il che, considerando che la Cina è il maggiore mercato mondiale, vuol dire tanti smartphone venduti. Basti pensare che Apple ha una quota dell’8,2% nel paese e Samsung solo il 3,2%.

Ma il mercato cinese è molto mutevole: già si affacciano agguerriti competitor come Oppo o Vivo che nell’ultimo trimestre sono entrati nella top five mondiale (fonte IDC). Fuori dalla Cina, inoltre, la musica cambia: la quota di mercato di Xiaomi si ferma al 4,6%, contro l’8,1% della rivale cinese Huawei.

In totale nel 2015 la società ha venduto 70 milioni di smartphone, 10 milioni in più dell’anno prima ma 10 milioni in meno di quanto aveva preventivato.

Essenziale quindi ‘armarsi’ per una maggiore internazionalizzazione e, mentre Huawei è già oltre e ha scelto come testimone Scarlett Johansson, Xiaomi – decisamente più debole della concorrente sul versante della proprietà intellettuale e a rischio, quindi di lunghe e costose cause per violazione come quella intentata da Ericsson in India – si è comprata i brevetti Microsoft, dopo aver già lanciato un tablet Windows e un set-top box per le Android Tv.

Gli accordi con gruppi dell’hi-tech cinese sono considerati ormai un passo essenziale per i big americano che vogliono prendere piede sul maggior mercato mondiale: il mese scorso, ad esempio, Apple ha investito 1 miliardo di dollari in Didi Chuxing, la versione cinese di Uber.

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